VILLAINS #26-29
GIOCO DI SQUADRA
Si conclude la serie con un’ultima
saga per tirare le somme dell’interminabile saga delle Luci e delle Ombre, lo
scontro che ha fatto da sottofondo sin da Inferno2, invadendo più o meno le altre tematiche.
Edward Freeman, super-criminale alle
prime armi col nome di Switch, è riuscito a formare
un piccolo esercito formato dal cyborg Marasso, l’uomo-ombra Shades, il collega Turbine e la mutante Pathfinder.
Seguendo le indicazioni del misterioso professor DeCeyt,
la squadra impossibile ha iniziato a lavorare insieme scoprendo che, pur non
sopportandosi l’un l’altro, sono fatti per essere una
squadra.
Le motivazioni per la chiusura della serie e la sua
evoluzione in Villains LTD le troverete
più avanti; adesso attenzione alla vostra ombra e buona lettura.
VILLAINS #26
American Lights
Il Mutantz,
il più esclusivo bar di Newark, New Jersey. Esclusivo
perché, a meno che non abbiate le giuste conoscenze,
per entrare dovete essere dei mutanti che ce l’hanno a morte con gli altri
super-esseri.
Leah Mathers alias Pathfinder non ha di questi problemi, essendo una mutante attualmente al soldo di Augustus DeCeyt, meglio noto in questi ambienti come il Professore. Seduto a fianco a lei, davanti al bancone, un uomo con gli occhiali
da sole nonostante le luci molto basse.
-Prendi qualcosa
? – le chiede Shades,
sorseggiando il solito Godfather.
-No, grazie.
-Guarda che offre il Professore –
le ricorda.
-Già, immagino che in caso
contrario non avresti pagato.
-Per me lasciare in vita il
barista è una forma di pagamento.
-Allora non vedo l’ora di vederti
saldare il conto da Madcap – interviene una voce che Shades e ‘finder non hanno mai sentito prima.
-Sarà il caso di
muoverci…avremo un sacco di lavoro da
fare nei prossimi giorni – continua Pathfinder
alzandosi in piedi.
-Ehi !!!
Non avete proprio niente da dirmi !? – protesta il nuovo arrivato.
-Hhmm sì … – risponde la mutante dopo averlo guardato di
sfuggita – … le hai chiesto di
lasciarti quel naso, o se ne è dimenticata ?
-Per il resto Eileen
ha fatto un buon lavoro…nonostante lo scarso materiale di partenza – continua Shades.
-Ehi, come avete fatto a capire
che ero io !? Faccia nuova, voce nuova, impronte nuove, retine nuove, impronta
dentaria nuova…
-Potere mutante – risponde Pathfinder, indicando la propria fronte.
-Hai la stessa
ombra – risponde Shades,
picchiettandosi gli occhiali.
-Cazzo, tre ore sprecate. Se ce l’avessi
io un potere come quello farei
milioni…
-Bella pensata, Freeman, ma le ci vogliono sei
mesi per ricaricarsi e farlo di nuovo. DeCeyt l’ha
già messa sotto contratto, naturalmente.
-Comunque sono
riuscito a cambiare faccia senza pagare niente, cosa che non mi sarebbe
riuscita con Ranennyj. E adesso sarà il caso di vedere cosa vuole in cambio il grande capo, che ne dite ?
I tre entrano nella saletta
privata di DeCeyt, rimanendo sbalorditi dall’assenza
delle fortissime luci che gli impedivano di vedere in faccia il loro mentore. Pathfinder lo aveva già visto in faccia, una volta, ma è una sorpresa anche per lei.
Il Professor Augustus
DeCeyt fa un cenno per invitarli a sedersi, mentre appoggia
sulla scrivania il libro sulla cui copertina si può leggere “A. DeCeyt:
Organizzazioni criminali transnazionali e denaro sporco, seconda edizione”.
Freeman approfitta della pausa per studiare il suo nuovo e futuro
datore di lavoro, trovandolo ironico dato che ha ricevuto la sua nuova faccia
da pochissimo.
Se lo sarebbe
aspettato molto più vecchio, invece a giudicare dal fisico non può avere che
una quindicina d’anni più di lui. I
capelli sono fortemente diradati sulle tempie, ma non hanno un minimo di
grigio. La fronte arcigna, il naso aquilino e gli occhi sempre al massimo della
concentrazione gli danno l’aria di un uomo estremamente
attento a quello che gli succede intorno. Sotto la giacca da duemila dollari, Freeman intravede un microscopico giubbotto antiproiettile.
-Oggi ho dato le mie dimissioni da
tutte le università presso cui insegnavo – comincia il
Professore mentre si siede – Ho concluso la mia ultima lezione di criminologia
con una discussione su sir Arthur
Conan Doyle e la sua idea
che qualunque crimine e criminale, dal borseggiatore al Professor Moriarty, non appartiene esclusivamente al passato… ma
avverrà nuovamente. Credo che i miei
studenti abbiano trovato la lezione particolarmente stimolante.
-O mortalmente noiosa.
-Non mi aspetto che lei si intenda di criminologia o letteratura, signor Freeman. Cercavo solo di spiegarvi il perché non è più necessario nascondervi il mio aspetto; per chiunque
altro, il noto Professor DeCeyt si è ritirato in una
villa a Cresskill, anche se avrebbe preferito il Sussex. Anche la carriera del famigerato Professore ha
soltanto altri due giorni di vita…principalmente per impedire agli uomini di Ranennyj di ricavare la formula del C-270
dai campioni che gli avete portato. Suppongo che inizi
a sospettare qualcosa ?
-Non era molto convinto della
nostra spiegazione su come ne siamo entrati in possesso – risponde
Shades.
-Ci speravo. Ma
sarà meglio tralasciare i convenevoli, i vostri voli partono tra poco meno di
due ore.
-“Voli” ? – chiede perplessa Pathfinder.
-Ognuno di voi prenderà un volo
per Minneapolis, su aerei diversi. Il C-270 viaggerà
su un altro aereo, e Marasso su un altro ancora.
-Minneapolis ?
-Precisamente. Una
volta riuniti, vi verrà consegnato un furgone sufficientemente ampio da
trasportare tutto il necessario. Mi dispiace, Shades,
ma lei dovrà viaggiare in forma d’ombra o non ci sarà spazio sufficiente.
-Nessun problema. La nostra
destinazione ?
-Medicine Lake.
Ma non mi aspetto che la raggiungiate. Tralascerò i
dettagli, ma ho fatto sì che la Reflex Technologies
venisse a conoscenza di un mio non meglio precisato interesse per quella città.
Manderanno alcuni dei loro super-umani… “Riflessi” se non vado errato… ad
uccidervi. Se seguirete le mie istruzioni, dedotte
dalle vostre risposte nei nostri colloqui, non avrete problemi di sorta. Per
sicurezza, farò caricare sul vostro furgone anche un buon numero di armi da fuoco.
-Dopodiché ? – domanda Freeman.
-Vi dirigerete direttamente al
Punto di Riflessione. Ho scoperto la sua esatta posizione
esaminando i contatti di Pathfinder con la
Reflex. Shades, vorrebbe gentilmente spiegare ai suoi
compagni di viaggio cos’è il Punto di Riflessione ?
-E’ la roccaforte delle Luci. Si è sempre trovato in Siberia,
ma anni fa è scomparso. Fui incaricato di ritrovarlo…senza successo.
-Perché è così importante ? Voglio dire, non ci aspetteremo mica che siano tutte là
vero !?
-Per definizione, Freeman, devono
trovarsi al Punto. Il Primo Riflesso non può assolutamente allontanarvisi,
allo stesso modo in cui il Nonriflessouno non può
lasciare Shattensburg…letteralmente “castello delle
ombre”. Si dice…anche se non sono certo
che sia vero… che continueranno a nascere nuove Luci ed Ombre solo fino a
quando il Primo Riflesso e il Nonriflessouno
sopravvivranno, e che soltanto uno di loro può uccidere l’altro. Avrebbe senso,
non trovate ? In questo modo sarebbe impossibile porre
fine alla faida secolare che esiste tra i due gruppi.
-Io mi permetto di dissentire, e
vedremo chi ha ragione – interviene DeCeyt,
sorridendo – Shades, considerando la sua situazione
particolare, capirà se la nuova posizione del Punto di Riflessione non le verrà rivelata ancora per un po’. Devo dedurre che lei
partirebbe subito all’attacco, se ne fosse a
conoscenza, e al momento non posso permettere una cosa simile.
-Quanti Riflessi dobbiamo aspettarci ? Lace era una
sola ma non è stato facile sconfiggerla… - chiede Pathfinder.
-Soltanto due Riflessi sono sopravvissuti a me – risponde Shades
– Purtroppo una di loro… Lighter…è
in grado di “accendere” altre donne e di dargli tutti i poteri del caso.
Possiede cinque lacché, ma generalmente operano da
sole o al massimo in coppia. Diminuire il loro numero sarà comunque
molto utile all’attacco al Punto di Riflessione, in effetti…
-Come facciamo ad
essere sicuri che non ci uccidano appena mettiamo piede a Minneapolis ?
– domanda, pragmatico, Freeman.
-Sembra che questi Riflessi
possiedano una specie di “flash mentale” di cui Shades
non mi aveva originariamente parlato, ma pare sia
affidabile quanto il vostro Senso d’Ombra…senza offesa. In ogni caso, se
potessi provvedere da solo a qualunque aspetto di un piano, non avrei bisogno
di voi.
-Cioè in ogni caso dovremo
arrangiarci ?
-Naturalmente, signor Freeman.
Il giorno dopo, poco dopo l’alba, sulla Route 169. Edward Freeman si sveglia, portando subito una mano al collo. Non
è più abituato a dormire in un furgone. Impiega qualche secondo a ricordarsi
cosa ci fa lì, dopo aver visto Pathfinder alla guida.
-Quanto manca ?
-Credo un’ora e mezza, anche meno
– risponde lei.
-C’è stato qualche problema ?
-Liscio come l’olio. Hai un
aspetto da schifo, Freeman, sai ?
E non parlo della nuova faccia.
-Già, detesto il
jet-lag.
-Ma per piacere, siamo solo un’ora indietro…
-Scusa se la settimana scorsa mi è
uscita dalla testa un’Ombra grande come Long Island, ‘finder. Almeno sono riuscito ad
evitare le spiegazioni di Shades sul perché ho ancora
i miei poteri, o altro che jet-lag.
-Credo che dovresti interessarti
di più a questo genere di cose…conoscere di più il tuo potere, cose così.
-Risparmiami la predica da
solidarietà mutante, ‘finder.
Non è la stessa cosa, chiaro ?
-Sono comunque
poteri.
-Siamo diversi.
-Grazie al cielo – ridacchia lei.
-Ehi, anche tu lavori per soldi no
!?
-E’…diverso.
-Okay… abbiamo ancora un’ora da
passare, e Shades sa essere di compagnia anche meno
di Marasso. Allora, qual è la tua storia ?
-Non mi risulta
che tu lo abbia chiesto a Shades, Freeman.
-Perché Shades mi racconta solo balle.
-Ti ho già detto che sono una
mutante e questo chiude il capitolo “Origini”, okay ?
-Okay, okay. Ma
è il secondo viaggio di diverse ore che facciamo insieme e non so neanche da
dove vieni, potrò essere curioso. Ma se non-
-Westchester.
-Ah, beh, figuriamoci…
-In California.
-Hhhmmm. La prossima volta che mi faccio assoldare da un genio del
crimine che mi manda in giro per l’America su un furgone, pretendo l’autoradio.
-Sai, Freeman,
probabilmente quell’Ombra aveva
scelto di entrare nella tua testa perché le piaceva lo spazio libero.
-Ha, molto divertente. Uno di
questi-
Il furgone sobbalza e Freeman non termina la frase, mentre Pathfinder
deve accostare. Il furgone viene sorpassato da una
macchina sportiva, e Shades picchia contro le pareti
del furgone.
-No, no !!!
Sono loro ! Dobbiamo inseguirle !!!
-E come, con due gomme a terra ? Rilassati…ho registrato i loro cervelli. Tutti e tre.
Possiamo rintracciarle dovunque, adesso. Freeman, che
ne dici di andarti a prendere un caffè nella città più vicina e rubare una
seconda ruota di scorta ?
-Conosco metodi peggiori per
iniziare la giornata.
Un’ora dopo, in una piccola città
di provincia. Il furgone si ferma lungo la strada principale,
seguito dagli occhi di alcuni curiosi. Pathfinder
e Freeman scendono. Il secondo prende dalla giacca
due paia di occhiali da sole, offrendone uno alla ragazza
dicendo:
-Ne avrai bisogno.
-Sono qui, Freeman.
Una di loro è in quel negozio, le altre tra i vicoli. C’è troppa gente in giro
per usare Marasso… che si fa ?
-Chiediamolo all’autorità mondiale
sull’uccidere le Luci, uh ?
Si avvicinano al retro del furgone,
aprendone a metà lo sportello quanto basta a Shades
per scendere, ma non abbastanza da permettere ai civili di vedere il cyborg.
-Metti il serpente di guardia –
ordina Shades non appena è sceso.
-Ehi, nessuno ti ha nominato capo…
-Uccido da prima che tu nascessi, Freeman, quindi stai
zitto e fa quello che ti dico – risponde l’ombra vivente, con un tono che fa
rabbrividire i suoi compagni.
-Seguitemi.
Chiuso il furgone, il terzetto
entra nella libreria davanti a cui hanno parcheggiato. Shades
procede con passo sicuro fino allo scaffale dei saggi. Una ragazza dai lunghi
capelli biondi ed un tailleur nero con una minigonna praticamente
inesistente solleva lo sguardo dal libro sull’olocausto che stava sfogliando,
fissando i nuovi arrivati.
-Teufel… - si lascia scappare Shades.
-Che c’è ?
-Quella è Link…la
più pericolosa delle tirapiedi di Lighter. Di solito
non è utilizzata sul campo, ma è formidabile. Assolutamente
imprevedibile, fredda, subdola e con un macabro senso dell’umorismo. Se non fosse stata mandata qui per ucciderci, sarebbe il mio
tipo. Peccato che molto probabilmente nessuno lascerà questa
città vivo.
-Belle gambe, comunque.
-Mi è stato riferito che avete
alcuni problemi con l’attuale quadro dirigenziale – interviene lei, posando il
libro e avvicinandosi – Lei in particolare, nonriflessosette,
ha ucciso parecchie delle mie sorelle.
-Resta dove sei e non tentare
scherzi, Link. Switch,
sparale in mezzo agli occhi se la vedi muovere un solo dito.
-Abbassa la
voce, siamo in un luogo pubblico – protesta
Pathfinder.
-Se non vi dispiace, signori, preferirei finire prima della
pausa pranzo.
Un flash mentale indica a Link il momento esatto in cui Freeman
porta la mano alla pistola, e ne approfitta. Con uno
scatto in avanti sfiora Shades con un dito, indicando
poi il soffitto ed illuminando la mano. Shades viene scaraventato verso l’alto, finendo contro uno scaffale
di libri.
Freeman estrae la pistola e spara. I clienti della libreria urlano
al suono dello sparo, ma Link semplicemente punta il
palmo di una mano verso Freeman. Il proiettile si
ferma a mezz’aria, a malapena a contatto con la pelle luminosa. Link prende la pallottola tra le dita, girandola verso Freeman, e lascia la presa.
Il colpo viene
deviato da Pathfinder, che con un rapido movimento
anticipa il proiettile di poco, facendolo rimbalzare contro la suola più dura
del granito.
-Come accidenti hai fatto !? –
chiede Freeman alla Luce, tenendola sempre sotto
tiro.
-Segreto professionale.
Link solleva le braccia, lasciando che il suo potere si attivi
ancora una volta. Il soffitto inizia a ricoprirsi di crepe, e
parte dell’intonaco si stacca.
-Fuori di qui, presto ! Può anche disfare i collegamenti ! – urla Shades,
pur restando al suo posto.
Pathfinder e Freeman si guardano perplessi,
prima di obbedire all’ordine. Solo grazie alla loro velocità riescono ad uscire
in tempo. L’intero negozio collassa
su se stesso come un castello di carte mal costruito, sollevando una quantità
assurda di polvere. Per strada la gente inizia ad urlare e scappare,
facendo svanire qualsiasi labile possibilità di segretezza.
La prima preoccupazione di Freeman, naturalmente, è il furgone. Si teleporta direttamente sul posto, nonostante sia ancora in
mezzo alla nuvola di detriti.
Prima che possa
aprirlo, però, sente qualcosa di simile ad un brivido nelle ossa. Il Senso
d’Ombra è completamente impazzito, facendolo spostare un
attimo prima che un raggio di luce colpisce il furgone. La parte
posteriore del mezzo si deforma; il metallo si contorce, fondendo tra loro le
porte.
-Togliti immediatamente di lì ! –
urla una voce nasale, ed anche se Freeman non può
vederne la provenienza sa perfettamente da dove proviene.
Punta la pistola in quella
direzione, ma un altro raggio la proietta verso il
furgone, dove si fonde con la carrozzeria.
-Tieni le mani bene in vista e non
ti succederà niente.
-Perché dovrei crederti !?
-Già, in effetti
penso che ti ammazzerò lo stesso.
La voce si avvicina di qualche
metro e Freeman riesce a vederla. E’ un’adolescente,
sui quindici anni, con una giacca universitaria. Sta puntando le dita verso di
lui come se fossero pistole, e sono luminose come fari.
-Aspetta !!!
In questo furgone c’è un potentissimo esplosivo. Io posso teleportarmi…se
manchi il bersaglio e lo colpisci un’altra volta, potremmo far esplodere mezza
città !
-Scherzi, vero ? Avrò un flash precognitivo un attimo prima che tu lo faccia. Essere Luci è molto
comodo, sai ? Ah, io sono Layout.
-Molto piacere. Seriamente, ragazzina, non hai idea della cazzata che stai facendo…
-Tu dici, Switch ? Posso modificare la struttura di qualunque cosa. Posso
farti avere le gambe al posto delle braccia, il fegato al posto del cuore, o
qualche altro scambio più divertente. Sarà casuale. Ti senti fortunato ?
-Direi più annoiato.
Layout fa fuoco, colpendo solo un
portale chiuso. La massa nera trema, ribolle e
diventa più sbiadita, ma sostanzialmente non cambia. Un altro colpo subisce la
stessa fine, e un altro ancora. La quarta volta, la luce passa attraverso il
portale per uscirne da uno direttamente dietro la schiena della ragazza.
Layout resta ferma a bocca aperta,
tremante, prima di cadere prima sulle ginocchia e poi sull’asfalto. Freeman crea un portale davanti al furgone, facendolo
muovere fino a quando lui e il mezzo non ne sono stati
inghiottiti.
Nello stesso momento, Pathfinder avverte un cervello che si avvicina troppo
rapidamente per essere a piedi. Con un salto acrobatico
all’indietro, schiva completamente l’auto che ha cercato di investirla, proprio
in mezzo alla nuvola di polvere che inizia a scendere.
La macchina sportiva frena
bruscamente, facendo stridere i pneumatici sull’asfalto. La portiera si apre
lasciando uscire una ragazzina estremamente magra.
Pathfinder corre verso di lei, sperando di riuscire a metterla K.O prima di scoprire di quali poteri dispone. I flash precognitivi sono un grosso
problema, per fare questo. Anche se si muove al
rallentatore rispetto a Pathfinder, la ragazzina sa
esattamente dove mettersi per evitare di poco il calcio.
Appena atterrata da un salto di
sette metri, ‘finder deve
ancora rialzarsi in piedi quando sente due mani gelide afferrarla per il collo.
Si alza il più velocemente possibile ed esegue un calcio rotante, ma la sua
gamba viene bloccata da un’altra identica.
-Tutto qui ?
Pensavo avessi qualcosa di più originale, Leah –
risponde il suo doppio, con la sua stessa voce.
Pathfinder sferra un altro calcio con l’altra gamba, bloccato dalla
stessa identica mossa. Decide di cambiare strategia e salta verso l’alto,
inseguita dalla sua sosia. Durante la discesa, la Pathfinder originale non riesce ad evitare il lampione che
sta venendo verso di lei, ed è costretta a fare l’atterraggio peggiore della
sua carriera. Dall’altra parte della strada, dove il lampione ha
improvvisamente ceduto, Link cerca di togliersi la
polvere dal vestito.
-Vediamo di sbrigarci prima che si
presentino altri imprevisti.
-Posso chiudere io la pratica qui,
miss Link ? – chiede la sosia.
-Divertiti pure, Lifelike, ma fai in-
Link non fa nemmeno in tempo a finire la frase, avendo visto Pathfinder diretta verso di lei. Appoggia una mano al muro
e con l’altra sfiora lo stivale della mutante diretto
verso la sua testa. Nonostante fosse praticamente
impossibile mancare il bersaglio Pathfinder colpisce
con piena forza il muro, che si rivela meno stabile del previsto, cedendo in
modo da bloccarle metà gamba.
Il suo doppio si prepara a
colpirla, quando dalla sua ombra sul muro fuoriesce una mano con una pistola in
mano.
-Copia questo, puttana.
Le cervella di Lifelike
vengono sparse sulla strada mentre Shades
esce dal muro, liberando ‘finder. Link
punta le mani verso di loro…e sputa sangue.
Barcolla e si volta, vedendo un
portale dietro alla sua schiena. Di fianco a lei, Switch
compare dal nulla mentre sta ricaricando un fucile a pompa.
-Criminali ed armi, non era così
difficile come collegamento eh ?
Un secondo sparo impedisce altri
scherzi. Un terzo la scaraventa contro il muro, per sicurezza. Un quarto la fa
ricadere a terra, giusto per essere veramente sicuri.
Il quinto sparo è giusto per
finire il caricatore.
Pathfinder cerca di non guardare i resti di Link,
mentre si assicura che il suo cervello abbia smesso di funzionare. Davanti a
lei appare un portale chiuso, che inizia a ribollire dopo essere stato colpito
da un raggio di luce.
Layout si avvicina urlando di
rabbia, con le lacrime agli occhi. Ogni colpo viene
fermato da un portale, e Shades inizia ad avvicinarsi
con le mani in tasca protetto da una successione di questi scudi neri procurati
da Switch.
-Pagherai per questo, Shades ! Non vedrai mai la Luce !!!
-Mi togli un peso.
Shades solleva brevemente gli occhiali da sole, immergendo tutta
la strada in una penombra spettrale. Layout viene
pienamente investita dall’oscurità che fuoriesce dagli occhi del nonriflesso, una fiamma nera che brucia all’istante le sue
carni lasciando solo uno scheletro fumante, ben presto ridotto a un mucchietto
di ceneri.
Quando gli occhiali vengono abbassati, Pathfinder si
accorge di aver fatto troppo caso alla vista e troppo poco al suo senso
mutante, dato che la sua sosia sta brillando di luce. Lifelike
si rialza in piedi, composta di asfalto anziché di
carne e sangue.
-Voi…voi…
-Sì, sì, questa l’abbiamo già sentita – sentenzia Switch,
schioccando le dita.
Sopra la testa di Lifelike appare un portale nero, ed un cyborg rettile da
duecento chili le cade addosso. Nell’impatto, il braccio destro di Lifelike si stacca dal resto del corpo. Marasso afferra
l’arto d’asfalto, che gli viene subito confiscato da
un Freeman appena teleportatosi.
Lifelike allunga l’altra mano verso di lui, ma Freeman
la blocca con il braccio che ha appena recuperato. Entrambe le mani stanno brillando, quando si toccano… ed il
Riflesso perde consistenza, cercando di copiare se stessa. L’asfalto si
sbriciola sotto lo sguardo di Shades.
-Ora qualcuno sa dirmi come cazzo ha fatto DeCeyt a sapere
che sarebbe successo !?!? – domanda Freeman, senza ricevere risposta.
Shades si avvicina a Link per
riservarle lo stesso trattamento delle sue sorelle, ma viene
bloccato da Pathfinder.
-Il suo cervello si è spento, devi
proprio infierire ?
-Sì.
-‘finder…sirene.
Quanto sono lontane ? – chiede Freeman
mentre recupera il furgone da un portale. Dopo essersi concentrata un po’, la
mutante risponde.
-Credo giusto qualche minuto. Sarà
meglio sbrigarsi !
-Datemi solo un secondo – risponde
Shades, pronto a sollevare ancora gli occhiali… prima
di emettere un gemito e guardare verso il basso, dove Link
ha appena afferrato la sua ombra.
-Perché non diamo a quei
poliziotti qualcosa di interessante da seppellire ?
Shades viene scaraventato dall’altra
parte della strada. Quello che resta del muro vola verso Pathfinder,
che si protegge quanto può con le braccia data la
vicinanza.
-Marasso, uccidila ! – ordina Freeman, ed il cyborg obbedisce all’istante, forse con gioia.
Link si sta rialzando in piedi, sanguinante
e con gli intestini di fuori, quando Marasso salta verso di lei ad artigli
spianati. Lei si sposta appena in tempo, facendo distruggere a Marasso quel
poco che era restato del muro. Le sue mani si
accendono, ed un altro negozio crolla.
Pathfinder cerca di calciarla, ma Link ne
devia la gamba con un semplice movimento della mano, con cui poi le fa
distrattamente segno di andarsene…il che basta a lanciare un’altra volta Leah a distanza di sicurezza.
-Lavorate discretamente come
squadra – ammette miss Link a denti stretti, mentre Freeman resta fermo a pensare alla prossima mossa. Link stringe i pugni, illuminandoli. Poi li illumina ancora
di più, e si vede che sta dando tutto quello che ha.
Tutti i palazzi della strada
tremano. Le tubature del gas si preparano a saltare. La strada stessa trema, e
tutti i piccoli detriti vengono fatti rimbalzare verso
un unico punto. Tutta la città inizia a dirigersi verso un unico punto…dove si
trova Freeman.
-Faccio questo lavoro da più di vent’anni, signor Freeman, ma
ammetto che questo è l’incarico più divertente che mi sia mai stato assegnato.
-Sì, stato un piacere lavorare con
lei, miss Link…
Freeman si teleporta davanti a lei, le
afferra i polsi e prima che possa fare altro la costringe a battere le mani.
-…ma
sarebbe ora che lei morisse.
La città si calma di nuovo, e Freeman tira un sospiro di sollievo
mentre fa un passo indietro. Link, invece è sotto
shock: le mani diventano sempre più luminose, e non riesce a separarle.
-Idiota !!!
Non posso eseguire un collegamento su me stessa !!! Hai idea di cosa può
succedere !?
-No. Per questo mi piace
prendere le mie precauzioni.
Link cade attraverso un portale che è
comparso sotto i suoi piedi, ricomparendo alcune centinaia di metri più
in alto. L’esplosione è meravigliosa ed accecante, ma non c’è tempo per
ammirarla.
-Allora, vi volete dare una mossa ? Prima arriviamo alla prossima città per
cambiare furgone, meglio è.
Tre ore dopo, su un furgone molto
simile al precedente…a spese di DeCeyt, naturalmente…
ricomincia il viaggio.
-Credo che questa sia stata la
prova definitiva che ci possiamo fidare del
professore, no ? – rompe il viaggio Pathfinder,
lasciato il posto di guida a Freeman.
-Troppi imprevisti – si lamenta Freeman, come sempre del resto.
-In poco più di una settimana
abbiamo fatto più di quello che hanno portato a
termine le Ombre in diversi secoli… gli imprevisti si superano – risponde Shades dal retro – E devo ammettere che persino io sono
rimasto affascinato dal suo stile.
-Già, c’è qualcosa di irresistibile nel distruggere mezza città ed andarsene
senza che nessuno sappia che siamo stati noi – risponde Freeman
– Ehi, da che parte devo girare adesso ?
-Nord.
-Quanto è lontano il Punto di
Riflessione ? Dobbiamo aspettare domani prima di
portare a termine il piano, ma preferirei avere più
tempo questa volta.
-Bel tentativo, Shades…ti interessa solo sapere
dov’è il Punto e non te ne frega niente del resto, no ? – scherza Pathfinder.
-No. Mi interessa molto
anche uccidere le Luci rimaste.
-Okay…Saint Paul.
-Che cosa hai detto !?!?
-Saint Paul, Minnesota. Stiamo andando
lì.
-Tutto questo casino e alla fine
stanno a Saint Paul ? Sai
che roba – mormora Freeman.
-Certo… come ho
fatto a non pensarci. Il senso dell’umorismo
sembra essere l’unica cosa che unisce Luci ed Ombre, non trovate ?
-Beh io non l’ho capita.
-San Paolo, che vide la Luce a
Damasco…appropriato, in un certo senso.
-Con mezza tonnellata di C-270 vedranno tutt’altro tipo di
luce, Shades, te lo posso
assicurare…
Quella sera, sulla
Olson Memorial
Highway. A differenza del solito, il traffico è quasi a zero. Ed ha anche fatto buio molto prima del solito. Certo questo
non basta a rendere nervoso un camionista esperto come quello che sta passando
ora vicino alla Route 169, ma un bagliore accecante
sulla sua strada sì.
Frena di colpo, anche se sul
momento gli sembra insensato. Inizia ad imprecare sulla sfortuna che gli è
capitata, e scende per vedere se ci sono danni.
Si trova davanti una bionda con un
tailleur a brandelli che copre ben poco del suo
fisico. Lei non ha un graffio, e gli sorride.
-Ha…bisogno di qualcosa, signorina ?
-Sì. Ho avuto un terribile,
terribile incidente e mi serve un passaggio. Sarebbe così gentile da dirmi da
che parte è Saint Paul, signore ?
-Certo…è proprio da quella parte –
risponde il camionista indicando la direzione da dove proviene.
-Allora mi porti dalla parte
opposta, per favore. Voglio dire, se non le dispiace ?
-No, certo che no ! Venga, le do qualcosa con cui coprirsi… è sicura di stare
bene ?
-Mai stata meglio, mi creda.
I due salgono sul camion, che
parte poco dopo. Percorre giusto qualche metro, prima di fermarsi di nuovo. Dai
finestrini esce una fortissima luce accecante, e lo sportello del guidatore si
apre per lasciar cadere a terra il camionista. Il camion riparte subito e per
una stranissima coincidenza nessuno troverà il cadavere prima
di altri cinque giorni.
VILLAINS #27
E luce
(non) fu
Saint Paul,
Minnesota. E’ mattina presto… molto
presto… quando Charlie Sijdan
esce di casa. Apre il garage senza neanche accorgersi delle piccole scalfitture
sulla serratura. Appoggia la valigetta sul sedile posteriore della macchina e,
quando chiude la portiera, sul vetro vede il riflesso di un
uomo che un attimo prima non c’era. Non fa in tempo a girarsi; viene afferrato per il collo e prima che riesca a gridare
gli viene appoggiato un panno bagnato sulla bocca. Charlie
non vedrà più niente per un paio d’ore.
Edward Freeman alias Switch lo lascia cadere a terra, rimettendosi poi in tasca
il sedativo. Afferra al volo il congegno che gli ha appena lanciato una donna,
lo avvicina alla faccia di Charlie e preme un
pulsante.
-Stacci attenta,
questo affare è a nolo.
-Sarà meglio
sbrigarci, nel caso a Shades venga voglia di uccidere il suo bersaglio.
-Avevo un affare del genere quando
ho iniziato, sai ? – cambia argomento Freeman, rialzandosi in piedi e fissando il dispositivo
alla cintura – Insieme al costume e a tutto il resto…il tizio che mi ha dato i
poteri era un imbecille, ma sapeva il fatto suo.
-Che fine ha fatto ?
-Un mostro di un’altra dimensione
gli ha staccato la testa.
-Stai scherzando !?
-Lo stai chiedendo a un teleporta con un congegno olografico ?
-Touché. Senti, quanto deve essere pazzo uno per concepire un
piano del genere !?
-Se ci ammazzano prima di
raggiungere al secondo piano DeCeyt
è un pazzo, altrimenti è un genio. Muoviamoci, la carica è
di quindici minuti.
Entrambi azionano
gli emettitori. La loro immagine trema per un paio di secondi; poi Pathfinder diventa la copia esatta di miss Link, e Freeman del signor Sidjan.
Trenta secondi dopo, 314 West Niles Avenue. Piano terra del
Reflex Plaza.
La guardia all’ingresso si mette
quasi sull’attenti, al passaggio di miss Link, che
naturalmente lo ignora nella maniera più assoluta. Uno dei dirigenti arriva
subito dopo di lei, e lo degna di un frettoloso cenno di saluto.
Ben distanziati, i due si
avvicinano ai metal detector dove altre tre guardie si irrigidiscono.
“Charlie Sidjan” guarda
l’ombra di una delle guardie; si muove diversamente dal relativo corpo, e
segnala OK con una mano.
Quando Link
e Sidjan passano, l’ombra spegne e riaccende i metal
detector così rapidamente che le guardie non se ne accorgono.
L’ombra si deforma ancora, come se ne fosse appena uscita un’altra, e torna
normale.
Pochi passi più in là, le porte
dell’ascensore si sono appena accese. Link e Sidjan entrano assieme ad altre tre persone, tutte
parecchio nervose dalla vicinanza della donna. Viene
selezionato il quindicesimo piano.
Al piano terra, una guardia sta
guardando la telecamera dell’ascensore. Viene
distratto da un rumore, come se qualcuno avesse appena dato un pugno al muro;
si volta solo un istante, non sospettando che sia stata la sua ombra. Nel
frattempo, la telecamera dell’ascensore mostra solo spazio nero per cinque
secondi.
Quando la guardia si volta di nuovo, l’ascensore è vuoto ed al
quindicesimo piano.
Quindicesimo piano. Freeman e Pathfinder, nuovamente
con il loro aspetto, nascondono nuovamente il sedativo e trascinano tre persone
svenute all’interno di un portale. Entrambi tirano un
lunghissimo sospiro di sollievo.
-Sicuro di farcela da solo ? –
domanda lei.
-Shades è l’unico che può girare indisturbato per il palazzo, e tu
sei l’unica che può raggiungere gli ultimi piani evitando tutti. Non c’è altra
soluzione. Vai.
Pathfinder guarda incerta il portale che si è appena creato, prima di
entrarci.
-Buona fortuna.
Freeman controlla l’ora e si accerta che non si stia avvicinando
nessuno. Crea un piccolo portale orizzontale e si avvicina con la testa, quando
basta per vedere dall’altra parte. L’uscita è sul soffitto, poco sopra il campo
visivo delle telecamere, e gli serve per vedere quali punti
non possono venire inquadrati.
Entra ed esce dal portale una
dozzina di volte, fino a quando non ha studiato tutto il percorso. Chiuso
l’ultimo portale, si concentra. In un paio di secondi appare e scompare in una
decina di punti diversi del piano, fino a quando non lo ha attraversato tutto.
Sbircia il più possibile
dall’angolo in cui si trova; in fondo al corridoio c’è una porta costantemente
inquadrata dalla sicurezza. Guarda l’orologio ed aspetta per due minuti,
cercando di restare il più calmo possibile. Poi la porta si apre, lasciando
uscire un impiegato assonnato e facendo intravedere l’interno.
Freeman coglie l’occasione e si teleporta
nella stanza mentre la porta si chiude, e ci si appoggia per evitare che la
telecamera lo inquadri. L’impiegato sente che la porta si è chiusa più
rumorosamente del solito, e torna dentro per controllare. Guarda a sinistra
mentre Freeman si teleporta
a destra, e poi viceversa, prima di richiudere a chiave.
Freeman si toglie il sudore dalla fronte e si fruga nelle tasche. Ne estrae una pistola, un silenziatore ed un qualcosa di
simile ad un cercapersone in miniatura.
Impiega un paio di minuti per
innestarlo nella rete di computer della Reflex
Technologies. Controlla l’ora, scoprendo di essere in anticipo di un paio di secondi sul piano. Si congratula da solo, mentre prepara
il silenziatore.
Nello stesso momento, un’ombra
scivola sulle pareti esterne del Reflex Plaza.
Nessuno la nota, o anche se fosse penserebbero ad un bizzarro gioco di luci.
Sale verso i piani superiori,
rilasciando in punti strategici strisce di uno strano impasto giallastro. Priva
di qualunque spessore, l’ombra passa facilmente da una delle finestre chiuse e
scivola sul soffitto.
Si aggira per tutto il piano
zigzagando, fermandosi negli angoli per ascoltare qualcosa. Finalmente, trova
quello che sta cercando. Si muove ancora più rapidamente di prima, passando
sotto la porta del bagno delle donne.
La ragazza che si sta truccando
allo specchio si volta, come se anche lei avesse
sentito qualcosa. Mentre si volta, una mano la afferra
per la caviglia. Con una velocità impressionante, Shades
esce dalla sua ombra e le impedisce di gridare, afferrandola per la bocca e
facendola cadere a terra.
Lei cerca di liberarsi, e le sue
mani si illuminano di una luce accecante. Shades sorride, o meglio ghigna, quando solleva gli
occhiali da sole e la guarda negli occhi.
Nel corridoio, le luci tremano per
qualche secondo. La porta del bagno si apre, e Shades
esce con in mano un orologio da donna. E’ in perfetto
orario.
Al quindicesimo piano, Freeman stringe sempre più forte la pistola per reprimere
l’impulso di camminare avanti e indietro mentre
aspetta. Poi, finalmente, sullo schermo di uno dei computer della
stanza appare un messaggio:
“ABBIAMO I CODICI; IL LORO CONTO
E’ NOSTRO. ASPETTA IL SEGNALE DI PATHFINDER E PASSA ALLA FASE FINALE”
Freeman sta per esultare, quando sente dei passi in corridoio.
Getta il trasmettitore in un portale e toglie la sicura alla pistola.
La porta della stanza viene aperta da una donna di colore visibilmente
contrariata.
-Che diavolo sta succedendo qui ?
-Sorridi !
Freeman le punta addosso la pistola, ma
lei sorride ed illumina le mani. Freeman preme il
grilletto e la pistola gli esplode in mano; solo teleportandosi
un paio di metri più indietro evita di ferirsi gravemente.
-Tu sei Switch,
vero ? Il teleporta. Io sono
Locus.
La donna indica una delle
finestre, che scompare in un bagliore di luce e si
materializza sopra la testa di Freeman. La gravità è
più veloce di lui, che si piega in due sotto l’impatto del vetro. Locus sorride, mentre Freeman si
rialza in piedi dolorante e prende qualcosa dalla
giacca. E’ una maschera.
-Non so come tu sia
sopravvissuto a Link, ma non hai speranze
contro di me. Non ho bisogno di portali o del contatto fisico per spostare le
cose, ed ho questi poteri da molto più tempo di te. Non basta un novellino per
fermarmi.
Freeman indossa la maschera, per non far vedere all’avversario
quanto si sta divertendo. Il lavoro è una cosa seria, per lui.
-Ti piace il gioco pesante, eh ? Ho giusto un paio di minuti da ammazzare.
L’ultimo piano del Reflex Plaza. Non è stato facile raggiungerlo a piedi, anche
facendo dodici scalini alla volta. Per essere mattina presto, c’è molto
movimento.
Pathfinder mette piede fuori dall’ascensore,
sapendo che le resta poco tempo per portare a termine la sua parte del piano.
Non ci sono scale che arrivino fino all’ultimo piano,
e sull’ascensore c’è una telecamera. Senza il supporto di Shades,
una guardia potrebbe averla vista. Per questo, Leah
ha spedito l’ascensore giù fino al seminterrato, per guadagnare un po’ di
tempo.
C’è un unico ufficio su questo
piano, ma lei avverte chiaramente due cervelli in due stanze diverse (a meno
che non si tratti di un ufficio incredibilmente spazioso).
Si avvicina alla porta, su cui è
impressa una curiosa targhetta dorata:
“SYBIL
LIGHTER – Founder – Chairman/Chief Executive Officer – Entrance might not imply
safe leaving ”
Leah fa un ampio respiro e controlla l’ora… è leggermente in
ritardo. Gira su se stessa, sferrando un calcio che non solo abbatte la porta,
ma la scaraventa dall’altra parte dell’ufficio. Una donna di mezz’età si alza
dalla sua scrivania, iniziando ad illuminare le mani.
Pathfinder si lancia a terra, scivolando fin sotto la scrivania e
calciandola contro Lighter. Due raggi di luce
colpiscono il soffitto, dissolvendosi in scintille.
Dopo l’incontro a Medicine Lake, Leah sa perfettamente che
ci vuole ben altro per fermare questi Riflessi. Forse più di quanto lei non abbia, ma il suo compito non è sconfiggerla. Approfitta dell’effetto sorpresa per bloccarle la testa con i piedi,
per poi usare tutta la sua forza e lanciarla contro il muro come se non pesasse
niente. Anche così, la prima impressione è che sia il
muro a farsi più male.
Lighter si sta già rialzando quando Pathfinder
apre a calci la seconda porta dell’ufficio, venendo
quasi accecata dalla luce indescrivibile che c’è dall’altra parte.
Chiude gli occhi, dato che non è quello il senso che le serve in questo
momento. Lancia qualcosa verso il cervello che sente dall’altra parte, e poi
esegue un salto mortale per evitare i raggi lanciati da Lighter.
La sua agilità le salva la vita in
un altro paio di occasioni, ma i raggi sono istantanei.
Sperando di aver recuperato il tempo perso, rimbalza contro il muro alle spalle
di Lighter e si lancia contro le finestre.
Dall’esterno, gli abitanti di
Saint Paul vedono una finestra che esplode in mille
pezzi e due donne che cadono dall’ultimo piano del Reflex Plaza.
Un minuto prima, il Primo Riflesso
sente degli strani rumori nell’ufficio a fianco. Vede la sua porta andare in
pezzi, Lighter pronta ad uccidere un’altra donna, ed
un oggetto diretto verso la sua testa. Lo afferra al volo, guardando divertita
lo scontro.
Poi, il suo sguardo si concentra
sul cellulare che le è appena stato lanciato contro. Lo sente squillare,
nonostante il rumore della finestra che va in pezzi.
-Pronto ?
-Le mie scuse per i modi poco
cortesi, Primo Riflesso, ma lei è una donna difficile da contattare.
-Chi è lei ?
-Sono il professor Augustus DeCeyt, Primo Riflesso.
O preferisce che la chiami con il suo altro “nome”, Lasting ?
-Ha un minuto prima che i suoi sottoposti vengano
uccisi. Perché dovrei darle ascolto ?
-Perché in quel
cellulare c’è una dose di C-270, un potentissimo
esplosivo. Mi basta premere un pulsante
per farla saltare in aria. Certo, mi dicono che lei è quasi immortale e quindi
si tratterebbe di una ferita da niente, ma…
-Ha la mia attenzione.
-Avrei una interessante
proposta da sottoporle, signora Lasting… o è
signorina ?
Alcuni super-criminali vanno pazzi
per i combattimenti. Alcuni si sognano la notte di rompere un po’ di ossa, altri pestano a sangue chi osa soltanto guardarli
male.
La maggior parte si gode almeno un
po’ le risse e gli scontri. Switch no. Da quando ha ottenuto i suoi poteri
ha fatto l’impossibile per scontrarsi con il minor numero possibile di
super-umani, ed ha sempre cercato di cavarsela il più in fretta possibile. Adesso,
forse, ha capito perché.
Lo ha capito quando si è ritrovato
a dover schivare che forbici, tagliacarte ed altri articoli di cancelleria venissero materializzati nel suo cuore… quando puoi teleportarti, la tentazione di scappare è irresistibile.
Una persona normale non può scomparire se non gli piace la situazione attuale,
ma lui sì.
Stavolta non è così semplice. Quando ha visto che Locus è in
grado di spostare anche i suoi portali a piacimento, ha provato a teleportarsi su un altro piano, e si è immediatamente
ritrovato lì.
Locus sta giocando con lui, cambiando posto ai suoi portali o
facendo sì che si creino dove lui non vuole. E’ arrivato il momento di fare
altrettanto.
Switch si sposta alle spalle di Locus,
sentendosi poi tornare al posto di prima. Evita di un millimetro uno dei suoi
portali chiusi prima di spostarsi ancora, e ancora, e ancora, prima che Locus cerchi di lanciargli contro qualcosa.
Switch si materializza davanti a lei, dandole le
spalle e colpendola in faccia il più forte possibile.
Locus porta una mano al naso sanguinante, distraendosi quanto basta perché Switch torni
nel corridoio e distrugga tutte le telecamere ed i neon.
Con un portale chiuso blocca la
porta che gli è appena stata lanciata contro, e stringendo i denti piazza un portale
davanti ad ognuna delle finestre del corridoio.
L’unica fonte di luce rimangono le
mani di Locus, sorpresa da una mossa apparentemente
inutile. Switch ne approfitta
per scatenarsi.
Si teleporta
davanti a lei, colpendola nuovamente sul maso rotto. Alle sue spalle, la
colpisce in testa con un portale, così da farla piegare in due e sbattere
contro il suo ginocchio, ora che le è davanti. Mette tutta la sua forza in un
destro alla mascella; la afferra per le spalle e la sbatte violentemente contro
il muro, due volte.
Lei si rialza, tentando di teleportargli un paio di forbici in mezzo agli occhi.
Grazie all’oscurità totale, però, Switch le vede
arrivare con un anticipo che segna la sua vittoria. Si sposta di lato per
evitare le forbici, teleportandosi di lato per dare a
Locus un calcio al ginocchio. Poi si mette davanti a
lei e la colpisce con entrambi i pugni. Il colpo le fa perdere l’equilibrio e
cadere a terra.
Un altro dei Riflessi si
materializza nel corridoio, come ultimo sforzo. Switch
scatta all’istante, lanciando un portale chiuso come se fosse uno scudo, che si
conficca direttamente nella testa della nuova arrivata.
Freeman si toglie la maschera per respirare meglio, e fa
scomparire i portali. Dandosi dell’idiota dopo aver controllato l’ora, si precipita
nell’ufficio ormai devastato. Nello stesso momento, le porte vengono
spalancate dagli uomini della sicurezza.
Generalmente, quando si sta per
morire si rivede tutta la propria vita. Mandare all’inferno i propri colleghi è
meno poetico, ma appropriato nel caso di Pathfinder
mentre sta precipitando dall’ultimo piano di un grattacielo. E’ già al decimo
piano quando vede un cerchio nero che si avvicina troppo rapidamente.
Per sua fortuna, è quasi abituata
a dover pensare così in fretta. Sta cadendo più in fretta di Lighter, ma di testa… ed è un po’ difficile girarsi quando
non hai assolutamente nulla su cui fare forza. Improvvisamente, vorrebbe avere
più esperienza nei tuffi e meno nel kickboxing. Si
mette in posizione fetale, girando su se stessa abbastanza in fretta da poter
essere nella posizione desiderata in meno di un secondo.
Atterra sul portale chiuso troppo
velocemente, e si lascia scappare un rantolo di dolore quando i suoi muscoli
potenziati la spingono verso l’alto. Se fosse stata
umana, senza dubbio ora sarebbe una pozza di sangue. Il portale scompare subito
dopo il suo salto, ma ne compare uno poco sotto. Pathfinder
sa che Lighter ci è caduta
dentro, visto che non sente più il suo cervello.
La parte peggiore non è ancora
passata; il portale non era per nulla flessibile e quindi non ha attutito
l’impatto, e c’è troppo poco vibranio nelle sue suole
per assorbirne l’urto. I muscoli delle gambe sono in fiamme, ma riesce comunque ad alzarle e fare un ultimo rimbalzo…
allontanandosi dalla parete.
Come sperava, Freeman
non è completamente deficiente e le ha fornito un
ultimo supporto: un altro portale chiuso. Pathfinder
salta direttamente verso il quindicesimo piano, rompendo la finestra e volando
addosso a Freeman. Anche così, entrambi rotolano fino al corridoio.
-Aahh…voglio uccidere il professore… - si
lamenta Leah, stringendo i denti e cercando
inutilmente di muovere le gambe.
Quando alza lo sguardo, si vede una trentina di pistole puntate
contro ed altrettante sicure che scattano. Guarda verso Freeman,
che si sta rialzando a fatica.
-Che hai combinato stavolta !?
Sybil Lighter si rialza a fatica, dopo
una caduta di quasi trenta piani. Solo il suo potere le ha permesso
di restare intera. Non sa dove si trova, dato che non c’è neanche il più
piccolo spiraglio di luce.
-E’ stata una bella lotta, sai ?
Decenni a cercare di prevedere le mosse dell’altro…
-Shades !!! Dove sono ? Che cosa hai
fatto alle mie discepole ?
-Morte. Tutte quante… Landslip. Locus.
-Ne accenderò delle altre ! Voi Ombre non avete scampo…
-Ti conosco, Lighter.
Per salvarti hai usato praticamente tutta la tua
energia. E’ stata una brutta caduta. Ti ci vorrà poco per
tornare a pieno regime, certo… ma nel frattempo, sei una semplice umana.
Addio, Sybil… tienimi un posto all’inferno.
-Fatti vedere, pallido riflesso di
un’ombra !!!
Lighter illumina le mani, generando molta meno luce di quanto
farebbe normalmente. Non riesce a vedere molto, ma sente qualcosa dietro di lei
che respira. Lentamente. Pesantemente.
Si volta, illuminando un cyborg grande quattro volte lei, con gli artigli e le zanne
lucidate a specchio. Lighter lo osserva a bocca
aperta, e spegne le mani.
Marasso non mangia niente da due
settimane. Le urla angoscianti non gli impediscono di godersi il pasto.
Shades esce da un angolo buio al quindicesimo piano del Reflex Plaza, facendo un fischio per richiamare l’attenzione delle
guardie. I proiettili gli passano attraverso, andandosi a conficcare nella
parete.
Freeman schiocca le dita e le guardie cadono in una serie di
portali appena comparsi sotto i loro piedi. Si rialza in piedi, sorprendendosi
quando vede Pathfinder fare lo stesso.
-Ma non eri ferita ?
-I muscoli normali sono quasi a
posto.
-“Normali” ?
-Ho tre serie di muscoli nelle
gambe…normali, per saltare e per calciare. Ho dovuto usare gli altri due per
fermarmi, e non è esattamente salutare credimi. Mi ci vorranno due o tre
settimane per tornare in forma, ma almeno posso
camminare.
-Se voi due avete finito di fare conversazione, qui ci sarebbe
da finire un lavoro.
-Dov’è finita Lighter ? – domanda Leah.
-Morta.
-Hai usato il solito trucco degli
occhiali, vero ? Perché siamo sicuri che così non
potesse soffrire ?
-Certo – risponde in modo incerto Shades, guardando verso Freeman,
che gli regge il gioco.
-Tranquilla, non erano veramente
vive, te l’abbiamo spiegato. Non c’è più nessuno nel palazzo
?
-Devono averlo evacuato, visto che
non sento più nessuno a parte voi.
-Bene…allora vediamo di concludere la missione.
Freeman scompare, per tornare pochi secondi dopo insieme ad una grossa cassa di legno. Fatto questo, crea un nuovo
portale e fa cenno a Pathfinder di entrarci.
Mentre la guardano scomparire nel disco nero, Freeman
e Shades si guardano con un mezzo sorriso.
-Che casino lavorare con chi ha una coscienza.
-Non dirlo a me.
Nella piazza antistante, nel
frattempo, le guardie cercano ancora di capire cosa stia succedendo. Lavorare alla Reflex Technologies non è mai stato il più normale dei
lavori, forse, ma questa giornata è davvero pazzesca.
Le sirene si stanno già
avvicinando, tante quante non se ne sono mai radunate a Saint Paul forse. Le guardie non hanno la minima intenzione di
tornare dentro.
Non dovranno decidere, per loro
fortuna. Davanti a loro appare un disco nero, che sputa qualcosa prima di
scomparire.
Solo una delle guardie ha il
coraggio di avvicinarsi. Prende in mano il congegno, grande come il quadrante
di un orologio. Ci sono impresse tre lettere: A.I.M.
Sta mostrando delle cifre: 00.04,
00.03, 00.02, 00.01…
La guardia lascia cadere il
detonatore, spaventato dal rumore indescrivibile che ha appena sentito. Si
volta verso il palazzo della Reflex dove lavorava, e
vede il quindicesimo piano vaporizzarsi in un’esplosione indescrivibile.
Restano in piedi solo le strutture portanti, ma non ha
più importanza perché ad uno ad uno anche i piani superiori esplodono senza
lasciare più niente da sorreggere.
Due ore più tardi, nel New Jersey.
Augustus DeCeyt sorseggia
il suo Earl Grey mentre
risponde al telefono. Davanti a lui scorrono ancora le immagini
dell’esplosione.
-Pronto ?
-La linea è sicura ?
-Ci vorrebbe la NASA per
intercettare la sua chiamata. Immagino che abbia già seguito le ultime notizie ?
-Sì… il suo piano è stato un
completo successo. Ammetto che non me lo aspettavo.
-Con le sue informazioni, è stato
un gioco da ragazzi.
-Avrei giurato che nessuno potesse
convincermi a fare una cosa del genere.
-Sono un ottimo oratore.
-E per quanto riguarda il Primo Riflesso ?
-Abbiamo provveduto
a lei… non le manca molto prima di raggiungere gli altri Riflessi.
-E’ davvero sicuro che nessuno scoprirà il suo coinvolgimento ? Anche se non ci sono state
vittime, è stata un’esplosione spettacolare. Attirerà l’attenzione di gente
molto potente.
-L’edificio è stato distrutto con la detonazione di C-270, un esplosivo di esclusiva
proprietà delle Avanzate Idee Meccaniche. Sul detonatore c’era il loro simbolo,
e con le dovute indagini sarà facile scoprire che affari avevano in corso con la Reflex Technologies. L’A.I.M
adora la pubblicità, anche se immeritata, e come minimo non daranno la colpa ad
altri.
-Il delitto perfetto, professore ?
-Quanto si può essere umanamente
perfetti. Oh, certo, prima o poi qualcuno scoprirà
senz’altro la verità. Non ho dubbi in materia. Potrebbe essere anche domani,
chissà. Ma per allora non ci sarà assolutamente nulla
che colleghi il fatto a me o ai miei collaboratori.
-Nessuno le ha mai detto che è un
genio, professor DeCeyt ?
-Solo da quando
sono nato. Quando verrà a galla
l’ammanco di quaranta milioni di dollari nei conti della
Reflex, il denaro sarà già stato ampiamente riciclato e sarà del tutto
irrintracciabile.
-Allora quando potrò avere la mia
parte ?
-Mercoledì prossimo, alle 19.35.
Spero si fidi di me dato che, secondo il nostro accordo, questa è la nostra
ultima conversazione.
-Io sono l’unica che la possa collegare all’incidente, DeCeyt,
quindi sono sicura che onorerà il patto così come farò io.
-Molto bene. E’ stato un piacere
fare affari con lei, miss Link; si riguardi.
-Arrivederci, professore.
DeCeyt riattacca, tornando a sorseggiare il suo the mentre
ascolta compiaciuto i giornalisti che parlano senza sapere assolutamente nulla.
VILLAINS #28
…nella notte più fonda…
Shattensburg, Polonia. A venti chilometri dai confini della Germania. Il paesaggio è immerso in una luce
spettrale, simile a quella di un’eclissi. Le strade sono
deserte, circondate di case decadenti ed infestate da topi affamati. I
terreni limitrofi sono aridi e sterili, e soltanto un po’ di erbacce
e ragnatele donano colore al posto. Il vento gelido è l’unica fonte di rumore.
Un cerchio nero appare a
mezz’aria, lasciando uscire due persone. Uno di loro si aggiusta gli occhiali
da sole e fa un lungo, ampio respiro.
-Aah, finalmente a casa. E’ quasi
un peccato che non ne debba restare un granché, non
trovi ?
-Penso di dover vomitare – lo
informa l’altro – Cos’è ‘sto odore !?
-Assenza di vita. Ci vuole un po’
per abituarsi, ma ne vale la pena.
-Dici !? Dimmi una sola cosa positiva
su questo posto, Shades…
-E’ tranquillo.
-Sembra un cimitero.
-E io che ho detto ? Da questa parte.
Con passi incerti, Edward Freeman alias Switch segue il suo (involontario) collaboratore, con la
costante sensazione di essere seguito a sua volta. Si ferma solo per osservare
alcune abitazioni, le più vecchie e malandate che abbia mai
visto. A vedersi, sembra che basti sfiorarle perché crollino.
-Dì un po’, Shades,
nessuno ha mai scoperto che voi Ombre stavate da queste parti
?
-No.
-Hhm. E ci state da…
-Sempre. La città che vedi è stata
costruita attorno al nostro rifugio nel 1666, ma non ci vive più nessuno
dall’inizio del secolo.
-“Vedere” è quasi impossibile,
qui. E’ così scuro da mandare in tilt il mio Senso d’Ombra, ed io riesco a vedere anche al buio totale.
-Tu non hai idea di cosa sia il buio, Freeman.
-Ora non ricominciare con le tue
lezioni idiote, Shades. Non mi bevo più le tue puttanate, okay ?
-Neanche dopo aver visto un’ombra
gigantesca uscire dal tuo corpo e distruggere un’intera isola
?
-Senti, per quanto mi riguarda, è stata una macchina interdimensionale dell’AIM a darmi i miei poteri. Punto. Tieniti pure tutte le tue
considerazioni metafisiche, okay ?
-Ce l’hai ancora con me. Mi
piangerebbe il cuore, se ne avessi ancora uno.
-Senti un po’, razza di-
Freeman si zittisce da solo, quando il terreno inizia a tremargli
sotto i piedi. Sente mille voci che sussurrano alle sue spalle, e le case
malandate che tremano.
La polvere si solleva da terra e
si alza a formare un vortice, che si alza verso il cielo in una spirale nera.
-Che cavolo è quello !?
-Il mio capo.
Le nuvole rilasciano una dozzina
di lampi neri, che affondano nella terra per poi
risalire. Dal groviglio di fulmini fuoriesce un serpente nero, che si allunga
fino a raggiungere il terreno. La sua testa è larga più di due metri, ed i suoi
occhi fissano Freeman e Shades.
-Hai fatto male a ritornare qui, Shades !!! Sarai giudicato dal
Circolo delle Ombre con l’accusa di Tradimento !!!
-Non siamo in buoni rapporti – sussurra Shades al suo alleato.
Il serpente si lancia a terra,
esplodendo in una poltiglia nerastra che si appiattisce fino a ritornare
un’ombra. Da questa emerge lentamente un uomo magro e scarno,
che si aggiusta la cravatta prima di camminare verso i due criminali.
Freeman, ben poco impressionato dalla sicurezza del nuovo
arrivato, è rimasto piuttosto scosso dallo show di ombre.
-Ma è tutta scena, vero ? Abbiamo fatto fuori la Cacciatrice
e…
-E’ il secondo nonriflesso. Può
spazzarci il pavimento con noi due, per cui attieniti
alla parte.
Shades si avvicina con la faccia più cordiale che possa avere,
spingendo Freeman per farlo camminare.
-Non penso che voi due vi
conosciate. Switch, questo è Snake.
Snake, questo è Switch.
-Uh…bel posto – è tutto quello che
Freeman riesce a dire, allungando una mano per
farsela stringere.
Snake lo guarda dall’alto al basso, nonostante la differenza di
statura sia a suo sfavore, e gli stringe la mano. Freeman
digrigna i denti, soffocando il grido di dolore che vorrebbe lanciare… c’è
mancato poco a rompersi parecchie ossa.
-Tu morirai più tardi, piccolo
verme. Deciderò come. Ora andiamo.
Ad un gesto di Snake,
lingue di energia nera si alzano dalla strada e li
circondano in una bolla. Quando si schiude, Freeman cade a terra e inizia a vomitare sui gradini di una
scala male illuminata.
-Stomaco debole, per un teleporta – lo schernisce Snake,
mostrando i suoi denti aguzzi quando sorride.
-Non è abituato a passare per le
ombre normali, solo attraverso i suoi portali – lo difende Shades,
che comunque non lo aiuta a rialzarsi.
-Come se me ne
importasse qualcosa. Scendiamo… aspetto
di poterti uccidere da più di quarant’anni, Shades, e l’attesa mi avrebbe già ucciso se avessi ancora un corpo vero.
Nessuno dei tre dice una sola
parola, scendendo le scale. Freeman ogni tanto
rallenta per osservare le iscrizioni sui muri, ma sono in una lingua che non
conosce e in fondo non è poi molto interessato a questo posto…tranne a come uscirne.
In fondo alla scalinata c’è un
portone in ebano, da sotto il quale fuoriesce una nebbiolina nera. Snake bussa leggermente, e la porta viene
aperta da uno sbuffo di fumo nerastro. Nonostante la facilità
con cui si apre, scricchiola come se fosse rimasta chiusa per secoli. In
effetti, è proprio così; raramente questa città è visitata da esseri che
possono essere fermati da una semplice porta.
°ancora un po’ e vi saremmo ° venuti a cercare – dichiara il fumo nero.
-Anche per me è un piacere, Smoker.
°fai poco lo spiritoso ° con la morte di Sharp hai perduto ° l’appoggio dell’ultimo Nonriflesso con un po’ di ° rispetto per te
-Nonché l’ultimo ad avere
abbastanza palle per reggere il confronto con me.
-Questo posto fa veramente schifo, ve ne rendete conto ? Cristo, in quattrocento anni potevate almeno dargli una
pulita !!! Sembra di stare in una fogna qui…
-Piuttosto esemplari come ultime parole,
signor Freeman.
I due super-criminali osservano
l’uomo che ha appena parlato, e a Freeman gela il
sangue. Non sa bene perché, ma quella voce gli riporta alla mente le urla
provenienti dalla strada che a cinque anni lo tenevano
sveglio la notte.
Non c’è nulla da vedere, nel punto
da cui arriva la voce, almeno non con gli occhi. Solo la
sensazione che, lì, c’è qualcosa che
ti guarda.
-Voglio che lei comprenda bene di
che cosa siete accusati, signore Freeman. Il mondo
stesso ebbe inizio quando le Luci e le Ombre si separarono, e da allora non
hanno fatto altro che contendersi ciò che è stato creato. Questo conflitto è
così grande da aver influenzato l’esistenza degli uomini, perennemente in
bilico tra luce e oscurità, tra bene e male, tra vita e morte. Impossibilitati a prevalere l’uno sull’altro, crearono noi…
Riflessi e Non-Riflessi della loro essenza, impegnati in una lotta eterna per
decidere chi debba prendersi il creato. Il suo amico Shades
ha cospirato per più di cinquant’anni affinché le due
fazioni si uccidessero a vicenda. Essere scesi a un
compromesso con il nemico getterà l’umanità nel caos, senza avere mai la
speranza che uno di noi la strappi da ciò… senza più Luce e Oscuro, l’umanità
non si salverà mai dal precario equilibrio che rovina la sua esistenza.
Lasciando che le due fazioni si distruggano l’un
l’altra…
-…l’umanità ha scelto l’ombra.
Freeman osserva Shades con estrema
sorpresa… e quando con la coda dell’occhio guarda di nuovo il Nonriflessouno, non è più una voce inquietante ma un
piccolo uomo nascosto nel buio.
-Tu hai capito di che sta parlando !? – gli chiede sorpreso.
-Vorrei farti notare una cosa, Nonriflessouno. Qui al mio fianco c’è un uomo che è
cresciuto senza sapere nulla di Luci e Ombre, e che anzi rifiuta la loro
esistenza pur avendo più prove di quanto dovrebbe essere possibile averne.
Perché non sentire una terza opinione, la sua, per la prima volta da sempre ? Freeman… sinceramente… come definiresti i Nonriflessi ?
-Io non ci sto capendo niente, Shades…
-In una parola sola, Freeman. Abbiamo giocato per mesi con la tua vita, i tuoi
poteri, la tua esistenza. In una parola, come ci definiresti
?
-Coglioni.
-…
-Grazie, Freeman. Non avrei saputo dirlo
meglio.
-Elabori il concetto, signor Freeman.
Prima di rispondere, Freeman si accerta che nessuno stia cercando di staccargli
la testa. Nonostante la faccia di Snake,
però, non sembra correre grossi rischi.
Si lascia prendere dal momento,
iniziando a parlare senza interrompersi e gesticolando parecchio, cosa
totalmente anomala per lui.
-Ecco, è questo il vostro problema ! Tu… sei il
capo di questa baracca da migliaia di anni, e se sei
potente solo la metà di tutti i tuoi scagnozzi messi assieme dovresti potermi
ridurre ad un mucchietto di cenere senza neanche guardarmi. Non dovresti
chiedermi spiegazioni, dovresti uccidermi ! Ma non lo hai fatto, perché esattamente come tutti gli altri
nonriflessi…senza offesa Shades…sei
un fifone. Che cavolo, siete immortali capaci di andare in qualunque posto
senza essere notati, non essere colpiti se non lo volete, e chissà che altro…
potreste fare qualunque cosa,
probabilmente…ma ve ne state rintanati nel vostro circolo privato per l’eternità
!!! Oh, non venirmi a raccontare che non te ne puoi
andare da qui, le tue amiche luminose l’hanno fatto ed hanno messo su una bella
multinazionale con un bel po’ di contatti in ambienti poco puliti. Voi ? Niente
!!! Perfino Shades, che fa
di tutto per non essere come voi, ha un po’ questo tratto…c’è voluta
un’eternità perché la smettesse di fare finta di essere il dono di Dio ai
super-criminali e mi dicesse cosa cavolo voleva da me.
-Noi abbiamo una missione…
-Ah, adesso non cominciare anche
tu ! Mi avete rotto con tutto questo casino sulla
predestinazione e la lotta con le Luci !!! Guarda, le
Luci sono tutte morte adesso, eppure sorpresa…il mondo c’è ancora, e non è
ancora precipitato nel caos ! Non solo,
abbiamo fatto tutto il lavoro sporco per voi, e vi lamentate
pure !!! Ora ne ho veramente abbastanza…sai cos’è che mi fa divertire, in
questo posto di merda che non vede una scopa dal
Giurassico ?-
Continuando a parlare, Freeman si avvicina a Smoker e
mette le mani in tasca, afferrando qualcosa.
-Mi viene in mente un discorsetto che mi ha fatto un certo Mason,
che avete buttato fuori qualche decennio fa. Probabilmente perché era l’unico nei paraggi ad avere un cervello.
Mi ha fatto capire che voialtri avete questo gran bel trucchetto…
il corpo è l’ombra e l’ombra è il corpo, mi sembra che abbia detto. Sembrava
una cazzata ma è geniale, no ?
Uno pensa di colpire un corpo, o una massa informe di fumo, e invece sta
sprecando munizioni su un’ombra. A me viene da ridere perché per ferire gente
che ti può ridurre a una macchia sul muro basta saper
pensare al contrario… il vero corpo è nell’ombra, e tutto quello che serve a
far del male a un’ombra è una luce molto forte…-
Con un gesto fulmineo, Freeman estrae la granata al magnesio che teneva in tasca e
la lancia contro il muro, direttamente sull’ombra di Smoker.
-Saluti dal Signore delle Ombre, coglioni.
La granata esplode, disperdendo il
corpo di Smoker e lasciando un buco ben visibile
nella sua ombra. Snake si prepara ad attaccare,
avvolgendosi in uno strato di energia nera, ma viene
investito da un’ondata della stessa, proveniente dagli occhi di uno Shades particolarmente divertito.
Approfittando
del mezzo secondo guadagnato, Freeman si teleporta tra l’ombra di Snake e Shades, facendo esplodere una seconda granata.
Il suo corpo scherma gran parte
della luce, ed i suoi occhi non vengono danneggiati
grazie ad un paio di lenti a contatto noleggiate al Riparatore. Se c’è una cosa
utile nell’essere ne buio più totale in mezzo a gente
che non ha un vero corpo, è che nessuno fa caso a che cosa ti sei portato
dietro.
Ovviamente, i Nonriflessi
sarebbero ben poca cosa se un attacco così blando li
potesse uccidere. Con il vantaggio guadagnato, però, Shades
riesce a tenere a bada i propri simili grazie alla propria ombra.
Freeman estrae la sua terza granata e la lancia verso il Nonriflessouno, la cui oscurità è però troppo fitta per
poter essere danneggiata così facilmente.
-Non tutte le ombre temono la
luce, signor Freeman. Non avete alcuna speranza di
potermi ferire in alcun modo.
-Con tutto il rispetto, ‘uno, non sai un cazzo di quello
che sappiamo fare – gli risponde Shades – Per
esempio, che un certo professor DeCeyt ha
informazioni di prima mano su come hanno fatto le Luci ad uscire dal Punto di
Riflessione. Le ombre sono esseri a due dimensioni, non è così ? E la luce si ferma alla
superficie. Quindi se le Ombre, per esempio, avessero
disegnato su Shattensburg un cerchio che tu non potessi mai oltrepassare, ti saresti creduto in trappola. Se pensi a due
dimensioni non c’è altra scelta, no ? Immagina che,
dopo migliaia di anni, a qualcuno sia venuto in mente
che c’è anche una terza dimensione.-
Il pavimento della cripta inizia a
scricchiolare, e a rilasciare piccoli raggi di luce dalle intercapedini.
-Immagina che qualcuno abbia
pensato di passare sotto quel
cerchio, in un modo inconcepibile per un’ombra. Immagina che quel qualcuno
abbia a disposizione una Luce ultraterrena in grado di passare attraverso
qualunque cosa… immagina che ti odi così tanto da giungere a
un accordo con DeCeyt… ed immagina che io le abbia
appena mandato un segnale per informarla di dove siamo…-
Il centro della stanza crolla
sotto la spinta della colonna di luce proveniente dal
sottosuolo, dentro alla quale fluttua una silhouette femminile composta solo e
unicamente di luce immacolata.
-Immagina di essere fottuto adesso, ‘uno.
All’apparizione della donna, due
raggi di luce talmente bianca da essere dolorosa oltrepassano
i corpi e le ombre di Snake e Smoker,
bruciandoli fino al centro delle loro anime nere.
-Non ci vediamo dalla notte dei tempi, e scusa il gioco di parole – si introduce il Primo Riflesso, in una voce cristallina e
distorta allo stesso tempo.
-Questo non sarebbe dovuto
succedere, lo sai. Abbiamo generato sottoposti al solo scopo di non
doverci combattere, perché uno scontro tra noi due…
-Durerebbe per sempre, dato che siamo identici
per tutto tranne per ciò che ci rende esatti opposti.
-E’ questo quello che vuoi ? Vuoi
abbandonare il tuo progetto di rendere il mondo un paradiso in terra,
aspettandoti che io abbandoni il mio di renderlo un inferno ?
-Affronta la realtà, nessuno dei due ha mai fatto un
granché per il mondo…si è rovinato abbastanza anche senza di noi.
-Solo cinquemila anni fa giurasti di portare
a termine la tua missione…
-E ne ero certa anche una
settimana fa. Ma un mortale mi ha fatto pensare. Mi ha
fatto pensare al fatto che luce ed oscurità si stanno
già combattendo per decidere il destino del mondo. Ed
alcuni di loro incarnano questa lotta tra nemici naturali… eroi e criminali.
Lui rappresenta i criminali ed ha convinto me, sua nemica…sii ragionevole.
Siamo superati, inutili e poco efficienti.
-Finisce tutto così ? Dopo una preparazione così grande, la guerra si riduce ad
un accordo sottobanco ?
-Non finirà. Noi continueremo a batterci, e chissà che un
giorno non si riesca a decidere da che parte della
bilancia cosmica portare il creato.
-Se è così, possiamo anche fare un tentativo.
-Dopo di te.
I due esseri si lanciano l’uno
contro l’altro, afferrandosi subito per la gola. Ciò che segue è una pallida
copia della creazione…luce e ombra si fondono per un
istante, diventando qualcosa di assolutamente unico…per poi dividersi ancora,
in eterna lotta, ma lontani da tutto ciò che è stato prima.
Shades e Switch restano soli, in una
vecchissima costruzione sul punto di crollare, a guardarsi perplessi.
-Non so tu – si decide poi a dire Freeman, prima di creare un portale – Ma io ucciderei per una boccata d’aria fresca ed un po’ di sole.
-Sono d’accordo – risponde Shades, avvicinandosi al disco nero – Solo per quello che
riguarda l’omicidio, ovviamente.
Qualche minuto dopo, i due
camminano tra le strade di Shattensburg durante la
prima alba che si sia mai vista in questo strano
paese. Le nuvole nere che hanno coperto il cielo per millenni
iniziano a diradarsi, e la vegetazione ricomincia il difficilissimo percorso
per tornare alla vita. Prima o poi, qualcuno si
accorgerà di questo luogo e lo riporterà alla civiltà.
-Così, adesso sono libero – dice Shades, parlando più con se stesso che con Freeman – Libero per la prima volta da cinquant’anni…forse
per la prima volta nella mia vita, sono libero di essere
quello che voglio.
-Dicevi sul serio, prima ? Secondo te l’umanità ha scelto l’Ombra eccetera eccetera ?
-Non lo so. Penso che, comunque, sarà interessante scoprirlo.
-Cioè ?
-Non invecchio ed è praticamente impossibile uccidermi. Sono immortale.
-Quindi, che fai
? Torni in America con me ?
-Sono stupefatto… sei serio.
-Ehi, non ti volterei mai le spalle, ma sai il fatto tuo in
uno scontro. Oltre al fatto che non ti fai mai pagare, quindi se lavoro con te
la mia percentuale sarà sempre più
grande !
-Vedremo. Certo sono curioso di vedere cosa ha in mente DeCeyt.
-Già… è la prima volta che
seguiamo un suo piano ed abbiamo già ucciso quindici persone, messo fine a una faida millenaria, raso al suolo un grattacielo e
guadagnato più di venti milioni di dollari.
-Si prospettano cose interessanti,
sì.
Freeman crea un portale di teletrasporto,
e si prepara ad entrare.
-Sai, tutto
sommato… - dice Shades prima di passare.
-Sì ?
-Ho ancora tempo per trasformare
il mondo in un inferno…in fondo, non è una brutta carriera no
?
-Beh, potevi sceglierti di peggio.
C’è chi fa l’eroe, nel tempo libero.
VILLAINS #29
LTD
Non so bene perché sono ancora
qui. Non sono il tipo che si attacca troppo alle persone, o che ci tiene troppo
a mantenere la parola data. D’altronde, fa parte dei requisiti del mestiere. Il
mio nome è Edward Freeman e
sono un criminale. Problemi ad ammetterlo ? No, non troppi.
Non faccio neanche troppi sforzi per nasconderlo, sempre che mi sia possibile.
-Entri pure, signor Freeman. Veda di non toccare niente – mi
richiama all’ordine il mio principale, il professor Augustus
DeCeyt (capisco che il cognome non sia colpa sua, ma
come si fa a chiamare un bambino “Augustus” !?
Sicuramente è un criminale di seconda generazione, come me del resto).
No, a dire la verità, DeCeyt non è il mio principale. Il mio capo è Lev “Ranennyj” Rezkowitz, anche se ho “disertato” la mafia russa da alcune
settimane.
Che vi dicevo sul mantenere la
parola data ?
Per essere un semplice essere
umano, DeCeyt riesce a renderti teso con la sua sola
presenza. E ve lo dice qualcuno che ha lavorato per
MODOK.
-Allora, quand’è che si comincia a
fare un po’ di soldi da ‘ste parti
? Non ho ancora visto un centesimo del colpo alla
Reflex…
-Non sono uno stupido, signor Freeman. Se le dessi subito il
denaro, lei scomparirebbe in un batter d’occhio. Letteralmente.
Mentre DeCeyt mi risponde, gli do le spalle e osservo il teschio
che tiene sulla scrivania. Lo prendo in mano, muovendo il biglietto che c’era
attaccato sotto; c’è scritto “HO DETTO NIENTE”. Quel tipo mi fa venire i
brividi, giuro. E ho bevuto i drink di Madcap.
-Ciononostante, non sono uno
stupido. Lei vuole soldi e lavori interessanti, e io posso
procurargliene in abbondanza. Per esempio, defraudare l’allitterante
Società dei Serpenti ?
-Non mi freghi, DeCeyt. Mi spettano più di sei milioni di dollari, non
penserai… defraudare ?
-Secondo i miei informatori, la
Società ha scoperto il furto del’ex cadavere di
Marasso ad opera dell’AIM. Inutile dire che ho i miei
piani per Marasso, e trovo una possibile interferenza…disdicevole. Serve un
volontario.
-Un volontario per cosa ?
-Qualcuno si deve infiltrare nella
loro base, forse affrontando una trentina dei più prezzolati sicari super-umani
del Paese, aumentando considerevolmente la propria fama.
-Hhmm. Beh, sembra
interessante…
-Non insulti la mia intelligenza, Switch. Prenda il suo costume ed attivi
Marasso; partirà tra diciassette minuti, dopo aver letto il briefing che
troverà nei suoi appartamenti. Oh, tra parentesi… buon anniversario.
-Eh ?
-Non se lo ricorda ? E’ passato un anno da quando ha acquisito i suoi poteri.
Rifletto a lungo su quello che è
successo nell’ultimo anno. Beh, non proprio a lungo. Quaranta secondi al
massimo, ma non sono il tipo da riflettere troppo sulle cose. Ho lavorato per
una mezza dozzina di capi criminali, sono finito in galera e in un’altra dimensione,
dovrei essere riuscito a mandare mio padre in galera,
e sono entrato in possesso di un super-cyborg rettile di duecento chili. Niente
di che, ma da qualche parte bisogna pur cominciare !
Così, finito il briefing (non credereste a quante cose riesce a
scriverci DeCeyt !!!) torno
ad indossare il mio costume. E’ da una vita
che non lo indosso completamente… ma per come la vedo
io, se proprio devo essere così
stupido da usare un costume, almeno mi limito ad usarlo quando mi serve
davvero.
Niente aiuti, questa volta. Pathfinder si sta ancora riprendendo dalle sue ferite, Shades è ancora impegnato a racimolare quello che resta del
patrimonio personale del Signore delle Ombre, e almeno Turbine deve continuare
a far finta di lavorare per Ranennyj.
Meglio, stavo iniziando a dipendere troppo dai rinforzi.
Marasso è pronto… curvo sulla
schiena per abbassarsi alla mia altezza, mi guarda con i suoi occhi rossi, con
della bava velenosa sulle fauci e la punta della coda che si muove lentamente.
E’ in forma.
-Stammi dietro e non fare cazzate di tua iniziativa, d’accordo ?
Quelli mordono.
In tutta risposta, Marasso serra
le mascelle con un KLANG deciso. Continua a rispondere ai miei comandi, secondo
la programmazione che gli ha riscritto Corvo, ma mi preoccupa. Oh, se non altro ha ancora lo stomaco pieno. Spero.
Così, perfettamente in orario (se
c’è una cosa che non si può criticare a DeCeyt è la
sua maniacale cura del tempo), creo un portale di teletrasporto. Generalmente non mi sposto così alla cieca,
ma pare che scoprire la tana dei serpenti non sia affatto difficile, di questi
tempi.
Quartier
Generale della Società dei Serpenti, da qualche parte a New York (ma di sicuro
vicino ad un magazzino abbandonato. C’è
sempre un magazzino abbandonato in
queste faccende).
A prima vista sembrerebbe di più
uno di quegli alberghi di terza categoria in cui ogni singola decorazione serve
a farvi pensare che sia il meglio che possiate trovare, solo che in questo caso tutte le decorazioni hanno a che fare coi
serpenti.
-Okay, chi è il capo da queste
parti ? – esordisce Switch, prima ancora che Marasso
sia uscito dal portale.
Di fianco a lui, un uomo e una
donna lo fissano perplessi. Lui è un mingherlino
vestito da rapper bianco, lei una ragazza con gli occhiali da sole che indossa
solo una lunghissima gonna rossa a vita bassa e un top che contiene a malapena
il suo fisico da maggiorata. Inutile dire quale
dei due risulti più interessante a Switch.
-Cos’è questa, una sala d’aspetto ?
-Più o meno – risponde lei – Anche
voi due siete qui per entrare nella Società ?
-Forse.
-Il tuo amico sbavante lo vedo ben
piazzato, ma tu che hai a che fare con i serpenti ?
-Potrei farti la stessa domanda.
La ragazza solleva la gonna,
rivelando una coda da serpente al posto delle gambe. Sorride, avendo cura di
mostrare le zanne.
-Mi chiamo Yith.
Mettiti in fila, uomo nero.
Pochi secondi dopo, un culturista
in costume verdastro entra nella “sala d’aspetto”. DeCeyt
dava più credito ai loro sistemi d’allarme.
-Ehi, chi cavolo ti ha fatto
entrare !?
Ancora distratto dalla scollatura
di Yith, Switch si volta
verso di lui.
-Voglio parlare con Sidewinder, mi risulta che sia lui
il capo qui. Tu chi saresti ?
-Cervone.
-Che nome di merda.
-Ehi !
-Su, forza, non ho tutto il
giorno. Si tratta di affari importanti, quindi muovi
quel culo verde vomito e fammi strada.
Cervone si gratta la testa mentre Switch
si avvicina, seguito da un Marasso quasi a quattro zampe.
-Cos’ha che non va il mio nome ? Oh, io
ti conosco… tu sei uno dei soci fondatori !!! Ma non
eri…-
Cinque artigli viola in fibra di
carbonio attraversano il petto di Cervone, lasciando
fuoriuscire un gas velenoso. Cervone si sgonfia e
cade a terra rumorosamente.
-…morto.
Yith e la versione scheletrica di Eminem si alzano in piedi, indecisi su cosa fare (per usare
un eufemismo).
-Statene fuori, novellini – li
minaccia Switch con un tono che lascia poco spazio ai
fraintendimenti, prima di scomparire con il cyborg in un disco nero.
“Novellini” !!!
Probabilmente anche loro hanno più esperienza di me. Chi avrebbe mai detto che
sarei mai arrivato a considerarmi uno dei pezzi grossi !?
Marasso è molto nervoso, non la
smette un secondo di guardarsi intorno e muovere la sua lingua biforcuta
(secondo Turbine è così che i serpenti annusano, ma Turbine è anche convinto di essere irresistibile per le donne).
Possibile che si ricordi questo
posto !? Non credo che questa sia la stessa base che avevano
i Serpenti quando era ancora vivo. Non sono neanche certo che abbia conservato
i suoi ricordi di quel periodo… in fondo hanno sostituito il suo cervello con
quello di un serpente, vai a capire cosa pensa uno così.
Per fortuna non ho proprio il
tempo di pensare a stronzate del genere. DeCeyt è un vero mostro ma nemmeno lui può avere accesso
alla planimetria di un quartier generale di queste
dimensioni, così devo andare per istinto. In certi casi anche il Senso d’Ombra
è praticamente inutile.
Mi ricredo praticamente
subito, quando avverto qualcuno che si avvicina. Non sarò Pathfinder,
ma è parecchio difficile prendermi alle spalle.
Black Racer,
la velocista del gruppo, si scontra contro un portale indistruttibile ad almeno
ottanta chilometri all’ora. Bene. Non sopporto i
velocisti.
Il problema è che, a questo punto,
tutti i Serpenti nei paraggi saranno stati informati
della mia presenza e si staranno avvicinando.
-Marasso, resta qui e non fare
altro che difenderti fino a nuovo ordine.
Mi teleporto
al piano inferiore che ho appena avvertito, ed incrocio le dita. Molto di
quello che capiterà adesso dipende da quanto sono stupidi i serpenti.
In un’altra stanza, un uomo
avvolto in un lunghissimo mantello ed un altro ricoperto da un complesso
esoscheletro cibernetico si innervosiscono.
-Quarantamila dollari di sistemi
di sicurezza mandati all’aria – mormora Sidewinder
dando le spalle al suo dipendente, passando rapidamente in rassegna le immagini
provenienti dalla moltitudine di telecamere di sicurezza. Non ci vuole molto:
tre quarti mostrano solo un campo nero.
-Si direbbe il
lavoro di un esperto… - gli risponde il nuovo Marasso, con tono
preoccupato.
-Certo, altrimenti sapremmo già di chi si tratta.
-Non puoi teleportarmi
direttamente dall’intruso ?
-Magari. Le telecamere sono neutralizzate secondo un ordine casuale, quindi l’intruso
potrebbe essere ovunque. Non sono riuscito ad intravedere altro che una
figura nell’oscurità…
La cintura di Sidewinder
emette un rapido sibilo intermittente, che si ferma alla pressione di un
pulsante nascosto.
-Sì ?
-Intruso
avvistato nella zona cinque. Indossava
un costume completamente nero, ed è scomparso appena l’ho guardato.
-Ricevuto, Aspide. A tutti i Serpenti in ascolto, dirigersi verso la zona cinque per
bloccare un intruso. Autorizzo l’uso di forza letale, ma cercate di
lasciarne quanto basta per l’identificazione. Chiudo.
-Vado anch’io.
-Neanche per idea, Marasso, tu
sarai la mia guardia del corpo. Chiunque ci sia dietro, probabilmente sapeva
che quasi tutti i Serpenti sono fuori in missione ed
ha pianificato il momento in cui eravamo più vulnerabili…non voglio restare
senza copertura.
-Ma non hai sentito ? Costume nero, teleporta, è Switch ! Il tizio che era con il
Marasso originale sull’isola dell’AIM…deve esserselo portato dietro, per forza !
-Una ragione in più per tenerti
qui.
-Ma dobbiamo combattere ! Abbiamo lo stesso
nome, gli stessi poteri, la stessa squadra !
-Precisamente per questo non
voglio che voi due vi incontrate…quando torna
l’originale, il sostituto generalmente muore.
-Ma ci ho scommesso trecento dollari…
-Ha smesso di distruggere
telecamere. Ora scopriremo che cosa vuole da noi !
-Di certo non il numero del vostro
costumista. Bel mantello, però.
Sidewinder si volta di scatto, stringendosi ancora di più al suo
mantello e pronto ad usarne le capacità di teletrasporto.
Davanti a lui, un uomo in costume completamente nero…e nessun
Marasso.
-Cosa credi
di poter fare !?
-Fregarti.
In un’altra sezione della base
sotterranea, due braccia robuste si allungano di alcuni
metri e si intrecciano in una stretta titanica attorno al corpo del primo
Marasso.
Il cyborg si agita per la
sorpresa, cercando di rompere la stretta mortale di Anaconda.
Inutilmente.
-Ehi, sei bello
resistente sai ? Una stretta del genere può frantumare il…
porca miseria, sei tu Roland !?!?
Il mostro sembra quasi calmarsi,
al suono di quella parola. Uno dei più sofisticati
software di riconoscimento passa in rassegna tutti i dati fisici della donna,
indicata come potenziale alleata dagli archivi dell’AIM. La stretta si allenta,
ma Marasso non fa nessuno sforzo per liberarsi.
-Hai un aspetto da schifo, Roland. Vorrei proprio sapere quale pazzo depravato è
andato a tirarti fuori dalla tomba per farti questo…
Marasso stringe le fauci, ed il
rosso degli occhi si affievolisce. L’istinto gli dice di fidarsi di questa
donna, ma la programmazione esige
ubbidienza.
-Gliela faremo pagare, okay ? Come l’abbiamo fatta pagare al Flagello… non proprio noi,
ma ci abbiamo provato. Ho ancora quel trapano
elettrico che usavi per lucidarti le zanne, vuoi venire a vederlo ? Con molta, molta calma…
-Tienilo fermo ! – urla qualcuno alle spalle di Marasso, prima di affondare le proprie
mascelle di titanio tra le scaglie del cyborg.
Marasso si irrigidisce,
cercando nuovamente di liberarsi dalla stretta di Anaconda e spalancando le
fauci. Cerca di urlare per il dolore, ma il processore vocale emette solo
qualche debolissima scarica.
-Natrice, idiota !!! L’avevo sotto controllo !!!
Dalla coda di Marasso spuntano una
dozzina di acute punte avvelenate, che conficca con
forza nella carne delle braccia di Anaconda. La donna-serpente ritrae le braccia, cercando come meglio può di diminuire la
perdita di sangue.
Meno di due secondi dopo, gli
artigli di Marasso si conficcano tra le costole di Natrice
per avere la presa migliore, ed i muscoli meccanici fanno il resto staccando
l’ex collega dalla sua schiena. L’intera dentatura artificiale resta conficcata
tra le scaglie, mentre Natrice viene
lanciato contro Anaconda con forza sufficiente da sbatterli entrambi contro il
muro.
All’ingresso, Yith
striscia sinuosamente fino al corpo privo di conoscenza di Cervone,
ma il mingherlino la blocca afferrandole una spalla.
-Meglio non provarci, sorella.
-Hai paura o cosa, sangue caldo ? Magari è un test o cose simili. Sono tutti un po’ pazzi
qui, ma pagano molto bene.
-Che cosa vuoi fare, entrare senza
il loro permesso solo per sapere che succede ?
-Sì, roba del genere…qualcosssa in contrario ? – risponde la donna-serpente,
mostrando la lingua biforcuta.
-Te lo dico per l’ultima volta, è
meglio che non ci provi.
Lo smilzo fa un passo in avanti,
ma Yith lo ferma
appoggiandosi alla sua schiena ed avvicinando le zanne alla pelle bianca.
-Mi hai proprio rotto le ssscatole…
Fuori dalla visuale di Yith, la mano destra
dello smilzo inizia a cambiare. La pelle sembra girare su se stessa, non c’è un
modo migliore per descriverlo, e diventa molto più spessa e
verde scuro.
Il secondo dopo, cinque artigli di
dieci centimetri vengono conficcati nella carotide di Yith con una velocità fulminea.
La donna-serpende
indietreggia, ondeggiando sulla propria coda e portandosi le mani alla gola,
tentando inutilmente di respirare. Sotto i suoi occhi, lo smilzo cambia pelle
in mezzo secondo, ricoprendosi di scaglie.
-“Sangue caldo”. Pfff.
Lasciandosi alle spalle la donna
moribonda, il rettile smilzo annusa l’aria ed inizia a curiosare tra i corridoi
del Quartier Generale della Società dei Serpenti.
Sidewinder scompare letteralmente all’interno del suo mantello,
ricomparendo subito alle spalle di Switch…o così pensava. Non ha neanche il tempo di guardarsi intorno prima
di essere strattonato per il suddetto mantello ed essere sbattuto verso il
muro.
Alla pressione di un pulsante, il
suo costume emette una nuvola di vapori verdastri che invadono la stanza.
-Lascia perdere il veleno di
serpente, ‘winder, questo
costume ha una scorta d’aria per una buona mezz’ora.
-Sei in
gamba…potresti unirti a noi.
-E che ho a che fare io coi serpenti ?
-Il mio predecessore reclutò Diamante, posso inventarmi anch’io una scusa.
-Divertente. Lo sai che il mio Marasso i tuoi Serpenti può mangiarseli a colazione, vero ? E intendo letteralmente.
-Anche se trovo disdicevole il non esserne stato informato,
ammetto che l’AIM ha fato un ottimo lavoro.
-Sai, non ho mai scoperto chi
c’era dietro. Il Corvo mi ha detto che persino l’AIM può solo sognarsi un
ibrido tra un microcomputer ed il cervello di un
serpente… non è che per caso il sostituto che hai trovato non era all’altezza ?
-Sono un uomo
d’affari, Switch, non spenderei mai decine di milioni di dollari per resuscitare un
impiegato totalmente rimpiazzabile. Che cosa sei venuto a fare qui oggi, e
soprattutto per conto di chi ? Ranennyj
?
-Forse mi sono portato dietro un
potente esplosivo e lo userò per fare esplodere la tua base. Non è la prima
volta che mi danno un lavoro del genere, lo sai ?
-Moriresti anche tu.
-Non se
l’esplosivo fosse incorporato nel costume.
Potrei innescarlo e teleportarmi al sicuro.
-Il C-270.
-Andiamo, lo sanno tutti che il C-270 è dell’AIM. A meno che non
siano loro ad avermi assoldato, eh ? O qualche vostro
cliente insoddisfatto ? No, forse non c’entra niente e
sono qui solo per cancellare i dati che avete su di me e Marasso.
-Sei stato attentamente
monitorato. Non hai avuto il tempo di farlo.
-Non se qualcun
altro potesse curiosare tra i vostri computer tramite un collegamento col mio
costume. In quel caso che faresti, ‘winder ?
-Insomma, cosa diavolo sei venuto
qui a fare !?!?
-E’
così che ti vogliamo, Sidewinder. Nervoso. Insicuro. Paranoico. Vogliamo che tu non riesca
a dormire e che scatti di nervi tutte le volte che
senti il pavimento scricchiolare, temendo che io sia dietro di te pronto a
spararti.
-E’ tutto un bluff…tu non sei nessuno, non lo sei mai stato, e
non hai nessuna organizzazione alle spalle !
-Mi sembri nervoso, Sidewinder. Perché non vai a fare quattro passi ?
Switch scompare in un batter d’occhi, e Sidewinder
si precipita verso il sistema di sicurezza prima di rendersi conto di quanto sia ridicolo, dato che poteva teleportasi
con tutta calma. Deve calmarsi, in fondo tutte le
telecamere si sono riaccese. Tutte tranne una sola…
-Serpenti ! Recarsi immediatamente al deposito veicoli !!!
Gli artigli di Fer-de-lance
vengono strappati dal costume, prima ancora che la
messicana abbia avuto il tempo di lamentarsi. La coda bionica di Crotalo fa la
stessa fine, e Marasso la addenta ferocemente. Con suo grande
disappunto, non perde sangue ma scintille, ed è costretto a sputarne a terra
una parte.
Sprovvisti di altri
trucchi, i due Serpenti si guardano molto
preoccupati fino a quando un paio di mani guantate di
nero non fanno sbattere tra di loro le teste.
-E’ da sempre che
speravo di fare una cosa del genere…ehi, ti sei divertito vedo.
Guardandosi solo di sfuggita gli
artigli intrisi di sangue, Marasso inclina la testa e guarda Switch con curiosità.
-Se vuoi sapere se ce ne sono
degli altri, non lo so e non mi interessa. Ho chiuso
con questi perdenti…sempre che loro siano abbastanza intelligenti da essere
d’accordo, almeno. Andiamo ? Sidewinder non può
essere così stupido da non aver già capito dove sono.
I due
super-criminali entrano tranquillamente in un portale di teletrasporto,
che scompare immediatamente dopo.
Intanto, il nuovo Marasso non può
aspettare che i sistemi di sicurezza l’abbiano riconosciuto. Sfruttando le
modifiche cibernetiche che gli sono valse l’ingresso
in Società, riduce a piccoli pezzettini la complessa serratura ed apre con un
solo gesto la porta.
Entra quasi a quattro zampe,
sicuro al 100% di essere atteso. Ascolta con estrema attenzione, ricevendo solo
l’eco dei proprio arti di metallo sul pavimento.
Infatti, l’intero hangar è deserto. Dove prima c’erano due dozzine
dei più complicati mezzi di trasporto che il denaro sporco possa comprare, ora
c’è solo Sidewinder a stringere con tutta la forza di
cui dispone il suo mantello.
-Io lo ammazzo… prima
o poi…
-Capo, che è successo ? Dov’è Switch
? Dov’è il Marasso originale…dove sono le navicelle !?
-Non lo so. Questa stanza era
monitorata. Non ho la più pallida idea di come abbiano fatto.
-Tutto questo per rubare i nostri
mezzi ?
-Volevano solo mandarci un
messaggio. Tutto questo solo ed unicamente per mandarci un
messaggio.
-Quale ?
Sidewinder si volta verso Marasso, indicando poi una scritta sulla
parete che hanno di fronte. Poi scompare tra le pieghe del mantello e dello
spazio.
Marasso sente dei passi femminili
sulla porta, ma non ci fa troppo caso. La donna si avvicina, tutt’altro che tesa.
-Che diavolo è successo qui ? –
chiede Aspide – E soprattutto cosa vuol dire quello ?
Marasso alza le spalle, guardando
le tre lettere che sono state disegnate sulla parete. L
T D.
-Ah…capisco. Forse vuol dire che
non siete più i migliori.
Marasso annuisce leggermente, per
poi voltarsi verso la bella donna egiziana. Prima che possa vederla si ritrova
con due paia di artigli conficcati negli occhi, e si
piega in due per il dolore.
Aspide muta rapidamente forma, ed
un serpente snello scompare tra le ombre proprio mentre gli altri
super-mercenari arrivano sulla scena.
“Non ho idea di chi siano”
riflette Slim Snake mentre
si allontana con l’aspetto di Cervone “Ma mi chiedo
se accettino nuovi membri”.
Più tardi, pochi
minuti prima della mezzanotte. Un disco nero appare a mezz’aria,
restando fermo fino a quando non ha lasciato emergere Freeman
e DeCeyt.
Il signore della pianificazione si
guarda intorno circospetto, prima di fare strada come
se conoscesse a memoria il posto.
Le luci al Bar With
No Name sono basse, e non ci sono super-criminali
mezzi ubriachi pronti ad uccidersi l’un l’altro. Non
stasera. Questa è una serata unica.
-E’ stato un incarico soddisfacente, signor Freeman ?
-Direi. Bel modo di festeggiare
l’anniversario dei miei poteri… solo in un paio di occasioni,
in passato, mi sono sentito un vero
super-criminale. Ma questa volta… porca miseria, questa volta ero assolutamente al mio meglio.
-Quindi esistono altre
cose che la motivano oltre al denaro, signor Freeman.
-Basta che non lo racconti in
giro, ho una reputazione da difendere.
-Se preferisce così.
-Allora… adesso
?
-Adesso pensavo di rendere
assolutamente indimenticabile questa giornata. Un giorno, senza
ombra di dubbio, questa data sarà nei libri di storia e pensavo di farla
coincidere con l’anniversario di Switch, per
ringraziarla. Senza di lei non avrei a mia disposizione Marasso, Turbine, Shades e probabilmente non sarei riuscito a convincere Pathfinder. Per avere tendenze solitarie, signor Freeman, lei è una vera calamita
per le alleanze.
-Sì, sono il massimo nel mettere
nei guai gli altri.
-Vogliamo entrare ?
Per una volta, il Bar With No Name sembra un
comunissimo bar. Sedie e tavoli sono vuoti, sul pavimento non ci sono bossoli e
pezzi di vetro, e due clienti senza costume stanno entrando dall’ingresso.
Certo, generalmente in un
comunissimo bar non c’è una donna che esegue un quadruplo salto mortale
all’indietro per salutare i nuovi arrivati, ma avete capito.
Pathfinder atterra proprio di fianco a DeCeyt,
e forse per la seconda volta da quando Freeman la
conosce sta sorridendo.
-Gus…Freeman…
-‘finder. Come vanno
le gambe ?
-Mi ci vorrà ancora un po’ per
guarire, ma è un sollievo poterle usare come si deve.
Niente Marasso ?
-Sfortunatamente, la nostra arma
segreta non più tale è in fase di ricarica. E la
pregherei di chiamarmi con il mio nome completo, miss Mathers.
Augustus è il nome di un
imperatore, Gus si addice di più al gestore di
un’autopompa di Spokane.
-Per l’insalata marcia del Grande
Scarafaggio !!! Il capo !!! – strilla Madcap saltando oltre il bancone, passando attraverso Shades ma dando un calcio a Turbine.
-Il barista, suppongo.
-Saaalve, o grande ordinatore di un mondo di cervelli montati a
panna acida e noccioline ungheresi ! – saluta il
criminale pazzo con un inchino.
-Madcap. Devo ammettere che la qualità del servizio può essere
peggiorata negli anni, ma le buone maniere e l’originalità non mancano.
-Voi due vi conoscete !?
-Non proprio, miss Mathers, ma ero tra i finanziatori della ristrutturazione
di questo bar dopo la strage del Flagello, sotto falso nome ovviamente. Mi pare
di ricordare che Madcap si fosse
presentato al colloquio indossando solo maschera, cappello, petrolio e
nitroglicerina.
-Ed un accendino con la scritta “Dio è un fermacarte di
gelatina”, scritta da me.
-Per pura curiosità, come ha fatto
ad ottenere il lavoro !? – chiede Freeman.
-Dandosi fuoco,
facendo impazzire i proprietari con il suo potere e carbonizzandoli. Un metodo infallibile.
-Non potevano trovare un barista
migliore, credetemi ! Voglio dire, tanto il mondo non
ha alcuna logica ed è tutto dettato dal caos, quindi perché preoccuparsi se si può guarire da qualunque ferita e si è portati per la
ristorazione ? Volete ordinare qualcosa ?
-Birra.
-Earl Grey.
-Acqua.
-Godfather.
-Whiskey.
-Alka Selzer per tutti, d’accordo ! Arriva subito !!!
-Okay, abbiamo tutti ascoltato
l’imbecille, adesso si parlerà di cose serie immagino
– taglia corto Shades, avvicinandosi lentamente
seguito da Turbine.
-Ma certo. Signori e signora, pensavo potesse essere la serata
adatta per ufficializzare la nascita della Villains
LTD.
-“Villains”
? E che cazzo di nome è !? –
si lamenta Freeman prima ancora che DeCeyt abbia finito.
-E’ come venite definiti dalla
stampa. Super-criminali. Nemici. Avversari. Ciascuno di voi… ciascuno…possiede un potenziale
incredibilmente maggiore rispetto a quello di qualunque comune essere umano. Nessun umano avrebbe la minima speranza di sopravvivere contro di
voi; avete i mezzi per superare tutti gli ostacoli tecnologici che possono
mettervi davanti; tutto ciò che vi manca è un’organizzazione, un piano.
Come sapete, mi vanto di essere il miglior pianificatore sulla faccia della
Terra e credo che i miei risultati parlino da soli.
Siete persone diverse, con obiettivi e mentalità diverse, ma fondamentalmente
volete cose semplici… Denaro. Libertà. Sicurezza. Avventura. Posso darvi tutte
e tre in un modo che non avete mai sognato. Voi volete cose limitate, ed io ve
le fornisco nel sistema più stupefacente su cui possiate
sperare di contare.
-Okay, di questo avevamo già
parlato, ma perché LTD ?
-Chiunque abbia
i requisiti giusti potrà entrare nell’organizzazione, così come chiunque
potrà assoldarla. Non ci sono davvero limiti a ciò che possono
fare dei super-umani ben organizzati. Chi ha detto che solo i cosiddetti
“buoni” possono vincere, del resto ?
I super-esseri si guardano tra di loro, in parte convinti e in parte ancora perplessi.
-E’ il momento di decidere, signori e signora. Vi offro i
vostri sogni. Chi è disposto a fidarsi di me ?
DeCeyt allunga un braccio, tenendo il palmo
della mano rivolto verso il basso. Quasi subito, Turbine appoggia la sua
mano.
-Ehi, per me va bene. Ne ho provate tante, magari questa è la volta buona. Ci sto.
-Anche se non funziona, io vivrò abbastanza a lungo da non
pentirmene troppo. Sono dentro – si aggiunge Shades, appoggiando la mano su quelle degli altri.
-Io mi fido di DeCeyt,
e peggio di com’è andata ora… Ci sono anch’io – continua Pathfinder.
-Signor Freeman…
Switch ?
-Che sono, scemo
? Certo che sono tra i vostri ! Credete che avrei combinato tutto questo casino, altrimenti ?
Cinque mani diverse di cinque
persone estremamente diverse si sovrappongono, proprio
nel momento in cui Madcap arriva – miracolosamente,
con le ordinazioni giuste.
-Eh…sapete, questo mi ricorda una
barzelletta che ho sentito parecchio tempo fa…
-Ma sparisci – lo blocca Freeman.
-Mi interessano i punti di vista
anomali, signor Madcap. Continui –
lo incita DeCeyt.
-Beh, è piuttosto semplice. Quanti
super-criminali ci vogliono per cambiare una lampadina ?
Freeman alza gli occhi al soffitto, Turbine sbuffa, Pathfinder si morde un labbro e Shades
non fa una piega. DeCeyt sorride, guardando Madcap negli occhi.
-Uno che la cambia, quattro che
litigano per farlo al posto suo, due che per caso si imbattono
in un super-eroe che vuole risolvere il problema, ed una mente criminale che si
prende il merito dell’operazione ! Volete ordinare qualcos’altro ?
INIZIA SU VILLAINS LTD #1 !
Note
Ventinove numeri fa nasceva la prima testata di Marvel
IT dedicata ad un personaggio originale (e seconda in assoluto a non riprendere
una serie preesistente, dopo Worldwatch). Abbiamo
iniziato con un semplice avanzo di galera e lo abbiamo seguito muovere i primi
passi come super-criminale, uno di quelli dalla vita più complicata probabilmente.
L’idea di base della serie, quindi, ha sempre previsto un qualche genere di
finale: la nascita e la consacrazione di un super-criminale.
Arrivati a questo punto, Villains non aveva più ragione di esistere e per non
penalizzare i nuovi arrivati o cambiare totalmente la struttura narrativa non
c’era che una soluzione… una testata completamente nuova, che approfondisse i
concetti portati avanti su questa serie e li portasse all’estremo.
Tutto questo inutile
sproloquio per salutare Villains, che ci lascia
definitivamente in questa forma (in Marvel IT tutto è
possibile, quindi potreste anche trovare un Villains
#30 in futuro ! ) ed annunciare quello che avete appena letto: la nascita di Villains LTD !
Se DeCeyt non è stato abbastanza
chiaro, ci penseranno i primi due numeri ad introdurre alla perfezione (si
spera) la filosofia (deviata) che ha dato origine al tutto.
Inutile dire allora che
ritroverete Switch e compagnia su Villains
LTD #1, e lasciatemi usare le ultime righe rimaste per ringraziare tutti quelli
che hanno collaborato a ventinove interminabili episodi: il tuttologo Carlo Monni (scrittore di Capitan America, dove trovate il resto
della Società dei Serpenti in questo periodo), l’introvabile Tobia, lo
sfuggente Valerio (creatore dei nuovi Sidewinder e
Marasso nei primi numeri di Power Pack), gli altri pregiudicati che si sono
sporcati le mani con le trame e soprattutto il poveraccio che ha dovuto
supervisionare ventinove storie del tutto fuori di testa,
Excelsior !