VILLAINS #26-29

GIOCO DI SQUADRA

di Fabio Furlanetto

 

 

Si conclude la serie con un’ultima saga per tirare le somme dell’interminabile saga delle Luci e delle Ombre, lo scontro che ha fatto da sottofondo sin da Inferno2,  invadendo più o meno le altre tematiche.

Edward Freeman, super-criminale alle prime armi col nome di Switch, è riuscito a formare un piccolo esercito formato dal cyborg Marasso, l’uomo-ombra Shades, il collega Turbine e la mutante Pathfinder. Seguendo le indicazioni del misterioso professor DeCeyt, la squadra impossibile ha iniziato a lavorare insieme scoprendo che, pur non sopportandosi l’un l’altro, sono fatti per essere una squadra.

Le motivazioni per la chiusura della serie e la sua evoluzione in Villains LTD le troverete più avanti; adesso attenzione alla vostra ombra e buona lettura.

 

VILLAINS #26

American Lights

 

Il Mutantz, il più esclusivo bar di Newark, New Jersey. Esclusivo perché, a meno che non abbiate le giuste conoscenze, per entrare dovete essere dei mutanti che ce l’hanno a morte con gli altri super-esseri.

Leah Mathers alias Pathfinder non ha di questi problemi, essendo una mutante attualmente al soldo di Augustus DeCeyt, meglio noto in questi ambienti come il Professore. Seduto a fianco a lei, davanti al bancone, un uomo con gli occhiali da sole nonostante le luci molto basse.

-Prendi qualcosa ? – le chiede Shades, sorseggiando il solito Godfather.

-No, grazie.

-Guarda che offre il Professore – le ricorda.

-Già, immagino che in caso contrario non avresti pagato.

-Per me lasciare in vita il barista è una forma di pagamento.

-Allora non vedo l’ora di vederti saldare il conto da Madcap – interviene una voce che Shades e ‘finder non hanno mai sentito prima.

-Sarà il caso di muoverci…avremo un sacco di lavoro da fare nei prossimi giorni – continua Pathfinder alzandosi in piedi.

-Ehi !!! Non avete proprio niente da dirmi !? – protesta il nuovo arrivato.

-Hhmm sì … – risponde la mutante dopo averlo guardato di sfuggita – … le hai chiesto di lasciarti quel naso, o se ne è dimenticata ?

-Per il resto Eileen ha fatto un buon lavoro…nonostante lo scarso materiale di partenza – continua Shades.

-Ehi, come avete fatto a capire che ero io !? Faccia nuova, voce nuova, impronte nuove, retine nuove, impronta dentaria nuova…

-Potere mutante – risponde Pathfinder, indicando la propria fronte.

-Hai la stessa ombra – risponde Shades, picchiettandosi gli occhiali.

-Cazzo, tre ore sprecate. Se ce l’avessi io un potere come quello farei milioni…

-Bella pensata, Freeman, ma le ci vogliono sei mesi per ricaricarsi e farlo di nuovo. DeCeyt l’ha già messa sotto contratto, naturalmente.

-Comunque sono riuscito a cambiare faccia senza pagare niente, cosa che non mi sarebbe riuscita con Ranennyj. E adesso sarà il caso di vedere cosa vuole in cambio il grande capo, che ne dite ?

 

I tre entrano nella saletta privata di DeCeyt, rimanendo sbalorditi dall’assenza delle fortissime luci che gli impedivano di vedere in faccia il loro mentore. Pathfinder lo aveva già visto in faccia, una volta, ma è una sorpresa anche per lei.

Il Professor Augustus DeCeyt fa un cenno per invitarli a sedersi, mentre appoggia sulla scrivania il libro sulla cui copertina si può leggere “A. DeCeyt: Organizzazioni criminali transnazionali e denaro sporco, seconda edizione”.

Freeman approfitta della pausa per studiare il suo nuovo e futuro datore di lavoro, trovandolo ironico dato che ha ricevuto la sua nuova faccia da pochissimo.

Se lo sarebbe aspettato molto più vecchio, invece a giudicare dal fisico non può avere che una quindicina d’anni più di lui. I capelli sono fortemente diradati sulle tempie, ma non hanno un minimo di grigio. La fronte arcigna, il naso aquilino e gli occhi sempre al massimo della concentrazione gli danno l’aria di un uomo estremamente attento a quello che gli succede intorno. Sotto la giacca da duemila dollari, Freeman intravede un microscopico giubbotto antiproiettile.

-Oggi ho dato le mie dimissioni da tutte le università presso cui insegnavo – comincia il Professore mentre si siede – Ho concluso la mia ultima lezione di criminologia con una discussione su sir Arthur Conan Doyle e la sua idea che qualunque crimine e criminale, dal borseggiatore al Professor Moriarty, non appartiene esclusivamente al passato… ma avverrà nuovamente. Credo che i miei studenti abbiano trovato la lezione particolarmente stimolante.

-O mortalmente noiosa.

-Non mi aspetto che lei si intenda di criminologia o letteratura, signor Freeman. Cercavo solo di spiegarvi il perché non è più necessario nascondervi il mio aspetto; per chiunque altro, il noto Professor DeCeyt si è ritirato in una villa a Cresskill, anche se avrebbe preferito il Sussex. Anche la carriera del famigerato Professore ha soltanto altri due giorni di vita…principalmente per impedire agli uomini di Ranennyj di ricavare la formula del C-270 dai campioni che gli avete portato. Suppongo che inizi a sospettare qualcosa ?

-Non era molto convinto della nostra spiegazione su come ne siamo entrati in possesso – risponde Shades.

-Ci speravo. Ma sarà meglio tralasciare i convenevoli, i vostri voli partono tra poco meno di due ore.

-“Voli” ? – chiede perplessa Pathfinder.

-Ognuno di voi prenderà un volo per Minneapolis, su aerei diversi. Il C-270 viaggerà su un altro aereo, e Marasso su un altro ancora.

-Minneapolis ?

-Precisamente. Una volta riuniti, vi verrà consegnato un furgone sufficientemente ampio da trasportare tutto il necessario. Mi dispiace, Shades, ma lei dovrà viaggiare in forma d’ombra o non ci sarà spazio sufficiente.

-Nessun problema. La nostra destinazione ?

-Medicine Lake. Ma non mi aspetto che la raggiungiate. Tralascerò i dettagli, ma ho fatto sì che la Reflex Technologies venisse a conoscenza di un mio non meglio precisato interesse per quella città. Manderanno alcuni dei loro super-umani… “Riflessi” se non vado errato… ad uccidervi. Se seguirete le mie istruzioni, dedotte dalle vostre risposte nei nostri colloqui, non avrete problemi di sorta. Per sicurezza, farò caricare sul vostro furgone anche un buon numero di armi da fuoco.

-Dopodiché ? – domanda Freeman.

-Vi dirigerete direttamente al Punto di Riflessione. Ho scoperto la sua esatta posizione esaminando i contatti di Pathfinder con la Reflex. Shades, vorrebbe gentilmente spiegare ai suoi compagni di viaggio cos’è il Punto di Riflessione ?

-E’ la roccaforte delle Luci. Si è sempre trovato in Siberia, ma anni fa è scomparso. Fui incaricato di ritrovarlo…senza successo.

-Perché è così importante ? Voglio dire, non ci aspetteremo mica che siano tutte là vero !?

-Per definizione, Freeman, devono trovarsi al Punto. Il Primo Riflesso non può assolutamente allontanarvisi, allo stesso modo in cui il Nonriflessouno non può lasciare Shattensburg…letteralmente “castello delle ombre”. Si dice…anche se non sono certo che sia vero… che continueranno a nascere nuove Luci ed Ombre solo fino a quando il Primo Riflesso e il Nonriflessouno sopravvivranno, e che soltanto uno di loro può uccidere l’altro. Avrebbe senso, non trovate ? In questo modo sarebbe impossibile porre fine alla faida secolare che esiste tra i due gruppi.

-Io mi permetto di dissentire, e vedremo chi ha ragione – interviene DeCeyt, sorridendo – Shades, considerando la sua situazione particolare, capirà se la nuova posizione del Punto di Riflessione non le verrà rivelata ancora per un po’. Devo dedurre che lei partirebbe subito all’attacco, se ne fosse a conoscenza, e al momento non posso permettere una cosa simile.

-Quanti Riflessi dobbiamo aspettarci ? Lace era una sola ma non è stato facile sconfiggerla… - chiede Pathfinder.

-Soltanto due Riflessi sono sopravvissuti a me – risponde Shades – Purtroppo una di loro… Lighter…è in grado di “accendere” altre donne e di dargli tutti i poteri del caso. Possiede cinque lacché, ma generalmente operano da sole o al massimo in coppia. Diminuire il loro numero sarà comunque molto utile all’attacco al Punto di Riflessione, in effetti…

-Come facciamo ad essere sicuri che non ci uccidano appena mettiamo piede a Minneapolis ? – domanda, pragmatico, Freeman.

-Sembra che questi Riflessi possiedano una specie di “flash mentale” di cui Shades non mi aveva originariamente parlato, ma pare sia affidabile quanto il vostro Senso d’Ombra…senza offesa. In ogni caso, se potessi provvedere da solo a qualunque aspetto di un piano, non avrei bisogno di voi.

-Cioè in ogni caso dovremo arrangiarci ?

-Naturalmente, signor Freeman.

 

Il giorno dopo, poco dopo l’alba, sulla Route 169. Edward Freeman si sveglia, portando subito una mano al collo. Non è più abituato a dormire in un furgone. Impiega qualche secondo a ricordarsi cosa ci fa lì, dopo aver visto Pathfinder alla guida.

-Quanto manca ?

-Credo un’ora e mezza, anche meno – risponde lei.

-C’è stato qualche problema ?

-Liscio come l’olio. Hai un aspetto da schifo, Freeman, sai ? E non parlo della nuova faccia.

-Già, detesto il jet-lag.

-Ma per piacere, siamo solo un’ora indietro…

-Scusa se la settimana scorsa mi è uscita dalla testa un’Ombra grande come Long Island,finder. Almeno sono riuscito ad evitare le spiegazioni di Shades sul perché ho ancora i miei poteri, o altro che jet-lag.

-Credo che dovresti interessarti di più a questo genere di cose…conoscere di più il tuo potere, cose così.

-Risparmiami la predica da solidarietà mutante,finder. Non è la stessa cosa, chiaro ?

-Sono comunque poteri.

-Siamo diversi.

-Grazie al cielo – ridacchia lei.

-Ehi, anche tu lavori per soldi no !?

-E’…diverso.

-Okay… abbiamo ancora un’ora da passare, e Shades sa essere di compagnia anche meno di Marasso. Allora, qual è la tua storia ?

-Non mi risulta che tu lo abbia chiesto a Shades, Freeman.

-Perché Shades mi racconta solo balle.

-Ti ho già detto che sono una mutante e questo chiude il capitolo “Origini”, okay ?

-Okay, okay. Ma è il secondo viaggio di diverse ore che facciamo insieme e non so neanche da dove vieni, potrò essere curioso. Ma se non-

-Westchester.

-Ah, beh, figuriamoci…

-In California.

-Hhhmmm. La prossima volta che mi faccio assoldare da un genio del crimine che mi manda in giro per l’America su un furgone, pretendo l’autoradio.

-Sai, Freeman, probabilmente quell’Ombra aveva scelto di entrare nella tua testa perché le piaceva lo spazio libero.

-Ha, molto divertente. Uno di questi-

Il furgone sobbalza e Freeman non termina la frase, mentre Pathfinder deve accostare. Il furgone viene sorpassato da una macchina sportiva, e Shades picchia contro le pareti del furgone.

-No, no !!! Sono loro ! Dobbiamo inseguirle !!!

-E come, con due gomme a terra ? Rilassati…ho registrato i loro cervelli. Tutti e tre. Possiamo rintracciarle dovunque, adesso. Freeman, che ne dici di andarti a prendere un caffè nella città più vicina e rubare una seconda ruota di scorta ?

-Conosco metodi peggiori per iniziare la giornata.

 

Un’ora dopo, in una piccola città di provincia. Il furgone si ferma lungo la strada principale, seguito dagli occhi di alcuni curiosi. Pathfinder e Freeman scendono. Il secondo prende dalla giacca due paia di occhiali da sole, offrendone uno alla ragazza dicendo:

-Ne avrai bisogno.

-Sono qui, Freeman. Una di loro è in quel negozio, le altre tra i vicoli. C’è troppa gente in giro per usare Marasso… che si fa ?

-Chiediamolo all’autorità mondiale sull’uccidere le Luci, uh ?

Si avvicinano al retro del furgone, aprendone a metà lo sportello quanto basta a Shades per scendere, ma non abbastanza da permettere ai civili di vedere il cyborg.

-Metti il serpente di guardia – ordina Shades non appena è sceso.

-Ehi, nessuno ti ha nominato capo…

-Uccido da prima che tu nascessi, Freeman, quindi stai zitto e fa quello che ti dico – risponde l’ombra vivente, con un tono che fa rabbrividire i suoi compagni.

-Seguitemi.

Chiuso il furgone, il terzetto entra nella libreria davanti a cui hanno parcheggiato. Shades procede con passo sicuro fino allo scaffale dei saggi. Una ragazza dai lunghi capelli biondi ed un tailleur nero con una minigonna praticamente inesistente solleva lo sguardo dal libro sull’olocausto che stava sfogliando, fissando i nuovi arrivati.

-Teufel… - si lascia scappare Shades.

-Che c’è ?

-Quella è Link…la più pericolosa delle tirapiedi di Lighter. Di solito non è utilizzata sul campo, ma è formidabile. Assolutamente imprevedibile, fredda, subdola e con un macabro senso dell’umorismo. Se non fosse stata mandata qui per ucciderci, sarebbe il mio tipo. Peccato che molto probabilmente nessuno lascerà questa città vivo.

-Belle gambe, comunque.

-Mi è stato riferito che avete alcuni problemi con l’attuale quadro dirigenziale – interviene lei, posando il libro e avvicinandosi – Lei in particolare, nonriflessosette, ha ucciso parecchie delle mie sorelle.

-Resta dove sei e non tentare scherzi, Link. Switch, sparale in mezzo agli occhi se la vedi muovere un solo dito.

-Abbassa la voce, siamo in un luogo pubblico – protesta Pathfinder.

-Se non vi dispiace, signori, preferirei finire prima della pausa pranzo.

Un flash mentale indica a Link il momento esatto in cui Freeman porta la mano alla pistola, e ne approfitta. Con uno scatto in avanti sfiora Shades con un dito, indicando poi il soffitto ed illuminando la mano. Shades viene scaraventato verso l’alto, finendo contro uno scaffale di libri.

Freeman estrae la pistola e spara. I clienti della libreria urlano al suono dello sparo, ma Link semplicemente punta il palmo di una mano verso Freeman. Il proiettile si ferma a mezz’aria, a malapena a contatto con la pelle luminosa. Link prende la pallottola tra le dita, girandola verso Freeman, e lascia la presa.

Il colpo viene deviato da Pathfinder, che con un rapido movimento anticipa il proiettile di poco, facendolo rimbalzare contro la suola più dura del granito.

-Come accidenti hai fatto !? – chiede Freeman alla Luce, tenendola sempre sotto tiro.

-Segreto professionale.

Link solleva le braccia, lasciando che il suo potere si attivi ancora una volta. Il soffitto inizia a ricoprirsi di crepe, e parte dell’intonaco si stacca.

-Fuori di qui, presto ! Può anche disfare i collegamenti ! – urla Shades, pur restando al suo posto.

Pathfinder e Freeman si guardano perplessi, prima di obbedire all’ordine. Solo grazie alla loro velocità riescono ad uscire in tempo. L’intero negozio collassa su se stesso come un castello di carte mal costruito, sollevando una quantità assurda di polvere. Per strada la gente inizia ad urlare e scappare, facendo svanire qualsiasi labile possibilità di segretezza.

 

La prima preoccupazione di Freeman, naturalmente, è il furgone. Si teleporta direttamente sul posto, nonostante sia ancora in mezzo alla nuvola di detriti.

Prima che possa aprirlo, però, sente qualcosa di simile ad un brivido nelle ossa. Il Senso d’Ombra è completamente impazzito, facendolo spostare un attimo prima che un raggio di luce colpisce il furgone. La parte posteriore del mezzo si deforma; il metallo si contorce, fondendo tra loro le porte.

-Togliti immediatamente di lì ! – urla una voce nasale, ed anche se Freeman non può vederne la provenienza sa perfettamente da dove proviene.

Punta la pistola in quella direzione, ma un altro raggio la proietta verso il furgone, dove si fonde con la carrozzeria.

-Tieni le mani bene in vista e non ti succederà niente.

-Perché dovrei crederti !?

-Già, in effetti penso che ti ammazzerò lo stesso.

La voce si avvicina di qualche metro e Freeman riesce a vederla. E’ un’adolescente, sui quindici anni, con una giacca universitaria. Sta puntando le dita verso di lui come se fossero pistole, e sono luminose come fari.

-Aspetta !!! In questo furgone c’è un potentissimo esplosivo. Io posso teleportarmi…se manchi il bersaglio e lo colpisci un’altra volta, potremmo far esplodere mezza città !

-Scherzi, vero ? Avrò un flash precognitivo un attimo prima che tu lo faccia. Essere Luci è molto comodo, sai ? Ah, io sono Layout.

-Molto piacere. Seriamente, ragazzina, non hai idea della cazzata che stai facendo…

-Tu dici, Switch ? Posso modificare la struttura di qualunque cosa. Posso farti avere le gambe al posto delle braccia, il fegato al posto del cuore, o qualche altro scambio più divertente. Sarà casuale. Ti senti fortunato ?

-Direi più annoiato.

Layout fa fuoco, colpendo solo un portale chiuso. La massa nera trema, ribolle e diventa più sbiadita, ma sostanzialmente non cambia. Un altro colpo subisce la stessa fine, e un altro ancora. La quarta volta, la luce passa attraverso il portale per uscirne da uno direttamente dietro la schiena della ragazza.

Layout resta ferma a bocca aperta, tremante, prima di cadere prima sulle ginocchia e poi sull’asfalto. Freeman crea un portale davanti al furgone, facendolo muovere fino a quando lui e il mezzo non ne sono stati inghiottiti.

 

Nello stesso momento, Pathfinder avverte un cervello che si avvicina troppo rapidamente per essere a piedi. Con un salto acrobatico all’indietro, schiva completamente l’auto che ha cercato di investirla, proprio in mezzo alla nuvola di polvere che inizia a scendere.

La macchina sportiva frena bruscamente, facendo stridere i pneumatici sull’asfalto. La portiera si apre lasciando uscire una ragazzina estremamente magra.

Pathfinder corre verso di lei, sperando di riuscire a metterla K.O prima di scoprire di quali poteri dispone. I flash precognitivi sono un grosso problema, per fare questo. Anche se si muove al rallentatore rispetto a Pathfinder, la ragazzina sa esattamente dove mettersi per evitare di poco il calcio.

Appena atterrata da un salto di sette metri,finder deve ancora rialzarsi in piedi quando sente due mani gelide afferrarla per il collo. Si alza il più velocemente possibile ed esegue un calcio rotante, ma la sua gamba viene bloccata da un’altra identica.

-Tutto qui ? Pensavo avessi qualcosa di più originale, Leah – risponde il suo doppio, con la sua stessa voce.

Pathfinder sferra un altro calcio con l’altra gamba, bloccato dalla stessa identica mossa. Decide di cambiare strategia e salta verso l’alto, inseguita dalla sua sosia. Durante la discesa, la Pathfinder originale non riesce ad evitare il lampione che sta venendo verso di lei, ed è costretta a fare l’atterraggio peggiore della sua carriera. Dall’altra parte della strada, dove il lampione ha improvvisamente ceduto, Link cerca di togliersi la polvere dal vestito.

-Vediamo di sbrigarci prima che si presentino altri imprevisti.

-Posso chiudere io la pratica qui, miss Link ? – chiede la sosia.

-Divertiti pure, Lifelike, ma fai in-

Link non fa nemmeno in tempo a finire la frase, avendo visto Pathfinder diretta verso di lei. Appoggia una mano al muro e con l’altra sfiora lo stivale della mutante diretto verso la sua testa. Nonostante fosse praticamente impossibile mancare il bersaglio Pathfinder colpisce con piena forza il muro, che si rivela meno stabile del previsto, cedendo in modo da bloccarle metà gamba.

Il suo doppio si prepara a colpirla, quando dalla sua ombra sul muro fuoriesce una mano con una pistola in mano.

-Copia questo, puttana.

Le cervella di Lifelike vengono sparse sulla strada mentre Shades esce dal muro, liberando ‘finder. Link punta le mani verso di loro…e sputa sangue.

Barcolla e si volta, vedendo un portale dietro alla sua schiena. Di fianco a lei, Switch compare dal nulla mentre sta ricaricando un fucile a pompa.

-Criminali ed armi, non era così difficile come collegamento eh ?

Un secondo sparo impedisce altri scherzi. Un terzo la scaraventa contro il muro, per sicurezza. Un quarto la fa ricadere a terra, giusto per essere veramente sicuri.

Il quinto sparo è giusto per finire il caricatore.

Pathfinder cerca di non guardare i resti di Link, mentre si assicura che il suo cervello abbia smesso di funzionare. Davanti a lei appare un portale chiuso, che inizia a ribollire dopo essere stato colpito da un raggio di luce.

Layout si avvicina urlando di rabbia, con le lacrime agli occhi. Ogni colpo viene fermato da un portale, e Shades inizia ad avvicinarsi con le mani in tasca protetto da una successione di questi scudi neri procurati da Switch.

-Pagherai per questo, Shades ! Non vedrai mai la Luce !!!

-Mi togli un peso.

Shades solleva brevemente gli occhiali da sole, immergendo tutta la strada in una penombra spettrale. Layout viene pienamente investita dall’oscurità che fuoriesce dagli occhi del nonriflesso, una fiamma nera che brucia all’istante le sue carni lasciando solo uno scheletro fumante, ben presto ridotto a un mucchietto di ceneri.

Quando gli occhiali vengono abbassati, Pathfinder si accorge di aver fatto troppo caso alla vista e troppo poco al suo senso mutante, dato che la sua sosia sta brillando di luce. Lifelike si rialza in piedi, composta di asfalto anziché di carne e sangue.

-Voi…voi…

-Sì, sì, questa l’abbiamo già sentita – sentenzia Switch, schioccando le dita.

Sopra la testa di Lifelike appare un portale nero, ed un cyborg rettile da duecento chili le cade addosso. Nell’impatto, il braccio destro di Lifelike si stacca dal resto del corpo. Marasso afferra l’arto d’asfalto, che gli viene subito confiscato da un Freeman appena teleportatosi.

Lifelike allunga l’altra mano verso di lui, ma Freeman la blocca con il braccio che ha appena recuperato. Entrambe le mani stanno brillando, quando si toccano… ed il Riflesso perde consistenza, cercando di copiare se stessa. L’asfalto si sbriciola sotto lo sguardo di Shades.

-Ora qualcuno sa dirmi come cazzo ha fatto DeCeyt a sapere che sarebbe successo !?!? – domanda Freeman, senza ricevere risposta.

 

Shades si avvicina a Link per riservarle lo stesso trattamento delle sue sorelle, ma viene bloccato da Pathfinder.

-Il suo cervello si è spento, devi proprio infierire ?

-Sì.

-‘finder…sirene. Quanto sono lontane ? – chiede Freeman mentre recupera il furgone da un portale. Dopo essersi concentrata un po’, la mutante risponde.

-Credo giusto qualche minuto. Sarà meglio sbrigarsi !

-Datemi solo un secondo – risponde Shades, pronto a sollevare ancora gli occhiali… prima di emettere un gemito e guardare verso il basso, dove Link ha appena afferrato la sua ombra.

-Perché non diamo a quei poliziotti qualcosa di interessante da seppellire ?

Shades viene scaraventato dall’altra parte della strada. Quello che resta del muro vola verso Pathfinder, che si protegge quanto può con le braccia data la vicinanza.

-Marasso, uccidila ! – ordina Freeman, ed il cyborg obbedisce all’istante, forse con gioia.

Link si sta rialzando in piedi, sanguinante e con gli intestini di fuori, quando Marasso salta verso di lei ad artigli spianati. Lei si sposta appena in tempo, facendo distruggere a Marasso quel poco che era restato del muro. Le sue mani si accendono, ed un altro negozio crolla.

Pathfinder cerca di calciarla, ma Link ne devia la gamba con un semplice movimento della mano, con cui poi le fa distrattamente segno di andarsene…il che basta a lanciare un’altra volta Leah a distanza di sicurezza.

-Lavorate discretamente come squadra – ammette miss Link a denti stretti, mentre Freeman resta fermo a pensare alla prossima mossa. Link stringe i pugni, illuminandoli. Poi li illumina ancora di più, e si vede che sta dando tutto quello che ha.

Tutti i palazzi della strada tremano. Le tubature del gas si preparano a saltare. La strada stessa trema, e tutti i piccoli detriti vengono fatti rimbalzare verso un unico punto. Tutta la città inizia a dirigersi verso un unico punto…dove si trova Freeman.

-Faccio questo lavoro da più di vent’anni, signor Freeman, ma ammetto che questo è l’incarico più divertente che mi sia mai stato assegnato.

-Sì, stato un piacere lavorare con lei, miss Link

Freeman si teleporta davanti a lei, le afferra i polsi e prima che possa fare altro la costringe a battere le mani.

-…ma sarebbe ora che lei morisse.

La città si calma di nuovo, e Freeman tira un sospiro di sollievo mentre fa un passo indietro. Link, invece è sotto shock: le mani diventano sempre più luminose, e non riesce a separarle.

-Idiota !!! Non posso eseguire un collegamento su me stessa !!! Hai idea di cosa può succedere !?

-No. Per questo mi piace prendere le mie precauzioni.

Link cade attraverso un portale che è comparso sotto i suoi piedi, ricomparendo alcune centinaia di metri più in alto. L’esplosione è meravigliosa ed accecante, ma non c’è tempo per ammirarla.

-Allora, vi volete dare una mossa ? Prima arriviamo alla prossima città per cambiare furgone, meglio è.

 

Tre ore dopo, su un furgone molto simile al precedente…a spese di DeCeyt, naturalmente… ricomincia il viaggio.

-Credo che questa sia stata la prova definitiva che ci possiamo fidare del professore, no ? – rompe il viaggio Pathfinder, lasciato il posto di guida a Freeman.

-Troppi imprevisti – si lamenta Freeman, come sempre del resto.

-In poco più di una settimana abbiamo fatto più di quello che hanno portato a termine le Ombre in diversi secoli… gli imprevisti si superano – risponde Shades dal retro – E devo ammettere che persino io sono rimasto affascinato dal suo stile.

-Già, c’è qualcosa di irresistibile nel distruggere mezza città ed andarsene senza che nessuno sappia che siamo stati noi – risponde Freeman – Ehi, da che parte devo girare adesso ?

-Nord.

-Quanto è lontano il Punto di Riflessione ? Dobbiamo aspettare domani prima di portare a termine il piano, ma preferirei avere più tempo questa volta.

-Bel tentativo, Shadesti interessa solo sapere dov’è il Punto e non te ne frega niente del resto, no ? – scherza Pathfinder.

-No. Mi interessa molto anche uccidere le Luci rimaste.

-Okay…Saint Paul.

-Che cosa hai detto !?!?

-Saint Paul, Minnesota. Stiamo andando lì.

-Tutto questo casino e alla fine stanno a Saint Paul ? Sai che roba – mormora Freeman.

-Certo… come ho fatto a non pensarci. Il senso dell’umorismo sembra essere l’unica cosa che unisce Luci ed Ombre, non trovate ?

-Beh io non l’ho capita.

-San Paolo, che vide la Luce a Damasco…appropriato, in un certo senso.

-Con mezza tonnellata di C-270 vedranno tutt’altro tipo di luce, Shades, te lo posso assicurare…

 

Quella sera, sulla Olson Memorial Highway. A differenza del solito, il traffico è quasi a zero. Ed ha anche fatto buio molto prima del solito. Certo questo non basta a rendere nervoso un camionista esperto come quello che sta passando ora vicino alla Route 169, ma un bagliore accecante sulla sua strada sì.

Frena di colpo, anche se sul momento gli sembra insensato. Inizia ad imprecare sulla sfortuna che gli è capitata, e scende per vedere se ci sono danni.

Si trova davanti una bionda con un tailleur a brandelli che copre ben poco del suo fisico. Lei non ha un graffio, e gli sorride.

-Ha…bisogno di qualcosa, signorina ?

-Sì. Ho avuto un terribile, terribile incidente e mi serve un passaggio. Sarebbe così gentile da dirmi da che parte è Saint Paul, signore ?

-Certo…è proprio da quella parte – risponde il camionista indicando la direzione da dove proviene.

-Allora mi porti dalla parte opposta, per favore. Voglio dire, se non le dispiace ?

-No, certo che no ! Venga, le do qualcosa con cui coprirsi… è sicura di stare bene ?

-Mai stata meglio, mi creda.

I due salgono sul camion, che parte poco dopo. Percorre giusto qualche metro, prima di fermarsi di nuovo. Dai finestrini esce una fortissima luce accecante, e lo sportello del guidatore si apre per lasciar cadere a terra il camionista. Il camion riparte subito e per una stranissima coincidenza nessuno troverà il cadavere prima di altri cinque giorni.

 

 

VILLAINS #27

E luce (non) fu

 

Saint Paul, Minnesota. E’ mattina presto… molto presto… quando Charlie Sijdan esce di casa. Apre il garage senza neanche accorgersi delle piccole scalfitture sulla serratura. Appoggia la valigetta sul sedile posteriore della macchina e, quando chiude la portiera, sul vetro vede il riflesso di un uomo che un attimo prima non c’era. Non fa in tempo a girarsi; viene afferrato per il collo e prima che riesca a gridare gli viene appoggiato un panno bagnato sulla bocca. Charlie non vedrà più niente per un paio d’ore.

Edward Freeman alias Switch lo lascia cadere a terra, rimettendosi poi in tasca il sedativo. Afferra al volo il congegno che gli ha appena lanciato una donna, lo avvicina alla faccia di Charlie e preme un pulsante.

-Stacci attenta, questo affare è a nolo.

-Sarà meglio sbrigarci, nel caso a Shades venga voglia di uccidere il suo bersaglio.

-Avevo un affare del genere quando ho iniziato, sai ? – cambia argomento Freeman, rialzandosi in piedi e fissando il dispositivo alla cintura – Insieme al costume e a tutto il resto…il tizio che mi ha dato i poteri era un imbecille, ma sapeva il fatto suo.

-Che fine ha fatto ?

-Un mostro di un’altra dimensione gli ha staccato la testa.

-Stai scherzando !?

-Lo stai chiedendo a un teleporta con un congegno olografico ?

-Touché. Senti, quanto deve essere pazzo uno per concepire un piano del genere !?

-Se ci ammazzano prima di raggiungere al secondo piano DeCeyt è un pazzo, altrimenti è un genio. Muoviamoci, la carica è di quindici minuti.

Entrambi azionano gli emettitori. La loro immagine trema per un paio di secondi; poi Pathfinder diventa la copia esatta di miss Link, e Freeman del signor Sidjan.

 

Trenta secondi dopo, 314 West Niles Avenue. Piano terra del Reflex Plaza.

La guardia all’ingresso si mette quasi sull’attenti, al passaggio di miss Link, che naturalmente lo ignora nella maniera più assoluta. Uno dei dirigenti arriva subito dopo di lei, e lo degna di un frettoloso cenno di saluto.

Ben distanziati, i due si avvicinano ai metal detector dove altre tre guardie si irrigidiscono. “Charlie Sidjan” guarda l’ombra di una delle guardie; si muove diversamente dal relativo corpo, e segnala OK con una mano.

Quando Link e Sidjan passano, l’ombra spegne e riaccende i metal detector così rapidamente che le guardie non se ne accorgono. L’ombra si deforma ancora, come se ne fosse appena uscita un’altra, e torna normale.

Pochi passi più in là, le porte dell’ascensore si sono appena accese. Link e Sidjan entrano assieme ad altre tre persone, tutte parecchio nervose dalla vicinanza della donna. Viene selezionato il quindicesimo piano.

Al piano terra, una guardia sta guardando la telecamera dell’ascensore. Viene distratto da un rumore, come se qualcuno avesse appena dato un pugno al muro; si volta solo un istante, non sospettando che sia stata la sua ombra. Nel frattempo, la telecamera dell’ascensore mostra solo spazio nero per cinque secondi.

Quando la guardia si volta di nuovo, l’ascensore è vuoto ed al quindicesimo piano.

 

Quindicesimo piano. Freeman e Pathfinder, nuovamente con il loro aspetto, nascondono nuovamente il sedativo e trascinano tre persone svenute all’interno di un portale. Entrambi tirano un lunghissimo sospiro di sollievo.

-Sicuro di farcela da solo ? – domanda lei.

-Shades è l’unico che può girare indisturbato per il palazzo, e tu sei l’unica che può raggiungere gli ultimi piani evitando tutti. Non c’è altra soluzione. Vai.

Pathfinder guarda incerta il portale che si è appena creato, prima di entrarci.

-Buona fortuna.

Freeman controlla l’ora e si accerta che non si stia avvicinando nessuno. Crea un piccolo portale orizzontale e si avvicina con la testa, quando basta per vedere dall’altra parte. L’uscita è sul soffitto, poco sopra il campo visivo delle telecamere, e gli serve per vedere quali punti non possono venire inquadrati.

Entra ed esce dal portale una dozzina di volte, fino a quando non ha studiato tutto il percorso. Chiuso l’ultimo portale, si concentra. In un paio di secondi appare e scompare in una decina di punti diversi del piano, fino a quando non lo ha attraversato tutto.

Sbircia il più possibile dall’angolo in cui si trova; in fondo al corridoio c’è una porta costantemente inquadrata dalla sicurezza. Guarda l’orologio ed aspetta per due minuti, cercando di restare il più calmo possibile. Poi la porta si apre, lasciando uscire un impiegato assonnato e facendo intravedere l’interno.

Freeman coglie l’occasione e si teleporta nella stanza mentre la porta si chiude, e ci si appoggia per evitare che la telecamera lo inquadri. L’impiegato sente che la porta si è chiusa più rumorosamente del solito, e torna dentro per controllare. Guarda a sinistra mentre Freeman si teleporta a destra, e poi viceversa, prima di richiudere a chiave.

Freeman si toglie il sudore dalla fronte e si fruga nelle tasche. Ne estrae una pistola, un silenziatore ed un qualcosa di simile ad un cercapersone in miniatura.

Impiega un paio di minuti per innestarlo nella rete di computer della Reflex Technologies. Controlla l’ora, scoprendo di essere in anticipo di un paio di secondi sul piano. Si congratula da solo, mentre prepara il silenziatore.

 

Nello stesso momento, un’ombra scivola sulle pareti esterne del Reflex Plaza. Nessuno la nota, o anche se fosse penserebbero ad un bizzarro gioco di luci.

Sale verso i piani superiori, rilasciando in punti strategici strisce di uno strano impasto giallastro. Priva di qualunque spessore, l’ombra passa facilmente da una delle finestre chiuse e scivola sul soffitto.

Si aggira per tutto il piano zigzagando, fermandosi negli angoli per ascoltare qualcosa. Finalmente, trova quello che sta cercando. Si muove ancora più rapidamente di prima, passando sotto la porta del bagno delle donne.

La ragazza che si sta truccando allo specchio si volta, come se anche lei avesse sentito qualcosa. Mentre si volta, una mano la afferra per la caviglia. Con una velocità impressionante, Shades esce dalla sua ombra e le impedisce di gridare, afferrandola per la bocca e facendola cadere a terra.

Lei cerca di liberarsi, e le sue mani si illuminano di una luce accecante. Shades sorride, o meglio ghigna, quando solleva gli occhiali da sole e la guarda negli occhi.

Nel corridoio, le luci tremano per qualche secondo. La porta del bagno si apre, e Shades esce con in mano un orologio da donna. E’ in perfetto orario.

 

Al quindicesimo piano, Freeman stringe sempre più forte la pistola per reprimere l’impulso di camminare avanti e indietro mentre aspetta. Poi, finalmente, sullo schermo di uno dei computer della stanza appare un messaggio:

“ABBIAMO I CODICI; IL LORO CONTO E’ NOSTRO. ASPETTA IL SEGNALE DI PATHFINDER E PASSA ALLA FASE FINALE”

Freeman sta per esultare, quando sente dei passi in corridoio. Getta il trasmettitore in un portale e toglie la sicura alla pistola.

La porta della stanza viene aperta da una donna di colore visibilmente contrariata.

-Che diavolo sta succedendo qui ?

-Sorridi !

Freeman le punta addosso la pistola, ma lei sorride ed illumina le mani. Freeman preme il grilletto e la pistola gli esplode in mano; solo teleportandosi un paio di metri più indietro evita di ferirsi gravemente.

-Tu sei Switch, vero ? Il teleporta. Io sono Locus.

La donna indica una delle finestre, che scompare in un bagliore di luce e si materializza sopra la testa di Freeman. La gravità è più veloce di lui, che si piega in due sotto l’impatto del vetro. Locus sorride, mentre Freeman si rialza in piedi dolorante e prende qualcosa dalla giacca. E’ una maschera.

-Non so come tu sia sopravvissuto a Link, ma non hai speranze contro di me. Non ho bisogno di portali o del contatto fisico per spostare le cose, ed ho questi poteri da molto più tempo di te. Non basta un novellino per fermarmi.

Freeman indossa la maschera, per non far vedere all’avversario quanto si sta divertendo. Il lavoro è una cosa seria, per lui.

-Ti piace il gioco pesante, eh ? Ho giusto un paio di minuti da ammazzare.

 

L’ultimo piano del Reflex Plaza. Non è stato facile raggiungerlo a piedi, anche facendo dodici scalini alla volta. Per essere mattina presto, c’è molto movimento.

Pathfinder mette piede fuori dall’ascensore, sapendo che le resta poco tempo per portare a termine la sua parte del piano. Non ci sono scale che arrivino fino all’ultimo piano, e sull’ascensore c’è una telecamera. Senza il supporto di Shades, una guardia potrebbe averla vista. Per questo, Leah ha spedito l’ascensore giù fino al seminterrato, per guadagnare un po’ di tempo.

C’è un unico ufficio su questo piano, ma lei avverte chiaramente due cervelli in due stanze diverse (a meno che non si tratti di un ufficio incredibilmente spazioso).

Si avvicina alla porta, su cui è impressa una curiosa targhetta dorata:

“SYBIL LIGHTER – Founder – Chairman/Chief Executive Officer – Entrance might not imply safe leaving ”

Leah fa un ampio respiro e controlla l’ora… è leggermente in ritardo. Gira su se stessa, sferrando un calcio che non solo abbatte la porta, ma la scaraventa dall’altra parte dell’ufficio. Una donna di mezz’età si alza dalla sua scrivania, iniziando ad illuminare le mani.

Pathfinder si lancia a terra, scivolando fin sotto la scrivania e calciandola contro Lighter. Due raggi di luce colpiscono il soffitto, dissolvendosi in scintille.

Dopo l’incontro a Medicine Lake, Leah sa perfettamente che ci vuole ben altro per fermare questi Riflessi. Forse più di quanto lei non abbia, ma il suo compito non è sconfiggerla. Approfitta dell’effetto sorpresa per bloccarle la testa con i piedi, per poi usare tutta la sua forza e lanciarla contro il muro come se non pesasse niente. Anche così, la prima impressione è che sia il muro a farsi più male.

Lighter si sta già rialzando quando Pathfinder apre a calci la seconda porta dell’ufficio, venendo quasi accecata dalla luce indescrivibile che c’è dall’altra parte.

Chiude gli occhi, dato che non è quello il senso che le serve in questo momento. Lancia qualcosa verso il cervello che sente dall’altra parte, e poi esegue un salto mortale per evitare i raggi lanciati da Lighter.

La sua agilità le salva la vita in un altro paio di occasioni, ma i raggi sono istantanei. Sperando di aver recuperato il tempo perso, rimbalza contro il muro alle spalle di Lighter e si lancia contro le finestre.

Dall’esterno, gli abitanti di Saint Paul vedono una finestra che esplode in mille pezzi e due donne che cadono dall’ultimo piano del Reflex Plaza.

 

Un minuto prima, il Primo Riflesso sente degli strani rumori nell’ufficio a fianco. Vede la sua porta andare in pezzi, Lighter pronta ad uccidere un’altra donna, ed un oggetto diretto verso la sua testa. Lo afferra al volo, guardando divertita lo scontro.

Poi, il suo sguardo si concentra sul cellulare che le è appena stato lanciato contro. Lo sente squillare, nonostante il rumore della finestra che va in pezzi.

-Pronto ?

-Le mie scuse per i modi poco cortesi, Primo Riflesso, ma lei è una donna difficile da contattare.

-Chi è lei ?

-Sono il professor Augustus DeCeyt, Primo Riflesso. O preferisce che la chiami con il suo altro “nome”, Lasting ?

-Ha un minuto prima che i suoi sottoposti vengano uccisi. Perché dovrei darle ascolto ?

-Perché in quel cellulare c’è una dose di C-270, un potentissimo esplosivo. Mi basta premere un pulsante per farla saltare in aria. Certo, mi dicono che lei è quasi immortale e quindi si tratterebbe di una ferita da niente, ma…

-Ha la mia attenzione.

-Avrei una interessante proposta da sottoporle, signora Lasting… o è signorina ?

 

Alcuni super-criminali vanno pazzi per i combattimenti. Alcuni si sognano la notte di rompere un po’ di ossa, altri pestano a sangue chi osa soltanto guardarli male.

La maggior parte si gode almeno un po’ le risse e gli scontri. Switch no. Da quando ha ottenuto i suoi poteri ha fatto l’impossibile per scontrarsi con il minor numero possibile di super-umani, ed ha sempre cercato di cavarsela il più in fretta possibile. Adesso, forse, ha capito perché.

Lo ha capito quando si è ritrovato a dover schivare che forbici, tagliacarte ed altri articoli di cancelleria venissero materializzati nel suo cuore… quando puoi teleportarti, la tentazione di scappare è irresistibile. Una persona normale non può scomparire se non gli piace la situazione attuale, ma lui sì.

Stavolta non è così semplice. Quando ha visto che Locus è in grado di spostare anche i suoi portali a piacimento, ha provato a teleportarsi su un altro piano, e si è immediatamente ritrovato lì.

Locus sta giocando con lui, cambiando posto ai suoi portali o facendo sì che si creino dove lui non vuole. E’ arrivato il momento di fare altrettanto.

Switch si sposta alle spalle di Locus, sentendosi poi tornare al posto di prima. Evita di un millimetro uno dei suoi portali chiusi prima di spostarsi ancora, e ancora, e ancora, prima che Locus cerchi di lanciargli contro qualcosa. Switch si materializza davanti a lei, dandole le spalle e colpendola in faccia il più forte possibile.

Locus porta una mano al naso sanguinante, distraendosi quanto basta perché Switch torni nel corridoio e distrugga tutte le telecamere ed i neon.

Con un portale chiuso blocca la porta che gli è appena stata lanciata contro, e stringendo i denti piazza un portale davanti ad ognuna delle finestre del corridoio.

L’unica fonte di luce rimangono le mani di Locus, sorpresa da una mossa apparentemente inutile. Switch ne approfitta per scatenarsi.

Si teleporta davanti a lei, colpendola nuovamente sul maso rotto. Alle sue spalle, la colpisce in testa con un portale, così da farla piegare in due e sbattere contro il suo ginocchio, ora che le è davanti. Mette tutta la sua forza in un destro alla mascella; la afferra per le spalle e la sbatte violentemente contro il muro, due volte.

Lei si rialza, tentando di teleportargli un paio di forbici in mezzo agli occhi. Grazie all’oscurità totale, però, Switch le vede arrivare con un anticipo che segna la sua vittoria. Si sposta di lato per evitare le forbici, teleportandosi di lato per dare a Locus un calcio al ginocchio. Poi si mette davanti a lei e la colpisce con entrambi i pugni. Il colpo le fa perdere l’equilibrio e cadere a terra.

Un altro dei Riflessi si materializza nel corridoio, come ultimo sforzo. Switch scatta all’istante, lanciando un portale chiuso come se fosse uno scudo, che si conficca direttamente nella testa della nuova arrivata.

Freeman si toglie la maschera per respirare meglio, e fa scomparire i portali. Dandosi dell’idiota dopo aver controllato l’ora, si precipita nell’ufficio ormai devastato. Nello stesso momento, le porte vengono spalancate dagli uomini della sicurezza.

 

Generalmente, quando si sta per morire si rivede tutta la propria vita. Mandare all’inferno i propri colleghi è meno poetico, ma appropriato nel caso di Pathfinder mentre sta precipitando dall’ultimo piano di un grattacielo. E’ già al decimo piano quando vede un cerchio nero che si avvicina troppo rapidamente.

Per sua fortuna, è quasi abituata a dover pensare così in fretta. Sta cadendo più in fretta di Lighter, ma di testa… ed è un po’ difficile girarsi quando non hai assolutamente nulla su cui fare forza. Improvvisamente, vorrebbe avere più esperienza nei tuffi e meno nel kickboxing. Si mette in posizione fetale, girando su se stessa abbastanza in fretta da poter essere nella posizione desiderata in meno di un secondo.

Atterra sul portale chiuso troppo velocemente, e si lascia scappare un rantolo di dolore quando i suoi muscoli potenziati la spingono verso l’alto. Se fosse stata umana, senza dubbio ora sarebbe una pozza di sangue. Il portale scompare subito dopo il suo salto, ma ne compare uno poco sotto. Pathfinder sa che Lighter ci è caduta dentro, visto che non sente più il suo cervello.

La parte peggiore non è ancora passata; il portale non era per nulla flessibile e quindi non ha attutito l’impatto, e c’è troppo poco vibranio nelle sue suole per assorbirne l’urto. I muscoli delle gambe sono in fiamme, ma riesce comunque ad alzarle e fare un ultimo rimbalzo… allontanandosi dalla parete.

Come sperava, Freeman non è completamente deficiente e le ha fornito un ultimo supporto: un altro portale chiuso. Pathfinder salta direttamente verso il quindicesimo piano, rompendo la finestra e volando addosso a Freeman. Anche così, entrambi rotolano fino al corridoio.

-Aahhvoglio uccidere il professore… - si lamenta Leah, stringendo i denti e cercando inutilmente di muovere le gambe.

Quando alza lo sguardo, si vede una trentina di pistole puntate contro ed altrettante sicure che scattano. Guarda verso Freeman, che si sta rialzando a fatica.

-Che hai combinato stavolta !?

 

Sybil Lighter si rialza a fatica, dopo una caduta di quasi trenta piani. Solo il suo potere le ha permesso di restare intera. Non sa dove si trova, dato che non c’è neanche il più piccolo spiraglio di luce.

-E’ stata una bella lotta, sai ? Decenni a cercare di prevedere le mosse dell’altro…

-Shades !!! Dove sono ? Che cosa hai fatto alle mie discepole ?

-Morte. Tutte quante… Landslip. Locus. Loop. Lace. Layout. Lifelike. Link. Non hai mai avuto molta fantasia nei nomi, vero ?

-Ne accenderò delle altre ! Voi Ombre non avete scampo…

-Ti conosco, Lighter. Per salvarti hai usato praticamente tutta la tua energia. E’ stata una brutta caduta. Ti ci vorrà poco per tornare a pieno regime, certo… ma nel frattempo, sei una semplice umana. Addio, Sybil… tienimi un posto all’inferno.

-Fatti vedere, pallido riflesso di un’ombra !!!

Lighter illumina le mani, generando molta meno luce di quanto farebbe normalmente. Non riesce a vedere molto, ma sente qualcosa dietro di lei che respira. Lentamente. Pesantemente.

Si volta, illuminando un cyborg grande quattro volte lei, con gli artigli e le zanne lucidate a specchio. Lighter lo osserva a bocca aperta, e spegne le mani.

Marasso non mangia niente da due settimane. Le urla angoscianti non gli impediscono di godersi il pasto.

 

Shades esce da un angolo buio al quindicesimo piano del Reflex Plaza, facendo un fischio per richiamare l’attenzione delle guardie. I proiettili gli passano attraverso, andandosi a conficcare nella parete.

Freeman schiocca le dita e le guardie cadono in una serie di portali appena comparsi sotto i loro piedi. Si rialza in piedi, sorprendendosi quando vede Pathfinder fare lo stesso.

-Ma non eri ferita ?

-I muscoli normali sono quasi a posto.

-“Normali” ?

-Ho tre serie di muscoli nelle gambe…normali, per saltare e per calciare. Ho dovuto usare gli altri due per fermarmi, e non è esattamente salutare credimi. Mi ci vorranno due o tre settimane per tornare in forma, ma almeno posso camminare.

-Se voi due avete finito di fare conversazione, qui ci sarebbe da finire un lavoro.

-Dov’è finita Lighter ? – domanda Leah.

-Morta.

-Hai usato il solito trucco degli occhiali, vero ? Perché siamo sicuri che così non potesse soffrire ?

-Certo – risponde in modo incerto Shades, guardando verso Freeman, che gli regge il gioco.

-Tranquilla, non erano veramente vive, te l’abbiamo spiegato. Non c’è più nessuno nel palazzo ?

-Devono averlo evacuato, visto che non sento più nessuno a parte voi.

-Bene…allora vediamo di concludere la missione.

Freeman scompare, per tornare pochi secondi dopo insieme ad una grossa cassa di legno. Fatto questo, crea un nuovo portale e fa cenno a Pathfinder di entrarci.

Mentre la guardano scomparire nel disco nero, Freeman e Shades si guardano con un mezzo sorriso.

-Che casino lavorare con chi ha una coscienza.

-Non dirlo a me.

 

Nella piazza antistante, nel frattempo, le guardie cercano ancora di capire cosa stia succedendo. Lavorare alla Reflex Technologies non è mai stato il più normale dei lavori, forse, ma questa giornata è davvero pazzesca.

Le sirene si stanno già avvicinando, tante quante non se ne sono mai radunate a Saint Paul forse. Le guardie non hanno la minima intenzione di tornare dentro.

Non dovranno decidere, per loro fortuna. Davanti a loro appare un disco nero, che sputa qualcosa prima di scomparire.

Solo una delle guardie ha il coraggio di avvicinarsi. Prende in mano il congegno, grande come il quadrante di un orologio. Ci sono impresse tre lettere: A.I.M.

Sta mostrando delle cifre: 00.04, 00.03, 00.02, 00.01…

La guardia lascia cadere il detonatore, spaventato dal rumore indescrivibile che ha appena sentito. Si volta verso il palazzo della Reflex dove lavorava, e vede il quindicesimo piano vaporizzarsi in un’esplosione indescrivibile. Restano in piedi solo le strutture portanti, ma non ha più importanza perché ad uno ad uno anche i piani superiori esplodono senza lasciare più niente da sorreggere.

 

Due ore più tardi, nel New Jersey. Augustus DeCeyt sorseggia il suo Earl Grey mentre risponde al telefono. Davanti a lui scorrono ancora le immagini dell’esplosione.

-Pronto ?

-La linea è sicura ?

-Ci vorrebbe la NASA per intercettare la sua chiamata. Immagino che abbia già seguito le ultime notizie ?

-Sì… il suo piano è stato un completo successo. Ammetto che non me lo aspettavo.

-Con le sue informazioni, è stato un gioco da ragazzi.

-Avrei giurato che nessuno potesse convincermi a fare una cosa del genere.

-Sono un ottimo oratore.

-E per quanto riguarda il Primo Riflesso ?

-Abbiamo provveduto a lei… non le manca molto prima di raggiungere gli altri Riflessi.

-E’ davvero sicuro che nessuno scoprirà il suo coinvolgimento ? Anche se non ci sono state vittime, è stata un’esplosione spettacolare. Attirerà l’attenzione di gente molto potente.

-L’edificio è stato distrutto con la detonazione di C-270, un esplosivo di esclusiva proprietà delle Avanzate Idee Meccaniche. Sul detonatore c’era il loro simbolo, e con le dovute indagini sarà facile scoprire che affari avevano in corso con la Reflex Technologies. L’A.I.M adora la pubblicità, anche se immeritata, e come minimo non daranno la colpa ad altri.

-Il delitto perfetto, professore ?

-Quanto si può essere umanamente perfetti. Oh, certo, prima o poi qualcuno scoprirà senz’altro la verità. Non ho dubbi in materia. Potrebbe essere anche domani, chissà. Ma per allora non ci sarà assolutamente nulla che colleghi il fatto a me o ai miei collaboratori.

-Nessuno le ha mai detto che è un genio, professor DeCeyt ?

-Solo da quando sono nato. Quando verrà a galla l’ammanco di quaranta milioni di dollari nei conti della Reflex, il denaro sarà già stato ampiamente riciclato e sarà del tutto irrintracciabile.

-Allora quando potrò avere la mia parte ?

-Mercoledì prossimo, alle 19.35. Spero si fidi di me dato che, secondo il nostro accordo, questa è la nostra ultima conversazione.

-Io sono l’unica che la possa collegare all’incidente, DeCeyt, quindi sono sicura che onorerà il patto così come farò io.

-Molto bene. E’ stato un piacere fare affari con lei, miss Link; si riguardi.

-Arrivederci, professore.

DeCeyt riattacca, tornando a sorseggiare il suo the mentre ascolta compiaciuto i giornalisti che parlano senza sapere assolutamente nulla.

 

 

VILLAINS #28

…nella notte più fonda…

 

Shattensburg, Polonia. A venti chilometri dai confini della Germania. Il paesaggio è immerso in una luce spettrale, simile a quella di un’eclissi. Le strade sono deserte, circondate di case decadenti ed infestate da topi affamati. I terreni limitrofi sono aridi e sterili, e soltanto un po’ di erbacce e ragnatele donano colore al posto. Il vento gelido è l’unica fonte di rumore.

Un cerchio nero appare a mezz’aria, lasciando uscire due persone. Uno di loro si aggiusta gli occhiali da sole e fa un lungo, ampio respiro.

-Aah, finalmente a casa. E’ quasi un peccato che non ne debba restare un granché, non trovi ?

-Penso di dover vomitare – lo informa l’altro – Cos’è ‘sto odore !?

-Assenza di vita. Ci vuole un po’ per abituarsi, ma ne vale la pena.

-Dici !? Dimmi una sola cosa positiva su questo posto, Shades

-E’ tranquillo.

-Sembra un cimitero.

-E io che ho detto ? Da questa parte.

Con passi incerti, Edward Freeman alias Switch segue il suo (involontario) collaboratore, con la costante sensazione di essere seguito a sua volta. Si ferma solo per osservare alcune abitazioni, le più vecchie e malandate che abbia mai visto. A vedersi, sembra che basti sfiorarle perché crollino.

-Dì un po’, Shades, nessuno ha mai scoperto che voi Ombre stavate da queste parti ?

-No.

-Hhm. E ci state da…

-Sempre. La città che vedi è stata costruita attorno al nostro rifugio nel 1666, ma non ci vive più nessuno dall’inizio del secolo.

-“Vedere” è quasi impossibile, qui. E’ così scuro da mandare in tilt il mio Senso d’Ombra, ed io riesco a vedere anche al buio totale.

-Tu non hai idea di cosa sia il buio, Freeman.

-Ora non ricominciare con le tue lezioni idiote, Shades. Non mi bevo più le tue puttanate, okay ?

-Neanche dopo aver visto un’ombra gigantesca uscire dal tuo corpo e distruggere un’intera isola ?

-Senti, per quanto mi riguarda, è stata una macchina interdimensionale dell’AIM a darmi i miei poteri. Punto. Tieniti pure tutte le tue considerazioni metafisiche, okay ?

-Ce l’hai ancora con me. Mi piangerebbe il cuore, se ne avessi ancora uno.

-Senti un po’, razza di-

Freeman si zittisce da solo, quando il terreno inizia a tremargli sotto i piedi. Sente mille voci che sussurrano alle sue spalle, e le case malandate che tremano.

La polvere si solleva da terra e si alza a formare un vortice, che si alza verso il cielo in una spirale nera.

-Che cavolo è quello !?

-Il mio capo.

Le nuvole rilasciano una dozzina di lampi neri, che affondano nella terra per poi risalire. Dal groviglio di fulmini fuoriesce un serpente nero, che si allunga fino a raggiungere il terreno. La sua testa è larga più di due metri, ed i suoi occhi fissano Freeman e Shades.

-Hai fatto male a ritornare qui, Shades !!! Sarai giudicato dal Circolo delle Ombre con l’accusa di Tradimento !!!

-Non siamo in buoni rapporti – sussurra Shades al suo alleato.

 

Il serpente si lancia a terra, esplodendo in una poltiglia nerastra che si appiattisce fino a ritornare un’ombra. Da questa emerge lentamente un uomo magro e scarno, che si aggiusta la cravatta prima di camminare verso i due criminali.

Freeman, ben poco impressionato dalla sicurezza del nuovo arrivato, è rimasto piuttosto scosso dallo show di ombre.

-Ma è tutta scena, vero ? Abbiamo fatto fuori la Cacciatrice e…

-E’ il secondo nonriflesso. Può spazzarci il pavimento con noi due, per cui attieniti alla parte.

Shades si avvicina con la faccia più cordiale che possa avere, spingendo Freeman per farlo camminare.

-Non penso che voi due vi conosciate. Switch, questo è Snake. Snake, questo è Switch.

-Uh…bel posto – è tutto quello che Freeman riesce a dire, allungando una mano per farsela stringere.

Snake lo guarda dall’alto al basso, nonostante la differenza di statura sia a suo sfavore, e gli stringe la mano. Freeman digrigna i denti, soffocando il grido di dolore che vorrebbe lanciare… c’è mancato poco a rompersi parecchie ossa.

-Tu morirai più tardi, piccolo verme. Deciderò come. Ora andiamo.

Ad un gesto di Snake, lingue di energia nera si alzano dalla strada e li circondano in una bolla. Quando si schiude, Freeman cade a terra e inizia a vomitare sui gradini di una scala male illuminata.

-Stomaco debole, per un teleporta – lo schernisce Snake, mostrando i suoi denti aguzzi quando sorride.

-Non è abituato a passare per le ombre normali, solo attraverso i suoi portali – lo difende Shades, che comunque non lo aiuta a rialzarsi.

-Come se me ne importasse qualcosa. Scendiamo… aspetto di poterti uccidere da più di quarant’anni, Shades, e l’attesa mi avrebbe già ucciso se avessi ancora un corpo vero.

 

Nessuno dei tre dice una sola parola, scendendo le scale. Freeman ogni tanto rallenta per osservare le iscrizioni sui muri, ma sono in una lingua che non conosce e in fondo non è poi molto interessato a questo posto…tranne a come uscirne.

In fondo alla scalinata c’è un portone in ebano, da sotto il quale fuoriesce una nebbiolina nera. Snake bussa leggermente, e la porta viene aperta da uno sbuffo di fumo nerastro. Nonostante la facilità con cui si apre, scricchiola come se fosse rimasta chiusa per secoli. In effetti, è proprio così; raramente questa città è visitata da esseri che possono essere fermati da una semplice porta.

°ancora un po’ e vi saremmo ° venuti a cercaredichiara il fumo nero.

-Anche per me è un piacere, Smoker.

°fai poco lo spiritoso ° con la morte di Sharp hai perduto ° l’appoggio dell’ultimo Nonriflesso con un po’ di ° rispetto per te

-Nonché l’ultimo ad avere abbastanza palle per reggere il confronto con me.

-Questo posto fa veramente schifo, ve ne rendete conto ? Cristo, in quattrocento anni potevate almeno dargli una pulita !!! Sembra di stare in una fogna qui…

-Piuttosto esemplari come ultime parole, signor Freeman.

I due super-criminali osservano l’uomo che ha appena parlato, e a Freeman gela il sangue. Non sa bene perché, ma quella voce gli riporta alla mente le urla provenienti dalla strada che a cinque anni lo tenevano sveglio la notte.

Non c’è nulla da vedere, nel punto da cui arriva la voce, almeno non con gli occhi. Solo la sensazione che, lì, c’è qualcosa che ti guarda.

-Voglio che lei comprenda bene di che cosa siete accusati, signore Freeman. Il mondo stesso ebbe inizio quando le Luci e le Ombre si separarono, e da allora non hanno fatto altro che contendersi ciò che è stato creato. Questo conflitto è così grande da aver influenzato l’esistenza degli uomini, perennemente in bilico tra luce e oscurità, tra bene e male, tra vita e morte. Impossibilitati a prevalere l’uno sull’altro, crearono noi… Riflessi e Non-Riflessi della loro essenza, impegnati in una lotta eterna per decidere chi debba prendersi il creato. Il suo amico Shades ha cospirato per più di cinquant’anni affinché le due fazioni si uccidessero a vicenda. Essere scesi a un compromesso con il nemico getterà l’umanità nel caos, senza avere mai la speranza che uno di noi la strappi da ciò… senza più Luce e Oscuro, l’umanità non si salverà mai dal precario equilibrio che rovina la sua esistenza. Lasciando che le due fazioni si distruggano l’un l’altra…

-…l’umanità ha scelto l’ombra.

Freeman osserva Shades con estrema sorpresa… e quando con la coda dell’occhio guarda di nuovo il Nonriflessouno, non è più una voce inquietante ma un piccolo uomo nascosto nel buio.

-Tu hai capito di che sta parlando !? – gli chiede sorpreso.

-Vorrei farti notare una cosa, Nonriflessouno. Qui al mio fianco c’è un uomo che è cresciuto senza sapere nulla di Luci e Ombre, e che anzi rifiuta la loro esistenza pur avendo più prove di quanto dovrebbe essere possibile averne. Perché non sentire una terza opinione, la sua, per la prima volta da sempre ? Freemansinceramente… come definiresti i Nonriflessi ?

-Io non ci sto capendo niente, Shades

-In una parola sola, Freeman. Abbiamo giocato per mesi con la tua vita, i tuoi poteri, la tua esistenza. In una parola, come ci definiresti ?

-Coglioni.

-

-Grazie, Freeman. Non avrei saputo dirlo meglio.

-Elabori il concetto, signor Freeman.

 

Prima di rispondere, Freeman si accerta che nessuno stia cercando di staccargli la testa. Nonostante la faccia di Snake, però, non sembra correre grossi rischi.

Si lascia prendere dal momento, iniziando a parlare senza interrompersi e gesticolando parecchio, cosa totalmente anomala per lui.

-Ecco, è questo il vostro problema ! Tu… sei il capo di questa baracca da migliaia di anni, e se sei potente solo la metà di tutti i tuoi scagnozzi messi assieme dovresti potermi ridurre ad un mucchietto di cenere senza neanche guardarmi. Non dovresti chiedermi spiegazioni, dovresti uccidermi ! Ma non lo hai fatto, perché esattamente come tutti gli altri nonriflessi…senza offesa Shades…sei un fifone. Che cavolo, siete immortali capaci di andare in qualunque posto senza essere notati, non essere colpiti se non lo volete, e chissà che altro… potreste fare qualunque cosa, probabilmente…ma ve ne state rintanati nel vostro circolo privato per l’eternità !!! Oh, non venirmi a raccontare che non te ne puoi andare da qui, le tue amiche luminose l’hanno fatto ed hanno messo su una bella multinazionale con un bel po’ di contatti in ambienti poco puliti. Voi ? Niente !!! Perfino Shades, che fa di tutto per non essere come voi, ha un po’ questo tratto…c’è voluta un’eternità perché la smettesse di fare finta di essere il dono di Dio ai super-criminali e mi dicesse cosa cavolo voleva da me.

-Noi abbiamo una missione…

-Ah, adesso non cominciare anche tu ! Mi avete rotto con tutto questo casino sulla predestinazione e la lotta con le Luci !!! Guarda, le Luci sono tutte morte adesso, eppure sorpresa…il mondo c’è ancora, e non è ancora precipitato nel caos ! Non solo, abbiamo fatto tutto il lavoro sporco per voi, e vi lamentate pure !!! Ora ne ho veramente abbastanza…sai cos’è che mi fa divertire, in questo posto di merda che non vede una scopa dal Giurassico ?-

Continuando a parlare, Freeman si avvicina a Smoker e mette le mani in tasca, afferrando qualcosa.

-Mi viene in mente un discorsetto che mi ha fatto un certo Mason, che avete buttato fuori qualche decennio fa. Probabilmente perché era l’unico nei paraggi ad avere un cervello. Mi ha fatto capire che voialtri avete questo gran bel trucchetto… il corpo è l’ombra e l’ombra è il corpo, mi sembra che abbia detto. Sembrava una cazzata ma è geniale, no ? Uno pensa di colpire un corpo, o una massa informe di fumo, e invece sta sprecando munizioni su un’ombra. A me viene da ridere perché per ferire gente che ti può ridurre a una macchia sul muro basta saper pensare al contrario… il vero corpo è nell’ombra, e tutto quello che serve a far del male a un’ombra è una luce molto forte…-

Con un gesto fulmineo, Freeman estrae la granata al magnesio che teneva in tasca e la lancia contro il muro, direttamente sull’ombra di Smoker.

-Saluti dal Signore delle Ombre, coglioni.

 

La granata esplode, disperdendo il corpo di Smoker e lasciando un buco ben visibile nella sua ombra. Snake si prepara ad attaccare, avvolgendosi in uno strato di energia nera, ma viene investito da un’ondata della stessa, proveniente dagli occhi di uno Shades particolarmente divertito.

Approfittando del mezzo secondo guadagnato, Freeman si teleporta tra l’ombra di Snake e Shades, facendo esplodere una seconda granata.

Il suo corpo scherma gran parte della luce, ed i suoi occhi non vengono danneggiati grazie ad un paio di lenti a contatto noleggiate al Riparatore. Se c’è una cosa utile nell’essere ne buio più totale in mezzo a gente che non ha un vero corpo, è che nessuno fa caso a che cosa ti sei portato dietro.

Ovviamente, i Nonriflessi sarebbero ben poca cosa se un attacco così blando li potesse uccidere. Con il vantaggio guadagnato, però, Shades riesce a tenere a bada i propri simili grazie alla propria ombra.

Freeman estrae la sua terza granata e la lancia verso il Nonriflessouno, la cui oscurità è però troppo fitta per poter essere danneggiata così facilmente.

-Non tutte le ombre temono la luce, signor Freeman. Non avete alcuna speranza di potermi ferire in alcun modo.

-Con tutto il rispetto,uno, non sai un cazzo di quello che sappiamo fare – gli risponde Shades – Per esempio, che un certo professor DeCeyt ha informazioni di prima mano su come hanno fatto le Luci ad uscire dal Punto di Riflessione. Le ombre sono esseri a due dimensioni, non è così ? E la luce si ferma alla superficie. Quindi se le Ombre, per esempio, avessero disegnato su Shattensburg un cerchio che tu non potessi mai oltrepassare, ti saresti creduto in trappola. Se pensi a due dimensioni non c’è altra scelta, no ? Immagina che, dopo migliaia di anni, a qualcuno sia venuto in mente che c’è anche una terza dimensione.-

Il pavimento della cripta inizia a scricchiolare, e a rilasciare piccoli raggi di luce dalle intercapedini.

-Immagina che qualcuno abbia pensato di passare sotto quel cerchio, in un modo inconcepibile per un’ombra. Immagina che quel qualcuno abbia a disposizione una Luce ultraterrena in grado di passare attraverso qualunque cosa… immagina che ti odi così tanto da giungere a un accordo con DeCeyt… ed immagina che io le abbia appena mandato un segnale per informarla di dove siamo…-

Il centro della stanza crolla sotto la spinta della colonna di luce proveniente dal sottosuolo, dentro alla quale fluttua una silhouette femminile composta solo e unicamente di luce immacolata.

-Immagina di essere fottuto adesso, ‘uno.

 

All’apparizione della donna, due raggi di luce talmente bianca da essere dolorosa oltrepassano i corpi e le ombre di Snake e Smoker, bruciandoli fino al centro delle loro anime nere.

-Non ci vediamo dalla notte dei tempi, e scusa il gioco di parolesi introduce il Primo Riflesso, in una voce cristallina e distorta allo stesso tempo.

-Questo non sarebbe dovuto succedere, lo sai. Abbiamo generato sottoposti al solo scopo di non doverci combattere, perché uno scontro tra noi due…

-Durerebbe per sempre, dato che siamo identici per tutto tranne per ciò che ci rende esatti opposti.

-E’ questo quello che vuoi ? Vuoi abbandonare il tuo progetto di rendere il mondo un paradiso in terra, aspettandoti che io abbandoni il mio di renderlo un inferno ?

-Affronta la realtà, nessuno dei due ha mai fatto un granché per il mondo…si è rovinato abbastanza anche senza di noi.

-Solo cinquemila anni fa giurasti di portare a termine la tua missione…

-E ne ero certa anche una settimana fa. Ma un mortale mi ha fatto pensare. Mi ha fatto pensare al fatto che luce ed oscurità si stanno già combattendo per decidere il destino del mondo. Ed alcuni di loro incarnano questa lotta tra nemici naturali… eroi e criminali. Lui rappresenta i criminali ed ha convinto me, sua nemica…sii ragionevole. Siamo superati, inutili e poco efficienti.

-Finisce tutto così ? Dopo una preparazione così grande, la guerra si riduce ad un accordo sottobanco ?

-Non finirà. Noi continueremo a batterci, e chissà che un giorno non si riesca a decidere da che parte della bilancia cosmica portare il creato.

-Se è così, possiamo anche fare un tentativo.

-Dopo di te.

I due esseri si lanciano l’uno contro l’altro, afferrandosi subito per la gola. Ciò che segue è una pallida copia della creazione…luce e ombra si fondono per un istante, diventando qualcosa di assolutamente unico…per poi dividersi ancora, in eterna lotta, ma lontani da tutto ciò che è stato prima.

Shades e Switch restano soli, in una vecchissima costruzione sul punto di crollare, a guardarsi perplessi.

-Non so tu – si decide poi a dire Freeman, prima di creare un portale – Ma io ucciderei per una boccata d’aria fresca ed un po’ di sole.

-Sono d’accordo – risponde Shades, avvicinandosi al disco nero – Solo per quello che riguarda l’omicidio, ovviamente.

 

Qualche minuto dopo, i due camminano tra le strade di Shattensburg durante la prima alba che si sia mai vista in questo strano paese. Le nuvole nere che hanno coperto il cielo per millenni iniziano a diradarsi, e la vegetazione ricomincia il difficilissimo percorso per tornare alla vita. Prima o poi, qualcuno si accorgerà di questo luogo e lo riporterà alla civiltà.

-Così, adesso sono libero – dice Shades, parlando più con se stesso che con Freeman – Libero per la prima volta da cinquant’anni…forse per la prima volta nella mia vita, sono libero di essere quello che voglio.

-Dicevi sul serio, prima ? Secondo te l’umanità ha scelto l’Ombra eccetera eccetera ?

-Non lo so. Penso che, comunque, sarà interessante scoprirlo.

-Cioè ?

-Non invecchio ed è praticamente impossibile uccidermi. Sono immortale.

-Quindi, che fai ? Torni in America con me ?

-Sono stupefatto… sei serio.

-Ehi, non ti volterei mai le spalle, ma sai il fatto tuo in uno scontro. Oltre al fatto che non ti fai mai pagare, quindi se lavoro con te la mia percentuale sarà sempre più grande !

-Vedremo. Certo sono curioso di vedere cosa ha in mente DeCeyt.

-Già… è la prima volta che seguiamo un suo piano ed abbiamo già ucciso quindici persone, messo fine a una faida millenaria, raso al suolo un grattacielo e guadagnato più di venti milioni di dollari.

-Si prospettano cose interessanti, sì.

Freeman crea un portale di teletrasporto, e si prepara ad entrare.

-Sai, tutto sommato… - dice Shades prima di passare.

-Sì ?

-Ho ancora tempo per trasformare il mondo in un inferno…in fondo, non è una brutta carriera no ?

-Beh, potevi sceglierti di peggio. C’è chi fa l’eroe, nel tempo libero.

 

 

VILLAINS #29

LTD

 

Non so bene perché sono ancora qui. Non sono il tipo che si attacca troppo alle persone, o che ci tiene troppo a mantenere la parola data. D’altronde, fa parte dei requisiti del mestiere. Il mio nome è Edward Freeman e sono un criminale. Problemi ad ammetterlo ? No, non troppi. Non faccio neanche troppi sforzi per nasconderlo, sempre che mi sia possibile.

-Entri pure, signor Freeman. Veda di non toccare niente – mi richiama all’ordine il mio principale, il professor Augustus DeCeyt (capisco che il cognome non sia colpa sua, ma come si fa a chiamare un bambino “Augustus” !? Sicuramente è un criminale di seconda generazione, come me del resto).

No, a dire la verità, DeCeyt non è il mio principale. Il mio capo è LevRanennyjRezkowitz, anche se ho “disertato” la mafia russa da alcune settimane.

Che vi dicevo sul mantenere la parola data ?

Per essere un semplice essere umano, DeCeyt riesce a renderti teso con la sua sola presenza. E ve lo dice qualcuno che ha lavorato per MODOK.

-Allora, quand’è che si comincia a fare un po’ di soldi da ‘ste parti ? Non ho ancora visto un centesimo del colpo alla Reflex

-Non sono uno stupido, signor Freeman. Se le dessi subito il denaro, lei scomparirebbe in un batter d’occhio. Letteralmente.

 Mentre DeCeyt mi risponde, gli do le spalle e osservo il teschio che tiene sulla scrivania. Lo prendo in mano, muovendo il biglietto che c’era attaccato sotto; c’è scritto “HO DETTO NIENTE”. Quel tipo mi fa venire i brividi, giuro. E ho bevuto i drink di Madcap.

-Ciononostante, non sono uno stupido. Lei vuole soldi e lavori interessanti, e io posso procurargliene in abbondanza. Per esempio, defraudare l’allitterante Società dei Serpenti ?

-Non mi freghi, DeCeyt. Mi spettano più di sei milioni di dollari, non penserai… defraudare ?

-Secondo i miei informatori, la Società ha scoperto il furto del’ex cadavere di Marasso ad opera dell’AIM. Inutile dire che ho i miei piani per Marasso, e trovo una possibile interferenza…disdicevole. Serve un volontario.

-Un volontario per cosa ?

-Qualcuno si deve infiltrare nella loro base, forse affrontando una trentina dei più prezzolati sicari super-umani del Paese, aumentando considerevolmente la propria fama.

-Hhmm. Beh, sembra interessante…

-Non insulti la mia intelligenza, Switch. Prenda il suo costume ed attivi Marasso; partirà tra diciassette minuti, dopo aver letto il briefing che troverà nei suoi appartamenti. Oh, tra parentesi… buon anniversario.

-Eh ?

-Non se lo ricorda ? E’ passato un anno da quando ha acquisito i suoi poteri.

 

Rifletto a lungo su quello che è successo nell’ultimo anno. Beh, non proprio a lungo. Quaranta secondi al massimo, ma non sono il tipo da riflettere troppo sulle cose. Ho lavorato per una mezza dozzina di capi criminali, sono finito in galera e in un’altra dimensione, dovrei essere riuscito a mandare mio padre in galera, e sono entrato in possesso di un super-cyborg rettile di duecento chili. Niente di che, ma da qualche parte bisogna pur cominciare !

Così, finito il briefing (non credereste a quante cose riesce a scriverci DeCeyt !!!) torno ad indossare il mio costume. E’ da una vita che non lo indosso completamente… ma per come la vedo io, se proprio devo essere così stupido da usare un costume, almeno mi limito ad usarlo quando mi serve davvero.

Niente aiuti, questa volta. Pathfinder si sta ancora riprendendo dalle sue ferite, Shades è ancora impegnato a racimolare quello che resta del patrimonio personale del Signore delle Ombre, e almeno Turbine deve continuare a far finta di lavorare per Ranennyj. Meglio, stavo iniziando a dipendere troppo dai rinforzi.

Marasso è pronto… curvo sulla schiena per abbassarsi alla mia altezza, mi guarda con i suoi occhi rossi, con della bava velenosa sulle fauci e la punta della coda che si muove lentamente. E’ in forma.

-Stammi dietro e non fare cazzate di tua iniziativa, d’accordo ? Quelli mordono.

In tutta risposta, Marasso serra le mascelle con un KLANG deciso. Continua a rispondere ai miei comandi, secondo la programmazione che gli ha riscritto Corvo, ma mi preoccupa. Oh, se non altro ha ancora lo stomaco pieno. Spero.

Così, perfettamente in orario (se c’è una cosa che non si può criticare a DeCeyt è la sua maniacale cura del tempo), creo un portale di teletrasporto. Generalmente non mi sposto così alla cieca, ma pare che scoprire la tana dei serpenti non sia affatto difficile, di questi tempi.

 

Quartier Generale della Società dei Serpenti, da qualche parte a New York (ma di sicuro vicino ad un magazzino abbandonato. C’è sempre un magazzino abbandonato in queste faccende).

A prima vista sembrerebbe di più uno di quegli alberghi di terza categoria in cui ogni singola decorazione serve a farvi pensare che sia il meglio che possiate trovare, solo che in questo caso tutte le decorazioni hanno a che fare coi serpenti.

-Okay, chi è il capo da queste parti ? – esordisce Switch, prima ancora che Marasso sia uscito dal portale.

Di fianco a lui, un uomo e una donna lo fissano perplessi. Lui è un mingherlino vestito da rapper bianco, lei una ragazza con gli occhiali da sole che indossa solo una lunghissima gonna rossa a vita bassa e un top che contiene a malapena il suo fisico da maggiorata. Inutile dire quale dei due risulti più interessante a Switch.

-Cos’è questa, una sala d’aspetto ?

-Più o meno – risponde lei – Anche voi due siete qui per entrare nella Società ?

-Forse.

-Il tuo amico sbavante lo vedo ben piazzato, ma tu che hai a che fare con i serpenti ?

-Potrei farti la stessa domanda.

La ragazza solleva la gonna, rivelando una coda da serpente al posto delle gambe. Sorride, avendo cura di mostrare le zanne.

-Mi chiamo Yith. Mettiti in fila, uomo nero.

 

Pochi secondi dopo, un culturista in costume verdastro entra nella “sala d’aspetto”. DeCeyt dava più credito ai loro sistemi d’allarme.

-Ehi, chi cavolo ti ha fatto entrare !?

Ancora distratto dalla scollatura di Yith, Switch si volta verso di lui.

-Voglio parlare con Sidewinder, mi risulta che sia lui il capo qui. Tu chi saresti ?

-Cervone.

-Che nome di merda.

-Ehi !

-Su, forza, non ho tutto il giorno. Si tratta di affari importanti, quindi muovi quel culo verde vomito e fammi strada.

Cervone si gratta la testa mentre Switch si avvicina, seguito da un Marasso quasi a quattro zampe.

-Cos’ha che non va il mio nome ? Oh, io ti conosco… tu sei uno dei soci fondatori !!! Ma non eri…-

Cinque artigli viola in fibra di carbonio attraversano il petto di Cervone, lasciando fuoriuscire un gas velenoso. Cervone si sgonfia e cade a terra rumorosamente.

-…morto.

Yith e la versione scheletrica di Eminem si alzano in piedi, indecisi su cosa fare (per usare un eufemismo).

-Statene fuori, novellini – li minaccia Switch con un tono che lascia poco spazio ai fraintendimenti, prima di scomparire con il cyborg in un disco nero.

 

“Novellini” !!! Probabilmente anche loro hanno più esperienza di me. Chi avrebbe mai detto che sarei mai arrivato a considerarmi uno dei pezzi grossi !?

Marasso è molto nervoso, non la smette un secondo di guardarsi intorno e muovere la sua lingua biforcuta (secondo Turbine è così che i serpenti annusano, ma Turbine è anche convinto di essere irresistibile per le donne).

Possibile che si ricordi questo posto !? Non credo che questa sia la stessa base che avevano i Serpenti quando era ancora vivo. Non sono neanche certo che abbia conservato i suoi ricordi di quel periodo… in fondo hanno sostituito il suo cervello con quello di un serpente, vai a capire cosa pensa uno così.

Per fortuna non ho proprio il tempo di pensare a stronzate del genere. DeCeyt è un vero mostro ma nemmeno lui può avere accesso alla planimetria di un quartier generale di queste dimensioni, così devo andare per istinto. In certi casi anche il Senso d’Ombra è praticamente inutile.

Mi ricredo praticamente subito, quando avverto qualcuno che si avvicina. Non sarò Pathfinder, ma è parecchio difficile prendermi alle spalle.

Black Racer, la velocista del gruppo, si scontra contro un portale indistruttibile ad almeno ottanta chilometri all’ora. Bene. Non sopporto i velocisti.

Il problema è che, a questo punto, tutti i Serpenti nei paraggi saranno stati informati della mia presenza e si staranno avvicinando.

-Marasso, resta qui e non fare altro che difenderti fino a nuovo ordine.

Mi teleporto al piano inferiore che ho appena avvertito, ed incrocio le dita. Molto di quello che capiterà adesso dipende da quanto sono stupidi i serpenti.

 

In un’altra stanza, un uomo avvolto in un lunghissimo mantello ed un altro ricoperto da un complesso esoscheletro cibernetico si innervosiscono.

-Quarantamila dollari di sistemi di sicurezza mandati all’aria – mormora Sidewinder dando le spalle al suo dipendente, passando rapidamente in rassegna le immagini provenienti dalla moltitudine di telecamere di sicurezza. Non ci vuole molto: tre quarti mostrano solo un campo nero.

-Si direbbe il lavoro di un esperto… - gli risponde il nuovo Marasso, con tono preoccupato.

-Certo, altrimenti sapremmo già di chi si tratta.

-Non puoi teleportarmi direttamente dall’intruso ?

-Magari. Le telecamere sono neutralizzate secondo un ordine casuale, quindi l’intruso potrebbe essere ovunque. Non sono riuscito ad intravedere altro che una figura nell’oscurità…

La cintura di Sidewinder emette un rapido sibilo intermittente, che si ferma alla pressione di un pulsante nascosto.

-Sì ?

-Intruso avvistato nella zona cinque. Indossava un costume completamente nero, ed è scomparso appena l’ho guardato.

-Ricevuto, Aspide. A tutti i Serpenti in ascolto, dirigersi verso la zona cinque per bloccare un intruso. Autorizzo l’uso di forza letale, ma cercate di lasciarne quanto basta per l’identificazione. Chiudo.

-Vado anch’io.

-Neanche per idea, Marasso, tu sarai la mia guardia del corpo. Chiunque ci sia dietro, probabilmente sapeva che quasi tutti i Serpenti sono fuori in missione ed ha pianificato il momento in cui eravamo più vulnerabili…non voglio restare senza copertura.

-Ma non hai sentito ? Costume nero, teleporta, è Switch ! Il tizio che era con il Marasso originale sull’isola dell’AIM…deve esserselo portato dietro, per forza !

-Una ragione in più per tenerti qui.

-Ma dobbiamo combattere ! Abbiamo lo stesso nome, gli stessi poteri, la stessa squadra !

-Precisamente per questo non voglio che voi due vi incontrate…quando torna l’originale, il sostituto generalmente muore.

-Ma ci ho scommesso trecento dollari…

-Ha smesso di distruggere telecamere. Ora scopriremo che cosa vuole da noi !

-Di certo non il numero del vostro costumista. Bel mantello, però.

Sidewinder si volta di scatto, stringendosi ancora di più al suo mantello e pronto ad usarne le capacità di teletrasporto. Davanti a lui, un uomo in costume completamente nero…e nessun Marasso.

-Cosa credi di poter fare !?

-Fregarti.

 

In un’altra sezione della base sotterranea, due braccia robuste si allungano di alcuni metri e si intrecciano in una stretta titanica attorno al corpo del primo Marasso.

Il cyborg si agita per la sorpresa, cercando di rompere la stretta mortale di Anaconda. Inutilmente.

-Ehi, sei bello resistente sai ? Una stretta del genere può frantumare il… porca miseria, sei tu Roland !?!?

Il mostro sembra quasi calmarsi, al suono di quella parola. Uno dei più sofisticati software di riconoscimento passa in rassegna tutti i dati fisici della donna, indicata come potenziale alleata dagli archivi dell’AIM. La stretta si allenta, ma Marasso non fa nessuno sforzo per liberarsi.

-Hai un aspetto da schifo, Roland. Vorrei proprio sapere quale pazzo depravato è andato a tirarti fuori dalla tomba per farti questo…

Marasso stringe le fauci, ed il rosso degli occhi si affievolisce. L’istinto gli dice di fidarsi di questa donna, ma la programmazione esige ubbidienza.

-Gliela faremo pagare, okay ? Come l’abbiamo fatta pagare al Flagello… non proprio noi, ma ci abbiamo provato. Ho ancora quel trapano elettrico che usavi per lucidarti le zanne, vuoi venire a vederlo ? Con molta, molta calma…

-Tienilo fermo ! – urla qualcuno alle spalle di Marasso, prima di affondare le proprie mascelle di titanio tra le scaglie del cyborg.

Marasso si irrigidisce, cercando nuovamente di liberarsi dalla stretta di Anaconda e spalancando le fauci. Cerca di urlare per il dolore, ma il processore vocale emette solo qualche debolissima scarica.

-Natrice, idiota !!! L’avevo sotto controllo !!!

Dalla coda di Marasso spuntano una dozzina di acute punte avvelenate, che conficca con forza nella carne delle braccia di Anaconda. La donna-serpente ritrae le braccia, cercando come meglio può di diminuire la perdita di sangue.

Meno di due secondi dopo, gli artigli di Marasso si conficcano tra le costole di Natrice per avere la presa migliore, ed i muscoli meccanici fanno il resto staccando l’ex collega dalla sua schiena. L’intera dentatura artificiale resta conficcata tra le scaglie, mentre Natrice viene lanciato contro Anaconda con forza sufficiente da sbatterli entrambi contro il muro.

 

All’ingresso, Yith striscia sinuosamente fino al corpo privo di conoscenza di Cervone, ma il mingherlino la blocca afferrandole una spalla.

-Meglio non provarci, sorella.

-Hai paura o cosa, sangue caldo ? Magari è un test o cose simili. Sono tutti un po’ pazzi qui, ma pagano molto bene.

-Che cosa vuoi fare, entrare senza il loro permesso solo per sapere che succede ?

-Sì, roba del genere…qualcosssa in contrario ? – risponde la donna-serpente, mostrando la lingua biforcuta.

-Te lo dico per l’ultima volta, è meglio che non ci provi.

Lo smilzo fa un passo in avanti, ma Yith lo ferma appoggiandosi alla sua schiena ed avvicinando le zanne alla pelle bianca.

-Mi hai proprio rotto le ssscatole

Fuori dalla visuale di Yith, la mano destra dello smilzo inizia a cambiare. La pelle sembra girare su se stessa, non c’è un modo migliore per descriverlo, e diventa molto più spessa e verde scuro.

Il secondo dopo, cinque artigli di dieci centimetri vengono conficcati nella carotide di Yith con una velocità fulminea.

La donna-serpende indietreggia, ondeggiando sulla propria coda e portandosi le mani alla gola, tentando inutilmente di respirare. Sotto i suoi occhi, lo smilzo cambia pelle in mezzo secondo, ricoprendosi di scaglie.

-“Sangue caldo”. Pfff.

Lasciandosi alle spalle la donna moribonda, il rettile smilzo annusa l’aria ed inizia a curiosare tra i corridoi del Quartier Generale della Società dei Serpenti.

 

Sidewinder scompare letteralmente all’interno del suo mantello, ricomparendo subito alle spalle di Switch…o così pensava. Non ha neanche il tempo di guardarsi intorno prima di essere strattonato per il suddetto mantello ed essere sbattuto verso il muro.

Alla pressione di un pulsante, il suo costume emette una nuvola di vapori verdastri che invadono la stanza.

-Lascia perdere il veleno di serpente,winder, questo costume ha una scorta d’aria per una buona mezz’ora.

-Sei in gamba…potresti unirti a noi.

-E che ho a che fare io coi serpenti ?

-Il mio predecessore reclutò Diamante, posso inventarmi anch’io una scusa.

-Divertente. Lo sai che il mio Marasso i tuoi Serpenti può mangiarseli a colazione, vero ? E intendo letteralmente.

-Anche se trovo disdicevole il non esserne stato informato, ammetto che l’AIM ha fato un ottimo lavoro.

-Sai, non ho mai scoperto chi c’era dietro. Il Corvo mi ha detto che persino l’AIM può solo sognarsi un ibrido tra un microcomputer ed il cervello di un serpente… non è che per caso il sostituto che hai trovato non era all’altezza ?

-Sono un uomo d’affari, Switch, non spenderei mai decine di milioni di dollari per resuscitare un impiegato totalmente rimpiazzabile. Che cosa sei venuto a fare qui oggi, e soprattutto per conto di chi ? Ranennyj ?

-Forse mi sono portato dietro un potente esplosivo e lo userò per fare esplodere la tua base. Non è la prima volta che mi danno un lavoro del genere, lo sai ?

-Moriresti anche tu.

-Non se l’esplosivo fosse incorporato nel costume. Potrei innescarlo e teleportarmi al sicuro.

-Il C-270.

-Andiamo, lo sanno tutti che il C-270 è dell’AIM. A meno che non siano loro ad avermi assoldato, eh ? O qualche vostro cliente insoddisfatto ? No, forse non c’entra niente e sono qui solo per cancellare i dati che avete su di me e Marasso.

-Sei stato attentamente monitorato. Non hai avuto il tempo di farlo.

-Non se qualcun altro potesse curiosare tra i vostri computer tramite un collegamento col mio costume. In quel caso che faresti,winder ?

-Insomma, cosa diavolo sei venuto qui a fare !?!?

-E’ così che ti vogliamo, Sidewinder. Nervoso. Insicuro. Paranoico. Vogliamo che tu non riesca a dormire e che scatti di nervi tutte le volte che senti il pavimento scricchiolare, temendo che io sia dietro di te pronto a spararti.

-E’ tutto un bluff…tu non sei nessuno, non lo sei mai stato, e non hai nessuna organizzazione alle spalle !

-Mi sembri nervoso, Sidewinder. Perché non vai a fare quattro passi ?

Switch scompare in un batter d’occhi, e Sidewinder si precipita verso il sistema di sicurezza prima di rendersi conto di quanto sia ridicolo, dato che poteva teleportasi con tutta calma. Deve calmarsi, in fondo tutte le telecamere si sono riaccese. Tutte tranne una sola…

-Serpenti ! Recarsi immediatamente al deposito veicoli !!!

 

Gli artigli di Fer-de-lance vengono strappati dal costume, prima ancora che la messicana abbia avuto il tempo di lamentarsi. La coda bionica di Crotalo fa la stessa fine, e Marasso la addenta ferocemente. Con suo grande disappunto, non perde sangue ma scintille, ed è costretto a sputarne a terra una parte.

Sprovvisti di altri trucchi, i due Serpenti si guardano molto preoccupati fino a quando un paio di mani guantate di nero non fanno sbattere tra di loro le teste.

-E’ da sempre che speravo di fare una cosa del genere…ehi, ti sei divertito vedo.

Guardandosi solo di sfuggita gli artigli intrisi di sangue, Marasso inclina la testa e guarda Switch con curiosità.

-Se vuoi sapere se ce ne sono degli altri, non lo so e non mi interessa. Ho chiuso con questi perdenti…sempre che loro siano abbastanza intelligenti da essere d’accordo, almeno. Andiamo ? Sidewinder non può essere così stupido da non aver già capito dove sono.

I due super-criminali entrano tranquillamente in un portale di teletrasporto, che scompare immediatamente dopo.

 

Intanto, il nuovo Marasso non può aspettare che i sistemi di sicurezza l’abbiano riconosciuto. Sfruttando le modifiche cibernetiche che gli sono valse l’ingresso in Società, riduce a piccoli pezzettini la complessa serratura ed apre con un solo gesto la porta.

Entra quasi a quattro zampe, sicuro al 100% di essere atteso. Ascolta con estrema attenzione, ricevendo solo l’eco dei proprio arti di metallo sul pavimento.

Infatti, l’intero hangar è deserto. Dove prima c’erano due dozzine dei più complicati mezzi di trasporto che il denaro sporco possa comprare, ora c’è solo Sidewinder a stringere con tutta la forza di cui dispone il suo mantello.

-Io lo ammazzo… prima o poi

-Capo, che è successo ? Dov’è Switch ? Dov’è il Marasso originale…dove sono le navicelle !?

-Non lo so. Questa stanza era monitorata. Non ho la più pallida idea di come abbiano fatto.

-Tutto questo per rubare i nostri mezzi ?

-Volevano solo mandarci un messaggio. Tutto questo solo ed unicamente per mandarci un messaggio.

-Quale ?

Sidewinder si volta verso Marasso, indicando poi una scritta sulla parete che hanno di fronte. Poi scompare tra le pieghe del mantello e dello spazio.

Marasso sente dei passi femminili sulla porta, ma non ci fa troppo caso. La donna si avvicina, tutt’altro che tesa.

-Che diavolo è successo qui ? – chiede Aspide – E soprattutto cosa vuol dire quello ?

Marasso alza le spalle, guardando le tre lettere che sono state disegnate sulla parete. L T D.

-Ah…capisco. Forse vuol dire che non siete più i migliori.

Marasso annuisce leggermente, per poi voltarsi verso la bella donna egiziana. Prima che possa vederla si ritrova con due paia di artigli conficcati negli occhi, e si piega in due per il dolore.

Aspide muta rapidamente forma, ed un serpente snello scompare tra le ombre proprio mentre gli altri super-mercenari arrivano sulla scena.

“Non ho idea di chi siano” riflette Slim Snake mentre si allontana con l’aspetto di Cervone “Ma mi chiedo se accettino nuovi membri”.

 

Più tardi, pochi minuti prima della mezzanotte. Un disco nero appare a mezz’aria, restando fermo fino a quando non ha lasciato emergere Freeman e DeCeyt.

Il signore della pianificazione si guarda intorno circospetto, prima di fare strada come se conoscesse a memoria il posto.

Le luci al Bar With No Name sono basse, e non ci sono super-criminali mezzi ubriachi pronti ad uccidersi l’un l’altro. Non stasera. Questa è una serata unica.

-E’ stato un incarico soddisfacente, signor Freeman ?

-Direi. Bel modo di festeggiare l’anniversario dei miei poteri… solo in un paio di occasioni, in passato, mi sono sentito un vero super-criminale. Ma questa volta… porca miseria, questa volta ero assolutamente al mio meglio.

-Quindi esistono altre cose che la motivano oltre al denaro, signor Freeman.

-Basta che non lo racconti in giro, ho una reputazione da difendere.

-Se preferisce così.

-Allora… adesso ?

-Adesso pensavo di rendere assolutamente indimenticabile questa giornata. Un giorno, senza ombra di dubbio, questa data sarà nei libri di storia e pensavo di farla coincidere con l’anniversario di Switch, per ringraziarla. Senza di lei non avrei a mia disposizione Marasso, Turbine, Shades e probabilmente non sarei riuscito a convincere Pathfinder. Per avere tendenze solitarie, signor Freeman, lei è una vera calamita per le alleanze.

-Sì, sono il massimo nel mettere nei guai gli altri.

-Vogliamo entrare ?

Per una volta, il Bar With No Name sembra un comunissimo bar. Sedie e tavoli sono vuoti, sul pavimento non ci sono bossoli e pezzi di vetro, e due clienti senza costume stanno entrando dall’ingresso.

Certo, generalmente in un comunissimo bar non c’è una donna che esegue un quadruplo salto mortale all’indietro per salutare i nuovi arrivati, ma avete capito.

Pathfinder atterra proprio di fianco a DeCeyt, e forse per la seconda volta da quando Freeman la conosce sta sorridendo.

-GusFreeman

-‘finder. Come vanno le gambe ?

-Mi ci vorrà ancora un po’ per guarire, ma è un sollievo poterle usare come si deve. Niente Marasso ?

-Sfortunatamente, la nostra arma segreta non più tale è in fase di ricarica. E la pregherei di chiamarmi con il mio nome completo, miss Mathers. Augustus è il nome di un imperatore, Gus si addice di più al gestore di un’autopompa di Spokane.

-Per l’insalata marcia del Grande Scarafaggio !!! Il capo !!! – strilla Madcap saltando oltre il bancone, passando attraverso Shades ma dando un calcio a Turbine.

-Il barista, suppongo.

-Saaalve, o grande ordinatore di un mondo di cervelli montati a panna acida e noccioline ungheresi ! – saluta il criminale pazzo con un inchino.

-Madcap. Devo ammettere che la qualità del servizio può essere peggiorata negli anni, ma le buone maniere e l’originalità non mancano.

-Voi due vi conoscete !?

-Non proprio, miss Mathers, ma ero tra i finanziatori della ristrutturazione di questo bar dopo la strage del Flagello, sotto falso nome ovviamente. Mi pare di ricordare che Madcap si fosse presentato al colloquio indossando solo maschera, cappello, petrolio e nitroglicerina.

-Ed un accendino con la scritta “Dio è un fermacarte di gelatina”, scritta da me.

-Per pura curiosità, come ha fatto ad ottenere il lavoro !? – chiede Freeman.

-Dandosi fuoco, facendo impazzire i proprietari con il suo potere e carbonizzandoli. Un metodo infallibile.

-Non potevano trovare un barista migliore, credetemi ! Voglio dire, tanto il mondo non ha alcuna logica ed è tutto dettato dal caos, quindi perché preoccuparsi se si può guarire da qualunque ferita e si è portati per la ristorazione ? Volete ordinare qualcosa ?

-Birra.

-Earl Grey.

-Acqua.

-Godfather.

-Whiskey.

-Alka Selzer per tutti, d’accordo ! Arriva subito !!!

-Okay, abbiamo tutti ascoltato l’imbecille, adesso si parlerà di cose serie immagino – taglia corto Shades, avvicinandosi lentamente seguito da Turbine.

-Ma certo. Signori e signora, pensavo potesse essere la serata adatta per ufficializzare la nascita della Villains LTD.

 

-“Villains” ? E che cazzo di nome è !? – si lamenta Freeman prima ancora che DeCeyt abbia finito.

-E’ come venite definiti dalla stampa. Super-criminali. Nemici. Avversari. Ciascuno di voi… ciascuno…possiede un potenziale incredibilmente maggiore rispetto a quello di qualunque comune essere umano. Nessun umano avrebbe la minima speranza di sopravvivere contro di voi; avete i mezzi per superare tutti gli ostacoli tecnologici che possono mettervi davanti; tutto ciò che vi manca è un’organizzazione, un piano. Come sapete, mi vanto di essere il miglior pianificatore sulla faccia della Terra e credo che i miei risultati parlino da soli. Siete persone diverse, con obiettivi e mentalità diverse, ma fondamentalmente volete cose semplici… Denaro. Libertà. Sicurezza. Avventura. Posso darvi tutte e tre in un modo che non avete mai sognato. Voi volete cose limitate, ed io ve le fornisco nel sistema più stupefacente su cui possiate sperare di contare.

-Okay, di questo avevamo già parlato, ma perché LTD ?

-Chiunque abbia i requisiti giusti potrà entrare nell’organizzazione, così come chiunque potrà assoldarla. Non ci sono davvero limiti a ciò che possono fare dei super-umani ben organizzati. Chi ha detto che solo i cosiddetti “buoni” possono vincere, del resto ?

I super-esseri si guardano tra di loro, in parte convinti e in parte ancora perplessi.

-E’ il momento di decidere, signori e signora. Vi offro i vostri sogni. Chi è disposto a fidarsi di me ?

DeCeyt allunga un braccio, tenendo il palmo della mano rivolto verso il basso. Quasi subito, Turbine appoggia la sua mano.

-Ehi, per me va bene. Ne ho provate tante, magari questa è la volta buona. Ci sto.

-Anche se non funziona, io vivrò abbastanza a lungo da non pentirmene troppo. Sono dentro – si aggiunge Shades, appoggiando la mano su quelle degli altri.

-Io mi fido di DeCeyt, e peggio di com’è andata ora… Ci sono anch’io – continua Pathfinder.

-Signor FreemanSwitch ?

-Che sono, scemo ? Certo che sono tra i vostri ! Credete che avrei combinato tutto questo casino, altrimenti ?

Cinque mani diverse di cinque persone estremamente diverse si sovrappongono, proprio nel momento in cui Madcap arriva – miracolosamente, con le ordinazioni giuste.

-Eh…sapete, questo mi ricorda una barzelletta che ho sentito parecchio tempo fa…

-Ma sparisci – lo blocca Freeman.

-Mi interessano i punti di vista anomali, signor Madcap. Continui – lo incita DeCeyt.

-Beh, è piuttosto semplice. Quanti super-criminali ci vogliono per cambiare una lampadina ?

Freeman alza gli occhi al soffitto, Turbine sbuffa, Pathfinder si morde un labbro e Shades non fa una piega. DeCeyt sorride, guardando Madcap negli occhi.

-Uno che la cambia, quattro che litigano per farlo al posto suo, due che per caso si imbattono in un super-eroe che vuole risolvere il problema, ed una mente criminale che si prende il merito dell’operazione ! Volete ordinare qualcos’altro ?

 

INIZIA SU VILLAINS LTD #1 !

 

Note

Ventinove numeri fa nasceva la prima testata di Marvel IT dedicata ad un personaggio originale (e seconda in assoluto a non riprendere una serie preesistente, dopo Worldwatch). Abbiamo iniziato con un semplice avanzo di galera e lo abbiamo seguito muovere i primi passi come super-criminale, uno di quelli dalla vita più complicata probabilmente. L’idea di base della serie, quindi, ha sempre previsto un qualche genere di finale: la nascita e la consacrazione di un super-criminale.

Arrivati a questo punto, Villains non aveva più ragione di esistere e per non penalizzare i nuovi arrivati o cambiare totalmente la struttura narrativa non c’era che una soluzione… una testata completamente nuova, che approfondisse i concetti portati avanti su questa serie e li portasse all’estremo.

Tutto questo inutile sproloquio per salutare Villains, che ci lascia definitivamente in questa forma (in Marvel IT tutto è possibile, quindi potreste anche trovare un Villains #30 in futuro ! ) ed annunciare quello che avete appena letto: la nascita di Villains LTD !

Se DeCeyt non è stato abbastanza chiaro, ci penseranno i primi due numeri ad introdurre alla perfezione (si spera) la filosofia (deviata) che ha dato origine al tutto.

Inutile dire allora che ritroverete Switch e compagnia su Villains LTD #1, e lasciatemi usare le ultime righe rimaste per ringraziare tutti quelli che hanno collaborato a ventinove interminabili episodi: il tuttologo Carlo Monni (scrittore di Capitan America, dove trovate il resto della Società dei Serpenti in questo periodo), l’introvabile Tobia, lo sfuggente Valerio (creatore dei nuovi Sidewinder e Marasso nei primi numeri di Power Pack), gli altri pregiudicati che si sono sporcati le mani con le trame e soprattutto il poveraccio che ha dovuto supervisionare ventinove storie del tutto fuori di testa, Mickey, Editor sin dal numero 1.

Excelsior !